INTERVISTA AL CINQUESTELLE TACCONI: “STO PENSANDO DI ANDARMENE”
“IL MOVIMENTO E’ DISCRIMINATORIO SULLA DIARIA, IN MANCANZA DI SOLUZIONI ME NE VADO”…”IO VIVO A ZURIGO, LA CITTA’ PIU’ CARA D’EUROPA”
C’è una linea di confine quasi impalpabile che separa la politica dalla vita privata, il render conto pubblicamente di una propria etica personale dallo spiattellamento urbi et orbi delle piccole problematiche che contornano la vita di un uomo pubblico che è anche un cittadino privato.
Una linea che diventa invisibile se, per caso o per convinzione, ti ritrovi a fare il parlamentare del Movimento 5 stelle.
Alessio Tacconi è l’unico eletto per gli stellati all’estero, nella circoscrizione Europa. Vive a Zurigo, secondo uno studio dell’Ubs la seconda città al mondo per costo della vita.
E oggi non sa se potrà rimanere ancora a lungo nel Movimento 5 stelle.
“Ho sollecitato il capogruppo Riccardo Nuti due settimane fa. Gli ho fatto presente che le spese vive della mia famiglia superano i 5mila euro lordi che dovrei percepire, stabiliti dall’interpretazione restrittiva che è stata fatta rispetto al Codice di comportamento”.
Tacconi si è recato nell’ufficio del capogruppo, gli ha fatto un lungo elenco dei costi che è costretto a sostenere e ha chiesto che fosse convocata un’assemblea: “Ho sollecitato affinchè il mio caso fosse valutato, e che potessi continuare a mantenere la mia famiglia e restare nel M5s nelle modalità decise dall’assemblea dei parlamentari”.
Ma, ad oggi, il ‘caso-Tacconi’ non è stato nemmeno sfiorato.
Nuti ha fatto presente i molti impegni avuti nelle ultime due settimane, e ha chiesto al collega di regolarsi intanto per suo conto, equiparando poi la somma restituita alle decisioni eventuali della plenaria.
“Ma qualunque decisione prendessi sarebbe opinabile — spiega Tacconi — e non voglio decidere di testa mia rispetto ad una necessità che ho fatto presente tempo fa. Mi devono spiegare se posso comunque rimanere nel Movimento oppure no. In caso contrario continuerei a lavorare per gli italiani all’estero ma in un altro gruppo”.
Il deputato stellato ha scritto a Nuti (come abbiamo potuto visionare) di voler restituire qualunque tipo di eccedenza: “Ma la mia famiglia viene prima di tutto. Ho chiesto solo di indicizzare il Codice di comportamento con il costo della vita in Svizzera, di valutare la cosa con tutti gli altri, ma sono stato lasciato completamente da solo”.
Partiamo dall’inizio.
Negli ultimi tre mesi da parte di molti sono state avanzate perplessità su questo punto.
Quale?
Sul fatto che il Codice di comportamento sia stato interpretato nella maniera più restrittiva possibile (si parla solo di restituzione dell’eccedenza dell’indennità , non della diaria n.d.r.), anzi sbagliata, perchè l’italiano dice un’altra cosa.
Lei lo ha fatto presente al suo capogruppo?
Sono andato due settimane fa a parlare con Nuti, chiedendo un incontro anche con il capogruppo del Senato. Volevo far presenti le difficoltà che ho a percepire 5mila euro lordi dovendo vivere in una delle città più care del mondo. Con il capogruppo ho sviscerato tutti i numeri, tutti i costi della mia vita, facendogli presente che con tutte le spese che ho alla fine del mese non ci arrivo, chiedendogli come potevo fare per restare all’interno del Movimento.
Il suo reddito prima era molto più alto?
Lavoravo per una società di consulenza e guadagnavo più o meno il doppio dell’indennità che tutti noi dovremmo percepire.
Nuti cosa le ha risposto?
Mi ha fatto capire che se non ce la facevo a rispettare le regole dovevo trovare una soluzione, qualunque essa fosse. Ma si è detto disponibile a valutare la mia situazione in assemblea.
Cosa che la trovava favorevole?
Sì, a patto che fosse preceduta da un incontro con lui e con il capogruppo al Senato. Perchè io non ho nessun problema a passare per l’assemblea, ma volevo definire prima il confine tra la trasparenza e la privacy. Per me è interessante capire cosa ne pensi l’assemblea, per vedere se il M5s è democratico o discriminatorio. Perchè si capirebbe se persone che hanno un reddito superiore ai 5mila euro lordi, o hanno più figli, o una formazione che gli ha aperto le porte a determinati guadagni, possono fare politica con il M5s.
Assemblea che non c’è mai stata?
No, ho mandato un remainder a Nuti all’inizio della scorsa settimana. Poi venerdì pomeriggio è arrivata una mail in cui si specificavano scadenze, martedì, e iban per la restituzione. Gli ho risposto facendogli notare come la mia situazione fosse ancora aperta.
Non poteva intanto restituire le eccedenze?
Prima bisognerebbe capire, tramite l’assemblea, se posso integrare il mio stipendio con parte dell’indennità o se posso farlo con parte della diaria.
Mezzo carrello di spesa a Zurigo costa 150 euro, una capricciosa ne costa 20. Per me è impossibile vivere con 5mila euro lorde, e non vivo in una reggia, faccio una vita normale
Nuti cosa le ha detto?
Mi ha risposto che non gli erano piaciuti i miei toni e a regolarmi io su cosa fare, con l’impegno di modificare la decisione in base a quello che verrà stabilito nei prossimi giorni. Non so come, non so in quali modalità e non so dove.
Ma lei non ci sta.
No, gli ho esposto tutta la mia frustrazione, dopo essere andato nel suo ufficio e avergli sviscerato tutti i costi della mia vita, in maniera trasparente. Una situazione causata da un’interpretazione del Codice di comportamento che più rigida non era possibile. Io e altri l’avevamo interpretato in altra maniera, ma una volta arrivati a Roma abbiamo scoperto altrimenti.
Perchè vuole aspettare l’assemblea?
Altrimenti sarebbe irrispettoso nei confronti di tutti quelli che hanno evidenziato altre perplessità . Poi qualunque cosa io decida sarebbe potuta essere criticabile.
A quanto si capisce non ha ancora restituito i soldi.
Ho ancora tutti quei soldi in un conto corrente dedicato, una cifra elevata. Nel mio personale sono addirittura in rosso, ma prima di toccare quel denaro aspetto una soluzione al mio problema. Detto questo io non voglio privilegi o benefici, ma parametrare quel lordo ai costi della vita del paese in cui vivo.
C’è un problema umano ancor prima che politico.
La sensazione è che non si vogliano affrontare i problemi che uno civilmente pone. C’è un atteggiamento tale per cui, se hai una difficoltà , quella deve rimanere tua.
Zaccagnini oggi ha lasciato il M5s evidenziando alcune problematiche, tra cui questa.
Le criticità avanzate da Zaccagnini ci sono, sono indubbie. Non è possibile dire altrimenti. C’è la necessità che ci sia la più completa democrazia, cosa che in questo momento non sembra esserci.
Qualche deputato tra i più vicini a Nuti oggi confessava di temere qualche altro problema sul fronte diaria. Si sente chiamato in causa?
Certo, la sensazione è quella. Il punto è che nel momento in cui ci sono delle regole scritte e Beppe Grillo, Gianroberto Casaleggio o qualche altro sedicente teorico del Movimento dice altro, quest’ultima cosa viene presa come sacra, generando dei problemi. In Parlamento ci siamo resi conto che la realtà è più complessa delle dichiarazioni d’intenti. Chiariamo una cosa: quando ho accettato la candidatura lo sapevo che mi sarei ridotto lo stipendio, per venire qui a combattere questa battaglia.
Lei dunque punta il dito con l’eccessiva intransigenza dei vertici del Movimento.
Assolutamente. Il problema nel M5s si vede ogni giorno: fuoriusciti, critiche anche piuttosto dure e via discorrendo.
Lei uscirà ?
Non vorrei.
Ma?
Ma mi devono spiegare come posso fare per rimanere all’interno. La cosa che mi fa più male è che non ci sia vera volontà di dialogo e di comprensione, perchè si prendono determinati pronunciamenti come verità assoluta e quello che non vi rientra è di per sè sbagliato. Se tu esprimi una tua critica sulle consultazioni con Bersani o sulla gestione dell’elezione del Quirinale, viene presa come un rifiuto a voler stare nelle regole del Movimento, come una volontà di creare problemi.
Se verrà attaccato sulla vicenda della diaria uscirà dal gruppo?
Spero che Nuti faccia capire a tutti quello che è successo e la problematica che esiste.
Qualora non succedesse?
Se mi diranno che mi sono posto fuori dal Movimento, che il Codice parlava chiaro, il che non è vero, mi riserverò di fare le mie valutazioni.
Qualora uscissi dal gruppo ti dimetteresti anche da parlamentare?
Se il M5s mi facesse capire che non ha intenzione di risolvere questa problematica continuerò a combattere per gli italiani all’estero in un altro gruppo.4
(da “La Repubblica“)
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