INTERVISTA A ROBERTA LOMBARDI: “ZINGARETTI? NOI DAL NOTAIO NON CI ANDIAMO”
“NEL LAZIO IL PD REGIONALE HA UNA STRUTTURA DIVERSA DA QUELLO NAZIONALE, POSSIBILE CONVERGENZA SUI TEMI”
Il piano diabolico di Sergio Pirozzi per portare i consiglieri regionali a dimettersi dal notaio allo scopo di affossare Nicola Zingaretti è già morto.
Dopo la smentita di Parisi, anche Roberta Lombardi chiude la porta al sindaco di Amatrice, che aveva detto stamattina di voler portare i consiglieri appena eletti a dimettersi per causare la caduta della giunta non ancora eletta offrendosi anche di pagare il conto dal notaio. Pirozzi quindi per la caduta di Zingaretti può attendere. Almeno risparmierà i soldi del notaio.
Roberta Lombardi sta lavorando alle prime proposte da presentare in Regione. Risponde al telefono ed esclama: “Guardi, nel Lazio non ci sono nè manovre nè intrecci con il centrodestra”.
Si racconta di un’intesa tra M5S e centrodestra per far cadere il governatore Nicola Zingaretti, non è così? Dimissioni di massa e nuovo voto?
È una cosa che non esiste. Noi dal notaio non ci andiamo, quel metodo appartiene a qualcun altro. Le persone si sfiduciano nelle aule democratiche. Poi, certo, se oggi Zingaretti non ha i numeri è perchè prima di chiudere la consiliatura ha fatto una legge elettorale che non garantisce la governabilità .
Dunque come farà Zingaretti a governare se mancano due consiglieri per avere la maggioranza?
Il voto dei cittadini va rispettato, è l’essenza della democrazia. Laddove Zingaretti si mostrerà ancora una volta incapace di gestire adeguatamente la macchina amministrativa e di governare nell’interesse dei cittadini saremo i primi a chiederne le dimissioni.
Ci sono margini per trovare un’intesa programmatica con Zingaretti?
Noi dei 5 Stelle convergiamo sui punti. Se ci sono proposte in sintonia con il nostro programma non avremo problemi a votare a favore.
Da prima capogruppo alla Camera nella scorsa legislatura, a capogruppo in Regione Lazio. Adesso i due piani, quello nazionale e quello regionale, sembrano intrecciarsi sempre di più. È vero?
Guardi, i due piani sono di norma interconnessi, come dovrebbero essere interconnessi anche con il Comune di Roma, finora invece questo non lo abbiamo visto. Mi auguro di vedere un cambio di rotta, il mio lavoro in Regione Lazio sarà anche questo: ricordare al presidente che ha un obbligo verso Roma, che è la Capitale d’Italia, indipendentemente dal colore politico. Dunque il nostro lavoro sarà aiutare Virginia e tutta l’amministrazione capitolina, tenere accesso il riflettore sulle Province e vigilare sul lavoro della Giunta regionale.
Che significa l’incontro tra Zingaretti e il sindaco di Roma Virginia Raggi? Zingaretti si vuole blindare con M5S per avere in regione i voti che mancano?
È stato un incontro di carattere istituzionale. Al riguardo credo possa chiedere al Campidoglio.
Il vostro dialogo con il centrodestra nel Lazio si intreccia con i possibili accordi M5S-Lega, al di là delle presidenze delle Camere?
Non c’è nessun dialogo con il centrodestra e pertanto nessun intreccio. Quel che è certo è che un governo senza il M5S, in Italia, oggi non è possibile.
Oppure M5S alla Camera e al Senato spera in fondo nell’accordo con il Pd. Dunque si può arrivare al risultato che M5S in Regione appoggia il Pd e il Pd appoggia M5S al governo?
È fantapolitica. E poi in Regione Lazio il Pd ha una struttura, in Parlamento un’altra. Lo abbiamo visto anche nelle alleanze pre-elettorali. LeU diviso dal Pd sul nazionale e alleato nel Lazio.
Vede un voto anticipato politiche e regionali insieme?
Vedo il primo governo del M5S e la nascita della Terza Repubblica.
(da “Huffingtonpost”)
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