INTERVISTA A SCAJOLA:”BERLUSCONI O ALFANO? DIPENDE DA CHI MI OFFRE UN POSTO IN PRIMA FILA”
L’EX MINISTRO: “MI SONO DIMESSO PERCHE’ LA POLITICA E’ CREDIBILITA'”
Le incongruenze sull’acquisto della casa di 180 metri quadri davanti al Colosseo lo spinsero ad affermare che «qualcuno avrà pagato a mia insaputa».
Oggi l’ex ministro Claudio Scajola pensa al suo nuovo inizio in politica: dipende molto «da chi mi saprà convincere».
Contento per la telefonata di Silvio Berlusconi?
«Sì, certamente. Mi ha chiamato proprio davanti ai cronisti che hanno subito rilanciato alle agenzie».
Pronto, quindi, per scendere di nuovo in campo?
«Adesso voglio pensare ad altro, alla mia famiglia».
Ma chi le è stato più vicino in questi anni? Berlusconi o Alfano?
«La verità è che per 3 anni e 9 mesi io sono stato per tutti un appestato».
E se dovesse scegliere con chi dei due schierarsi cosa preferirebbe? Forza Italia o Nuovo centro destra?
«Guardi, finora mi avevano tutti relegato all’ultima fila. Ora, grazie all’assoluzione, posso tranquillamente sedere in prima fila. Starò a vedere chi mi invita. In base a chi mi invita in prima fila, deciderò il mio futuro politico. Ora però ho altro per la testa».
Il processo le ha dato ragione.
«Non poteva essere altrimenti, io ho detto sempre e solo la verità . Ero tranquillo, tant’è vero che stamattina (ieri per chi legge, ndr) ho inviato un sms a mia moglie scivendole “Vedrai che la verità verrà a galla, perchè tu sai che ho raccontato la verità . Ma meglio prima che poi”».
Felice d’aver predetto il verdetto?
«Molto, soprattutto perchè solo l’assoluzione in formula piena, solo in caso di manifesta innocenza, può essere superata la prescrizione. Che nel mio caso era arrivata nel 2010, tant’è che ho sempre sostenuto l’inutilità di questo processo. Ma ho sempre avuto e sempre avrò fiducia nella legge e quindi non ho scelto la strada più comoda della prescrizione. E ho vinto: sono stato giudicato non colpevole».
A distanza di 3 anni e 9 mesi, farebbe ancora quell’affermazione sulla casa pagata a a sua insaputa?
«Di questa storia non voglio più sentir parlare, anche perchè in verità andò diversamente».
Come?
«In una conferenza stampa, dove tutti mi pressavano perchè dicessi sul pagamento ciò che non potevo dire perchè davvero non lo sapevo, affermai che “quello che non conosco sul pagamento è avvenuto senza che io lo sapessi”».
A sua insaputa, appunto.
«Ancora? Basta con questa storia. Mi ci sono giocato la carriera politica: io non ho aspettato nè di essere indagato ufficialmente, nè di essere sfiduciato in Parlamento. Mi sono dimesso prima».
Perchè?
«Ho sempre inteso la politica come una questione di credibilità , sia nei confronti degli alleati sia degli avversari. La sentenza parla chiaro: io non ho commesso alcun reato».
(da “La Stampa“)
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