INTERVISTA A VANESSA CAMANI: “PIETRO HA TRE MESI, NON POSSO LASCIARLO: CON QUESTE REGOLE NESSUNA TUTELA”
“SONO TANTE LE DEPUTATE MAMME IN PARLAMENTO, MA LA BUROCRAZIA DEL PALAZZO NON CONTEMPLA LA MATERNITA'”
«Mi hanno fermato in tanti, per chiedermi: “Allora, cosa pensi di fare: la mamma o la deputata?”. A tutti ho risposto: “Ma scusate, voi avete scelto tra il lavoro e l’essere genitori?”»
Onorevole Camani, quante volte è stata alla Camera dopo che è subentrata ad Alessandra Moretti?
«Una sola volta, il 25 giugno, il giorno della proclamazione, fermandomi anche l’indomani».
E perchè rimane a casa?
«Perchè i bambini non possono entrare a Montecitorio e io ogni tre ore devo allattare Pietro, che ha tre mesi. Pensavo di portarlo con me, e pure Anna, due anni, ma non c’è una nursery, nè uno spazio bambini »
Come mai non prende una babysitter?
«Ma la baby-sitter non allatta. Quando ho messo piede in Parlamento quelli del Pd sono stata gentilissimi, mettendomi a disposizione la sala Berlinguer, nel palazzo dei gruppi attiguo a Montecitorio. E lì ci siamo piazzati con il passeggino, i pannolini, i biberon, io, mio marito e un’amica: poi sono andata in aula, e loro sono rimasti lì ad attendere il mio ritorno. Ma non è una soluzione»
Non ha pensato a un nido, vicino al Parlamento?
«Ci ho pensato, certo, ma anche in quel caso si porrebbe il problema dell’allattamento. Ho deciso a malincuore che dopo l’estate smetterò di allattare, con Anna l’avevo fatto per un anno, ma è l’unico modo per iniziare almeno a settembre».
Madia è un ministro-mamma. Non è un esempio?
«Ma vive a Roma, io da Padova ci metto tre ore e mezzo in treno».
Quindi non va in Parlamento?
«No, fino a settembre rimarrò a casa, salvo che mi chiamino per i voti di fiducia. Ho la scorta di latte materno in freezer: per avere un’autonomia di un giorno e mezzo. Dall’autunno starò a Roma dal martedì al giovedì, e assumerò una tata».
Nel frattempo lei percepisce l’indennità .
«Vede, io faccio politica dall’età di 19 anni, militante Pds, segretario di sezione, capogruppo Pd ad Abano Terme, ora finalmente mi capita l’occasione della vita: avrei una voglia matta di cominciare».
Cosa prova?
«Dispiacere. Quando Anna era piccolissima ero consigliere comunale e ogni volta che chiedevo, dopo sei ore di aula, di differire la seduta mi sentivo rispondere: “Eh, dimettiti se non ce la fai”. La verità è che per le donne i limiti famigliari vengono ritenuti degli impedimenti all’attività politica».
Non è un Paese per le mamme?
«Non ci sono mai state così tante mamme a Montecitorio. Mai così tante giovani donne. Mi sono informata: quelle nelle mie condizioni sono rimaste tutte a casa. Per regolamento io risulto in missione, anche la burocrazia del Palazzo non contempla la maternità ».
Concetto Vecchio
(da “La Repubblica“)
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