IN GERMANIA VIA LIBERA AL SALARIO MINIMO DAL 2015
ENTRO IL 2017 RIGUARDERA’ TUTTO I LAVORATORI, TRANNE I MINORENNI, GLI STAGISTI E I DISOCCUPATI DA LUNGO TEMPO
Otto euro e mezzo lordi l’ora. È questa la paga che prenderanno come minimo salariale tutti i tedeschi.
Si annuncia come una rivoluzione la norma che entrerà in vigore in Germania il primo gennaio 2015, sebbene sia previsto un periodo di transizione per alcuni settori.
Entro il 2017 riguarderà tutti i lavoratori, eccetto i minori di 18 anni, gli stagisti e i disoccupati di lunga durata.
La legge sul «Mindestlohn» varata dal Consiglio dei ministri dovrà ora essere approvata dai deputati del Bundestag, la Camera bassa del Parlamento tedesco e anche dal Bundesrat, la Camera alta, ma entrambi i passaggi non dovrebbero rappresentare problemi
L’introduzione di un salario minimo in Germania è un passo rivoluzionario, in un Paese che storicamente ha sempre lasciato le parti sociali negoziare i salari in autonomia.
Finora le garanzie salariali sono state assicurate agli iscritti ai sindacati, ma il tasso di partecipazione è drasticamente calato da oltre il 70% della fine degli anni Novanta al 59% attuale.
La platea dei sottopagati si è così estesa fino a raggiungere circa 4 milioni, anche a causa della diffusione di contratti flessibili di vario tipo, dal part-time all’impiego stagionale fino ai mini-job a 480 euro mensili.
Forse è per questo che il «Mindestlohn» sfiora l’80% di preferenze tra i tedeschi.
Nelle ultime settimane la Bda, la Confindustria locale, aveva criticato la misura, ritenendola un vero freno al mercato del lavoro per i più deboli, per esempio per i lavoratori di lungo termine e per chi non ha mai lavorato, e perchè ingiusta a livello nazionale, con i salari nell’ex Ddr al momento ancora inferiori a quelli della Germania ovest. Critici anche molti economisti, secondo i quali la nuova norma aumenterà i costi per le aziende, portandole a licenziare: centinaia di migliaia di lavoratori potrebbero perdere il posto
PROGRAMMA SP
Il salario minimo esiste già per legge in ben ventuno dei ventotto Stati membri dell’Unione europea. Naturalmente in ogni Paese è applicato in modo diverso, sia per le tariffe calcolate sia per i criteri di applicazione: si va dagli 1,04 euro orari della Bulgaria agli 11,10 euro del Lussemburgo.
«È fatta», ha dichiarato una fonte governativa al termine della riunione dei ministri a Berlino, riferendosi al «Mindestlohn ». La rivoluzione del mondo del lavoro fa parte del programma di governo ed è stato il cavallo della battaglia elettorale della Spd di Sigmar Gabriel: la sua istituzione per legge era una delle condizioni alle quali i socialdemocratici avevano vincolato l’ingresso nella Grosse Koalition
La Cdu della cancelliera era contraria, preferendo piuttosto l’ipotesi di contrattazioni per categoria affidata ai singoli Laender, cioè degli accordi regionali. Il partito conservatore ha così ceduto per poter giungere alla formazione di un governo con i socialdemocratici
La ministra del Lavoro, la socialdemocratica Andrea Nahles, ha esultato dicendo che il salario minimo «fornirà maggiore equità » in Germania. Nahles ha preparato il disegno di legge e lo ha sottoposto ai colleghi del governo Merkel spiegando come «il salario minimo è giunto così comeè stato concordato nel Patto, a parte qualche eccezione ». È stata questa l’unica concessione fatta ai colleghi della Cdu
«Troppe le eccezioni», è stata la dura critica giunta dalla Linke, unica forza all’opposizione in parlamento assieme ai Verdi, che rivendica il merito di aver introdotto per prima il tema del salario minimo. «Così c’è il rischio concreto di una spaccatura tra lavoratori tutelati e una riserva di manodopera a basso costo e zero tutele che finirebbe per vanificare gli effetti della legge», è stato il commento del leader sindacale Frank Bsirske sul sito di Der Spiegel
La Grosse Koalition ora potrebbe orientarsi su un’altra misura voluta dalla Spd per sostenere il mercato interno e aiutare i ceti meno abbienti. Secondo voci interne al governo, Merkel sarebbe pronta a varare anche una legge per calmierare gli affitti nelle città più care.
Roberto Arduini
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