IN ARRIVO LA BOMBA SPORCA DEI FALCHI: DOSSIER SUI NEMICI DI BERLUSCONI
I BERLUSCONIANI PREPARANO “RITRATTI ” CONTRO MAGISTRATURA DEMOCRATICA E SENATORI…NEL MIRINO ANCHE LA PEZZOPANE
L’ossessione, nascosta, della vendetta.
Quella che Silvio Berlusconi, rinchiuso ad Arcore ormai da giorni consuma di notte.
È una lettura, dicono i suoi, che gli serve per meditare e ricaricare le pile, nel segno di quel “non mollo!” che ostenta, al telefono, con tutti quelli che lo chiamano.
L’amena lettura che concilia la veglia di un (ex) Cavaliere profondamente scosso e assetato di rivalsa, sono le biografie dei magistrati iscritti a Magistratura democratica, le “regine” tra le toghe rosse, gli uomini che — secondo lui — rappresentano il vero partito che tenta di disarcionarlo da vent’anni.
“Ma anche stavolta — ha ripetuto ieri alla Santanchè, l’ufficiale di collegamento tra lui e la direzione del Giornale — non ci riusciranno”.
Tra le righe di quelle storie di ordinaria giustizia, Berlusconi cerca di trovare collegamenti, episodi, cadute, errori professionali o addirittura scandali utili alla costruzione del “dossier giustizia” che ha intenzione di issare, come una bandiera, durante la prossima campagna elettorale. Che conta di consumare a breve.
Nel frattempo, però, sono pronti i dossier.
Alcuni dei “falchi” Pdl stanno per rendere pubblici (si presume sui giornali “di famiglia”) alcuni ritratti “mirati” su componenti ritenuti particolarmente ostili nella Giunta per le autorizzazioni del Senato.
Insomma, quei “colleghi senatori” capaci di influenzare, con la loro intransigenza, anche gli altri componenti dell’organismo più dubbiosi sull’iter dei lavori rispetto alla fretta che ostenta il presidente Dario Stefà no.
Uno degli obiettivi della strategia di resistenza berlusconiana, d’altra parte, è proprio quello di prendere tempo e rinviare il più possibile il voto finale; la campagna di delegittimazione, insomma, potrebbe essere un modo per “sortire alla bisogna”.
Ecco, allora, che nel mirino è entrato subito Felice Casson, “il pasdaran della sinistra” anche se mai stato iscritto a qualche componente della magistratura “nè tantomeno — racconta lui stesso — all’Associazione nazionale magistrati”.
Però, Casson gode di un seguito e di un’autorevolezza che nel Pdl è considerata “pericolosa”. Su di lui potrebbero far riemergere questioni legate alla sua inchiesta su Gladio, quella che travolse Cossiga che fu accusato di essere un “cospiratore dello Stato”, portandolo a un passo dall’impeachment, ma che poi finì nel dimenticatoio.
Un’inchiesta, racconteranno, fondata sul nulla, tutta politica, esempio lampante — secondo i falchi berlusconiani — di come già allora lavorava la magistratura.
E oggi nulla è cambiato. “Si vede che sono alla frutta — ha commentato Casson — non riuscì a mettermi in imbarazzo Cossiga, figuriamoci loro…”.
Ma non ci sarà solo lui nel mirino. Anche Stefania Pezzopane, ex presidente della provincia de L’Aquila, sarà oggetto di attenzioni mediatiche.
Su di lei la campagna di delegittimazione partirà dal quel blocco dell’A24, del giugno 2010, quando le autorità abruzzesi manifestarono contro il governo Berlusconi per ottenere i fondi promessi per la ricostruzione de L’Aquila, mai arrivati.
Per quell’episodio, Pezzopane fu indagata per interruzione di pubblico servizio e su questo si baserà la campagna delegittimatoria: come può essere credibile chi, da amministratore pubblico, è finito sotto inchiesta addirittura per interruzione di pubblico servizio?
Insomma, ogni carta sarà buona pur di minare la credibilità (esterna) e la convinzione (personale) di chi sarà chiamato a esprimere un voto esiziale per il Cavaliere.
Anche se i falchi, in questo caso, puntano al piatto forte della partita, quel voto in aula (a scrutinio segreto) che potrebbe rappresentare il vero e unico modo per consentire a Berlusconi di proseguire la sua attività politica di leader del centrodestra.
Per questo, sono già in atto da tempo le trattative.
Qualcuno potrebbe mancare all’appello del voto (facendo abbassare il numero legale), altri potrebbero votare contro la decadenza nel segreto dell’urna.
Denis Verdini, dicono, è già da tempo all’opera perchè nessuno manchi all’appello.
“Pro domo Silvio”, ovviamente.
Sara Nicoli
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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