INSULTI A SASSOLI, LA POLIZIA IDENTIFICA I RESPONSABILI
CHI E’ UGO FUOCO, AL CENTRO DELLA RETE NO VAX
I mezzi sono quelli che già conosciamo. Plotoni di odiatori organizzati che sono partiti dai gruppi Telegram e si sono riversati sui social. In comune hanno gli hashtag, i toni e i riferimenti.
Quella che abbiamo visto dopo la morte del presidente dell’Europarlamento David Sassoli è stata una shitstorm coordinata dagli ambienti No vax. Una bufera su cui hanno deciso di intervenire la polizia di Stato e la polizia postale che hanno avviato le indagini per trovare le persone che si nascondevano dietro nomi e foto fake.
Fra gli account coinvolti anche quello di Ugo Fuoco, un uomo di 40 anni residente nel napoletano autore di uno dei messaggi più virali: «Ogni tanto una buonissima notizia. Se ne va mr. ‘Il Green pass non è discriminatorio’ Sassoli. Adesso venitevi a prendere gli altri, grazie».
I collegamenti che si trovano in rete a partire da questo utente sono parecchi. Prima di tutto c’è una pagina Facebook chiamata Ugo Fuoco in cui si può leggere il messaggio citato anche dalla polizia postale, è stato pubblicato l’11 gennaio.
La pagina in questione ha diversi rimandi alla propaganda No vax: spesso viene linkato il gruppo Libero comitato di protesta Napoli non si piega. Tra l’altro l’ultimo contenuto pubblicato dalla pagina è la foto di un uomo in un letto di ospedale e la didascalia che dice «Non sono morto ancora».
Ma il vero bacino di risonanza di Ugo Fuoco non è qui. Il cuore della propaganda No vax partita da questo account è un gruppo Telegram da oltre 36 mila iscritti che si chiama Ugo Fuoco | Stop Dittatura.
Qui vengono continuamente pubblicati messaggi No vax. Tra questi, giusto per capire il tenore, se ne trova anche uno intitolato 618 GRAMMI DI METALLO SI ATTACCANO AL BRACCIO DI UNA VACCINATA CON DOPPIA DOSE. Quello che però è interessante è l’ultimo messaggio, un lungo vocale pubblicato nelle ultime ore in cui l’amministratore si scusa per l’assenza nella gestione del canale e spiega di avere febbre alta e sintomi respiratori.
Qui spiega che in questi giorni non riuscirà a pubblicare come suo solito. L’audio ha oltre 1.200 i commenti, molti di buona guarigione. Non è dato sapere se l’uomo sia ammalato di Covid. Le indagini della polizia hanno dimostrato che questo utente era già stato denunciato per la violazione delle misure contro la quarantena.
La rete di tweet attorno all’hashtag #nessunacorrelazione
Il lavoro della polzia postale è concentrato anche a ricostruire tutta le rete che ruota attorno a #nessunacorrelazione, l’hashtag con cui sono stati pubblicati molti degli insulti rivolti a Sassoli dopo la sua morte.
Come si può intuire, l’hastag ha un contenuto ironico e fa riferimento all’ipotesi sollevata in ambienti No vax che la morte del presidente dell’Europarlamento sia collegata al vaccino. Tra i messaggi ancora in rete molti se ne trovano molti collegati anche a #DRAGHIINGALERA, un hashtag diventato trendig topic su Twitter grazie a una rete di profili fake come dimostrato dall’esperto di comunicazione Pietro Raffa.
(da Open)
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