INTERVISTA A PARISI: “SE BERLUSCONI SI ALLEA CON SALVINI FA SOLO UN FAVORE A GRILLO”
IL FONDATORE DI ENERGIE PER L’ITALIA: “DOBBIAMO DIRE CHE SIAMO PER L’EUROPA”
Stefano Parisi teme che alla fine Berlusconi porti i suoi voti a Salvini, con il risultato di un centrodestra che resterà fuori dal bipolarismo Pd-5 Stelle. «Così la vittoria di Grillo è assicurata». –
Cosa dovrebbe fare il Cavaliere?
«Occorre rivitalizzare l’area che c’è tra il Pd e i 5 Stelle, fare scelte chiare, liberali, soprattutto in campo economico. Bisogna dire ad esempio che l’Alitalia è un’azienda decotta, che andrebbe chiusa e non darle 600 milioni dei contribuenti. Noi di Energie per l’Italia stiamo rivitalizzando questa area con una costituente che non è l’aggregazione della diaspora di Fi. Vogliamo recuperare quella parte di elettori che non vota più per il centrodestra. Non sono contrario alle primarie ma serve una legge per farle credibili. Abbiamo presentato una proposta di legge di due righe che si può approvare in poche settimane. Ma dal centrodestra nessun segnale».
Il Cavaliere pensa che sarà sempre lui la guida moderata del centrodestra.
«La politica deve essere rigenerata. Spero che non porti la sua dote di voti in un listone guidato dalla Lega. Sarebbe un listone perdente. Berlusconi deve scegliere un’alleanza popolare che dia un taglio netto con le politiche renziane e prenda le distanze dai cosiddetti “sovranisti”. In un sistema proporzionale quest’area raccoglierebbe un consenso di gran lunga superiore al peso elettorale di Salvini e Meloni. Ma bisogna dire con nettezza che stiamo dentro l’Europa e che non usciamo dall’euro. Bisogna uscire dall’ambiguità . Il nostro popolo non capisce. È disorientato».
Energia per l’Italia non è rilevata dai sondaggi. Se la nuova legge elettorale dovesse introdurre la soglia di sbarramento al 5% come farete ad entrare in Parlamento?
«Io sono convinto che possiamo raggiungere tra 8 e il 10%. Stiamo aggregando liste civiche, realtà locali, consensi che da anni hanno abbandonato il centrodestra. Bisogna candidare persone competenti e credibili, avere programmi nuovi, non moderati, ma di radicale rinnovamento liberale».
Quindi è favorevole ad una soglia del 5%?
«Sì. Noi abbiamo sempre proposto il sistema proporzionale tedesco che prevede anche la sfiducia costruttiva e non il premio di maggioranza».
In Francia chi voterebbe?
«Mi piaceva Fillon, ma voterei Macron. La vittoria della Le Pen sarebbe una grave danno per la Francia ma anche per l’Italia. L’uscita di Parigi dall’euro sarebbe un guaio per noi, basti pensare che gran parte delle grandi aziende italiane sono nella sfera di influenza francese o partecipate dai francesi. Tanto per fare alcuni esempi: Telecom, Generali, Unicredit. La stessa Mediaset ne risentirebbe molto».
Lei in Sicilia sostiene la candidatura di Nello Musumeci insieme a Salvini e Meloni. Fi è contraria. Lei così si contraddice.
«In Sicilia c’è un sistema maggioritario e si elegge il presidente della Regione. Il Pd è ai minimi termini dopo la disastrosa esperienza di Crocetta. Se il centrodestra non si mette insieme, M5S avrà davanti un’autostrada e se vincono in Sicilia….».
(da “La Stampa”)
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