INCONTRO GRILLO-CONTE PRIMA DELLE CONSULTAZIONI
CI SARA’ ANCHE UN VOTO SU ROUSSEAU
L’Elevato doveva scendere. Ed è arrivato a Roma. Lo aspettano tutti all’hotel Forum. Ma arriva o non arriva? Una delegazione di giornalisti per ingannare l’attesa si affaccia sui Mercati Traianei dove è appena stata inaugurata una mostra su Napoleone e il mito di Roma. Si sente una voce: “Ma lo sapete che in realtà Bonaparte a Roma personalmente non è venuto mai?”. E un altro: “Non è anche Beppe stavolta ci dà buca, visto che ormai si sente un Imperatore?”. Battute. Sorrisi. Si fa sera.
E invece Grillo non può mancare all’appuntamento. Anche se per adesso all’hotel Forum non si vede arrivare. Dagli uffici stampa nel pomeriggio viene comunicato un punto fermo, cioè che domani alle 11 il fondatore M5s incontrerà i vertici del partito a Montecitorio, tra cui anche l’ormai ex premier Conte, per stabilire una linea il più possibile unitaria prima delle consultazioni con il premier incaricato Mario Draghi.
Intanto l’addetta alle prenotazioni nella hall dell’albergo con vista Fori Imperiali non fa che rispondere sempre la stessa cosa: “Non viene Grillo, verrà a Roma ma non è qui. Qui è aperto solo il bar fino alle 18, ma le stanze non sono utilizzabili”.
Eppure le telecamere si moltiplicano ma con il passare delle ore si intristiscono anche po’. Manca la star, avvolta in un alone di mistero e finita in un limbo che tutti cercano di decriptare: “Non viene perchè ha paura di incontrare Casaleggio?”. Chi ha parlato con i maggiorenti di M5s assicura: “Secondo me, si sono incontrati”.
Tanto è vero che anche il figlio del co-fondatore è nella Capitale. Nessuno esclude che i due si siano visti, ma nello stesso tempo c’è anche un tam tam contrario: “Macchè, uno è andato via e l’altro non è ancora arrivato”. Sta di fatto che in mattinata Casaleggio lancia un post, il post che deciderà la linea: “Qualunque sarà lo scenario politico possibile c’è ampio consenso sul fatto che l’unico modo per avere una coesione del Movimento 5 Stelle sarà quello di chiedere agli iscritti su Rousseau”. Nessuno si fida più del titolare della piattaforma, ma Grillo non può che dare il via libera al sondaggio ed è qui che inizia la sua missione romana.
Convincere gli iscritti, la base a seguirlo nella strada verso Draghi. Non caso con lui, di fronte all’ex presidente della Bce, ci sarà anche Paola Taverna, la quale fino all’ultimo ha creduto nel Conte ter e si è messa di traverso nell’abbraccio a super Draghi. Ora la pasionaria è il simbolo di chi, grazie all’intervento di Beppe, può ricredersi.
“Detteremo la nostra agenda, ci ascolteranno, vedrete, non indietreggiamo”, è il ritornello che va ripetendo l’Elevato insieme al libro dei sogni 5Stelle che vede il reddito di cittadinanza, il decreto dignità e le norme anticorruzione, una imposta patrimoniale per i super-ricchi, acqua pubblica, blu economy, digitalizzazione, conflitto di interessi e banca pubblica. E soprattutto la conditio sine qua non è che l’esecutivo abbia ministri politici.
Ciò che è noto è che tra il Garante M5s e il premier incaricato ci sono già state due ore di telefonata. Grillo nella Capitale deve far vedere che c’è, far pesare tutta la sua presenza, il suo potere, il suo mito per annichilire chiunque voglia scindersi, quei tanti o quei pochi che spingendo per il ‘no’ a Mario Draghi finirebbero per spaccare il Movimento.
Come dice il questore della Camera Francesco D’Uva: “Governo con Berlusconi e Salvini? Grillo ci toglierà dall’imbarazzo”. Lo dice l’ex capogruppo alla Camera ma lo ripetono tutti.
Infatti il messaggio che porta Beppe è anzitutto fisico: “Fidatevi di me”. E così accadde anche in un momento cruciale per il Movimento, quando si trattò di passare dall’alleanza con la Lega a quella con il Pd. Il Garante allora garantì la possibile continuità e la necessità di cambiare pelle, o meglio colore per M5s. L’operazione riuscì e fu sufficiente un post sul blog. Ma questa volta l’impegno è più gravoso. Nelle vicendevoli telefonate, e sono di continuo, tra lui e Luigi Di Maio la domande è sempre questa: “Ma quanti ne perdiamo?”.
Grillo ha assicurato al premier incaricato Mario Draghi che non ci saranno sfracelli ma anche lui che ormai rispetto al Movimento è un Elevato, per certi versi un Alieno, non ha completamente il polso del partito.
Un partito che si muove in maniera estemporanea e cambia umore continuamente, che sbanda e che ora almeno in parte sembra ascoltare Alessandro Di Battista e subito dopo contestarlo: “Alessandro vuole solo un posto nel governo, sennò ci spinge alla guerra”.
Li sta sentendo tutti. Grillo è continuamente al telefono. Parla con Riccardo Fraccaro, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, poi sente Alfonso Bonafede, Vito Crimi, gli ex ministri, i capigruppo di Camera e Senato. Se non dà il via libera al sondaggio su Rousseau non si esce dal pantano. È il modo per mettere d’accordo tutti.
Casaleggio lo pretende, Alessandro Di Battista anche e alla fine il Garante acconsente. Il suo via libera al governo Draghi con dentro i 5Stelle è già nei fatti. I gruppi parlamentari stanno vivendo il loro più grande travaglio, la grande trasformazione che potrebbe portarli in un esecutivo con il partito di Silvio Berlusconi accanto a loro. Grillo deve far digerire tutto questo, convincere gli scettici, contenere la scissione il più possibile.
Il voto sul blog con Di Battista che spinge per il ‘no’ a Draghi può essere tiranno, ma Grillo vuole mettere il sigillo. Sono le otto di sera, il monovolume del Garante ancora non si è fermato qui davanti, la speranza è che compaia entro le undici di domani, e dall’hotel Forum non resta che guardare Napoleone dall’altra parte della strada. Ma ormai non c’è neanche più lui. La mostra ha chiuso alle 19.30.
(da “Huffingtonpost”)
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