INTERCETTAZIONI, CRESCE L’ALLARME INTERNAZIONALE: “QUESTA LEGGE CENSURA L’INFORMAZIONE”
LE CRITICHE DI “FREEDOM HOUSE”, ISTITUTO DI RICERCA USA, FONDATO DA ROSSEVELT NEL 1941, CHE SI OCCUPA DELLA PROMOZIONE DELLA DEMOCRAZIA LIBERALE NEL MONDO…I SUOI RAPPORTI SULLA LIBERTA’ NEI VARI PAESI SONO CONSIDERATI IMPORTANTI IN TUTTO IL MONDO….E’ VICINO AL CONGRESSO USA
Nella valutazione del decreto legge sulle intercettazioni, al centro delle polemiche nel nostro Paese, pesano spesso in Italia le posizioni politiche. Difficile talvolta discernere tra le critiche preconcette, se pur legittime, e quelle che invece emergono dal’esame delle singole norme.
In tal senso riteniamo opportuno dare spazio alle considerazioni di un organismo “super partes” di carattere internazionale.
Parliamo di “Freedom House”, un istituto di ricerca statunitense, finanziato con fondi governativi e con sede a Washington.
Si occupa attivamente della promozione della democrazia liberale nel mondo.
I suoi rapporti sulla libertà nei vari Paesi sono tenuti in grande considerazione e citati spesso dai media di tutto il mondo.
Fondato nel 1941 per riaffermare i valori della democrazia e della libertà di fronte alla minaccia nazista (tra i fondatori anche Eleonor Roosevelt, moglie del presidente), Freedom House ha uffici sparsi in tutto il mondo.
Karin Deutsch Karkekar è la responsabile per le inchieste sulla libertà di stampa nel mondo e ha rilasciato una interessante intervista al quotidiano genovese “Secolo XIX” , in cui conferma che il disegno di legge presentato dal governo italiano è da tempo sotto stretta osservazione.
“Siamo totalmente d’accordo con l’Osce che ha dichiarato la sua contrarietà . E’ inaccettabile impedire ai media di fornire informazioni ai cittadini su inchieste in corso, suscettibili di sfociare in provvedimenti giudiziari. Significa impedire ai giornalisti di svolgere il proprio lavoro, minacciando multe spropositate”.
La responsabile continua: “Se la legge passerà in Italia sarà introdotta la censura all’informazione e la posizione del’Italia peggiorerà ulteriormente. La legge potrà essere contrastata con ricorsi nelle sedi internazionali e ciò avrebbe un grande effetto negativo per il vostro Paese e produrrebbe imbarazzo al governo italiano: noi riferiamo sempre al Congresso degli Stati Uniti”.
A proposito del declassamento che il nostro Paese ha subito a livello internazionale, in merito alla classifica della libertà di stampa nel mondo, Karin conferma che “il motivo sta nella concentrazione della proprietà dei mezzi di comunicazione nella persona di Berlusconi, nelle azioni di disturbo contro i giornalisti, nella crescita dello scontro tra stampa e presidente del Consiglio”.
Secondo Freedom House, una tale concentrazione di potere mediatico non c’è mai stata nel mondo, neanche in Thailandia qualche anno fa.
Un decreto sulle intercettazioni come quello italiano non sarebbe pensabile negli Usa: “chi assume una carica pubblica negli States, si libera immediatamente dei propri interessi privati”.
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