INTERVISTA AD ALFONSO PAPA: “BERLUSCONI RITIENE INIQUA LA SENTENZA? COME SOCRATE, LUI BEVVE LA CICUTA”
PARLA L’EX DEPUTATO DEL PDL FINITO IN MANETTE PER LA P4
Silvio Berlusconi ritiene la sentenza del processo Mediaset iniqua.
“Anche Socrate non aveva avuto dubbi sull’ingiustizia della sentenza che lo voleva colpevole, ma bevve la cicuta”.
Non si spinge fino a tanto (ma poco ci manca) Alfonso Papa, già deputato del Pdl, l’unico ai tempi della Seconda repubblica che ha ricevuto pollice verso dall’aula su una richiesta di autorizzazione a procedere.
L’inchiesta era quella della P4, e Papa finì in manette.
Quando fu scarcerato aveva ancora i galloni di onorevole, e iniziò una tenace battaglia sulla condizione carceraria italiana.
Non fu ricandidato, considerato un “impresentabile”. Questo nonostante il suo arresto fu dichiarato illegittimo dal Tribunale del riesame.
Ma, anche fuori dal Palazzo, continua a battagliare sui temi che intersecano politica e giustizia.
Giorgio Napolitano ha ascoltato i suoi tanti appelli?
Il tema delle condizioni inumane in cui versano i carcerati da anni è stato denunciato dai livelli più alti della nostra società . Perfino due Papi hanno preso una posizione precisa in questo senso. Il primo gesto da pontefice di Bergoglio è stato quello di andare a lavare i piedi ad alcuni detenuti. Ma non solo lui. Il messaggio di Giorgio Napolitano non è una sorpresa. Sono tre anni che insiste sull’urgenza di intervenire. Come anche la Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha messo in evidenza come l’Italia versi da questo punto di vista in condizioni insostenibili.
Stupisce però la giravolta del Pdl, storicamente non proprio aperturista sul tema, che questa volta si spella le mani
La classe politica intera ha un atteggiamento strumentale su questo argomento, è tutto un mercato, un mercimonio. Quello che dico rispetto al Pdl è “meglio tardi che mai”. Va bene che appoggino l’amnistia, anche se lo fanno per calcolo o per interesse.
Tutto bene. Ma non ci nascondiamo che il convitato di pietra rimane sempre Silvio Berlusconi. E che i reati finanziari non sono mai stati amnistiati.
Ma certo, storicamente quel tipo di condanne non sono mai state inserite in provvedimenti del genere. Le carceri non sono affollate dai colletti bianchi, ma da poveri disgraziati. Il problema sono leggi come la Bossi-Fini o la Fini-Giovanardi, che costringono dentro le nostre prigioni dei poveracci. Anzi, sa cosa le dico?
Cosa?
Che se fossi il Pdl chiederei espressamente che quei reati siano tenuti fuori, per non essere strumentalizzato.
Non scherziamo. Se venissero tenuti fuori gli azzurri alzerebbero le barricate, e non se ne farebbe nulla.
Se davvero alzassero le barricate su questo si dimostrerebbero ancora una volta irresponsabili, e confermerebbero una grande mancanza di senso delle istituzioni. Il punto è che non ci voglio credere: sarebbe un clamoroso sintomo di inadeguatezza.
Certo che nel rapporto tra politica e giustizia in Italia la presenza del Cavaliere sembra ineliminabile. Anche lei ne sa qualcosa.
Certo. Quando la Camera valutò la richiesta di mia carcerazione preventiva quel voto fu fatto sulla scorta di calcoli politici, anche da parte di esponenti del Pdl. Ma io sono diverso da Berlusconi. Quando la Cassazione annullò l’arresto, mi sono sempre recato in tribunale per le udienze, anche a scapito delle sedute d’aula.
Anche lei sottoposto ad un voto del Parlamento, come accadrà per il leader azzurro.
Vero, ma il caso Berlusconi è diverso. Lì si parla di applicare una legge voluta dal Pdl, c’è una sentenza passata in giudicato.
Lui la contesta.
Anche Socrate non aveva avuto dubbi sull’ingiustizia della sentenza che lo voleva colpevole, ma bevve la cicuta.
Sta dicendo che…
Sto dicendo che questo dibattito non ha motivo di essere. Si applichi ai servizi sociali e dedichi la sua vita agli altri.
Una discussione che ha rischiato di far cadere il governo.
Non c’è dubbio che quello del Pdl sia un atteggiamento ipocrita, che sfrutta queste vicende per condizionare il dibattito politico. Un gesto di grande dignità da parte di Berlusconi sarebbe quello di dimettersi, e dedicarsi al volontariato sui temi dell’infanzia, o magari su quelli del recupero dei tossicodipendenti.
Voto palese o voto segreto?
Credo proprio la seconda.
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