ILLEGALITA’ E RESPINGIMENTI SOMMARI DEI PROFUGHI, LA FARSA DELLA NAZIONALITA’ COME CRITERIO: LA DENUNCIA DI OXFAM
HOTSPOT GALLEGGIANTI? MA SE NON FUNZIONANO NEANCHE QUELLI A TERRA… VIOLATE LE NORME INTERNAZIONALI DELLO STATUS DI RIFUGIATI, SI PROCEDE A RESPINGIMENTI SOMMARI, LA POLIZIA NON HA TITOLI, DEVE SOLO RECEPIRE LE DOMANDE
Bambini di 11 anni rinchiusi per due mesi senza la possibilità di uscire. Poliziotti che decidono in una manciata di istanti se un migrante merita l’asilo politico. Uomini e donne appena sbarcati che ricevono il foglio di respingimento senza nemmeno capire cosa stanno firmando.
Sono le violazioni del diritto internazionale – e italiano – che secondo l’associazione umanitaria Oxfam si sono moltiplicate dopo l’introduzione nell’autunno 2015 del sistema hotspot, i centri per la registrazione immediata dei migranti via mare che l’Europa ha fortemente voluto per l’Italia e la Grecia, promettendo in cambio di ricollocare i profughi nel continente ma ordinando di rimandare indietro immediatamente i migranti cosiddetti economici e cioè gli stranieri che non possono accedere allo status di rifugiato politico.
Tuttavia, denuncia Oxfam, la distinzione tra le due categorie spesso è affidata in maniera totalmente impropria agli agenti di polizia, senza mediatori e con un unico criterio: la nazionalità .
“Dopo lo sbarco mi hanno portato nel centro e mi hanno detto di firmare un foglio”, racconta un ragazzo del Gambia. “Ho chiesto cosa ci fosse scritto e mi hanno detto: te lo spiegheremo dopo che hai firmato. Così ho firmato e ho scoperto che era il foglio di via secondo il quale dovevo lasciare l’Italia entro sette giorni”.
Ventiquattr’ore dopo l’annuncio di Angelino Alfano sulla possibilità di radunare i migranti in hotspot galleggianti per consentire una registrazione più rapida senza fughe nè ribellioni e respingimenti veloci, Oxfam Italia presenta alla Camera dei Deputati un rapporto durissimo sulle illegalità degli hotspot in Sicilia (attualmente in funzione risultano Lampedusa, Pozzallo, Trapani e Taranto in Puglia): “l’approccio hotspot, privo di cornice giuridica fin dal suo inizio, si è rivelato fortemente lesivo dei diritti fondamentali delle persone sbarcate sulle nostre coste” scrive l’ong nel dossier che accompagna il lancio di una iniziativa di assistenza proprio per i migranti scartati dalla procedura di asilo.
Una unità mobile di primo soccorso legale e concreto farà la spola tra Pozzallo e Catania per intercettare gli stranieri che hanno ricevuto un foglio di via e che a centinaia vivono e dormono all’aperto cercando una maniera per sopravvivere.
A bordo sarà sempre presente un mediatore culturale che avvicinerà i migranti bisognosi di aiuto. Il progetto è nato all’interno di #OpenEurope ed è coordinato da Oxfam con Borderline Sicilia e la Diaconia Valdese.
In questi mesi abbiamo assistito all’arbitraria distinzione tra richiedenti asilo e migranti irregolari operato dalla Polizia di Stato (supportata dagli agenti di Frontex) ai valichi di frontiera: circostanza semplicemente non contemplata dalla normativa, che alla Polizia lascia solo il ruolo di “ricezione” delle domande d’asilo”, scrive Oxfam nel rapporto “Hotspot, diritti negato.
“Insufficiente” anche l’informazione legale che ciascun migrante dovrebbe ricevere; altissimi i tempi di permanenza, anche diverse settimane, negli hotspot che secondo il Viminale dovrebbero completare la registrazione in poche ore.
Nelle strutture concepite come prigioni, senza che nessun atto parlamentare abbia fornito una cornice giuridica, vivono anche bambini di pochi anni.
Per Oxfam è specialmente grave lo scarto di centinaia di persone dalla possibilità di chiedere asilo: “Nei confronti di moltissimi migranti sbarcati, sono stati emanati decreti di respingimento sulla base di interviste sommarie dall’inconsistente base giuridica e dagli innumerevoli vizi formali (basti pensare che a nessun migrante è mai stata rilasciata copia delle proprie dichiarazioni, pur firmate)”.
Le violazioni potrebbero continuare anche se l’Italia deciderà di affidarsi agli hotspot galleggianti, come anticipato mercoledì.
“Gli hotspot non funzionano nemmeno sulla terraferma”, dichiara Alessandro Bechini direttore programma Oxfam. “Anche se il riconoscimento fosse spostato sulle navi in alto mare, poi queste persone dovrebbero essere portate a terra. I richiedenti asilo sarebbero portati nei centri appositi come i Cara, ma coloro che ricevono il foglio di via saranno comunque abbandonati lungo le strade o nelle stazioni ferroviarie come accade ora. O il governo pensa di riportarli in Libia?”.
“Purtroppo l’Europa non riesce a far funzionare il sistema dei ricollocamenti dei profughi”, sostiene ancora Bechini riferendosi ai dati secondo i quali solo 1500 richiedenti asilo sono stati effettivamente accolti in paesi europei dalla Grecia e dall’Italia contro i 20mila previsti entro maggio.
“Ormai l’Unione europea ha deciso di preoccuparsi in maniera ossessiva dei flussi migratori che non sono affatto emergenziali”.
(da “Huffingtonpost”)
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