INTERVISTA AL DIRETTORE ISPI: “SALVINI IL RUSSO RISCHIA DI ISOLARCI IN EUROPA”
PAOLO MAGRI, DOCENTE ALLA BOCCONI: “ABOLIRE LE SANZIONI A MOSCA AVRA’ SERI RIFLESSI IN EUROPA SU ALTRI DOSSIER”
La promessa di Matteo Salvini — togliere, una volta al governo, le “assurde sanzioni” alla Russia “che stanno causando un danno incalcolabile all’economia italiana” — non stupisce affatto Paolo Magri, vicepresidente e direttore dell’Ispi e professore di Relazioni internazionali alla Bocconi.
Che, sentito da HuffPost, ricorda come la Lega, su questo, non sia affatto sola, ma possa contare sul parere favorevole di altre forze politiche, dal Movimento Cinque Stelle a Forza Italia.
Ma c’è un aspetto, secondo il professore, che il segretario leghista e gli altri leader che ambiscono al governo dovrebbero tenere presente: “una eventuale rottura con l’Europa sulle sanzioni russe potrebbe tradursi in un isolamento dell’Italia in Ue, posizione da cui sarebbe più difficile influire su altri dossier che ci stanno a cuore”.
Professore, su Twitter oggi Salvini raccoglie l’appello del presidente di Confindustria Russia e si impegna, una volta al governo, ad abolire le “assurde sanzioni alla Russia”. Come commenta questa promessa?
“È una dichiarazione che non stupisce: sappiamo che la linea della Lega, come quella di altre forze politiche, è sempre stata improntata a posizioni molto critiche sulle sanzioni. Bisogna ricordare che la Lega in questo non è sola: su posizioni simili si colloca buona parte di Forza Italia, e anche il Movimento Cinque Stelle si è in più occasioni espresso contro la linea americana ed europea basata sulle sanzioni e sull’espulsione di diplomatici. Si tratta di uno dei casi di maggior convergenza tra le diverse forze politiche, tenuto conto che anche il governo italiano — prima con Renzi e poi con Gentiloni — ha preso una posizione estremamente cauta sulle sanzioni. Sono parole che non stupiscono anche alla luce della vicinanza tra Salvini e la leadership russa: ricordiamo tutti il viaggio di Salvini in Russia nel marzo del 2017, uno dei rari casi in cui abbiamo visto il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov in versione casual, senza cravatta, pronto ad accogliere il leader leghista”.
Le sanzioni alla Russia sono davvero un danno così grande per la nostra economia?
“Certamente la posizione delle varie forze politiche italiane riflette il costo economico delle sanzioni per il nostro Paese, anche se lo fa in forma esagerata. Si è parlato molto dei 10 miliardi di export che sarebbero andati persi a causa delle sanzioni. Questa, però, è una cifra che si ottiene sommando la perdita di export registrata dall’Italia dal 2013 al 2016, e non riflette solo l’impatto delle sanzioni ma anche la recessione russa legata al crollo del prezzo del petrolio. A riprova di ciò, pur in presenza di sanzioni, le esportazioni italiane sono cresciute nel 2017 del 30% rispetto all’anno precedente, proprio nel momento in cui l’economia russa usciva dalla recessione.
Ciò detto, la posizione di vari settori economici europei, a cominciare da quello tedesco, è da sempre molto critica nei confronti delle sanzioni e sottolinea il diverso impatto che queste misure hanno sull’Europa rispetto agli Stati Uniti, che hanno un interscambio con la Russia pari a un decimo di quello dell’Europa”.
Oltre che “pazze”, “assurde” e “masochiste”, Salvini ripete spesso che le sanzioni alla Russia sono anche “inutili”. Lei invece crede nell’utilità di questo strumento?
“Nessuno auspica l’interruzione del dialogo con la Russia e il ritorno di una situazione di contrapposizione simile alla Guerra Fredda. Ciò detto, è innegabile che le sanzioni, così come le espulsioni di diplomatici, rappresentino un forte segnale politico di disappunto nei confronti di azioni politiche russe (in Crimea come in altri casi di intrusione nella sovranità di paesi terzi) considerate estranee ai valori e alle regole della comunità internazionale”.
In un momento in cui tutta l’Ue, e tutto il mondo occidentale, sono sulla stessa linea nel condannare Mosca sul caso Skipral, cosa rischia l’Italia se la linea di Salvini dovesse prevalere?
“Il fronte europeo non è nuovo a divisioni sulle posizioni da prendere nei confronti della Russia, basti pensare che otto Paesi hanno deciso di non espellere diplomatici russi dopo la vicenda Skipral. Sulle sanzioni l’Europa, nonostante i “mal di pancia” di alcuni Paesi, è però riuscita finora a mantenere una posizione comune. Un’eventuale ferma opposizione di un eventuale futuro governo italiano costituirebbe un innegabile fattore di rottura e discontinuità che potrebbe isolare l’Italia, rendendo più difficile la nostra capacitò di influire su altri dossier”.
Pensa che un ipotetico governo Lega-M5S andrà veramente fino in fondo, o resteranno solo promesse?
“L’Ispi ha promosso un mese fa una tavola rotonda con esponenti di vari partiti su temi di politica estera. E la freddezza sulle sanzioni russe è emersa come il punto di maggiore convergenza tra gli esponenti dei vari partiti che parteciparono all’incontro. Paradossalmente è anche il tema di maggior continuità con i governi che si sono succeduti negli ultimi anni. Al di là delle dichiarazioni di Salvini, questo dimostra come, da decenni, relazioni tra Italia e Russia siano intense e articolate, e difficilmente allineabili al clima da “Guerra Fredda” che sta prevalendo in molti Paesi occidentali. Ma come dicevo fino ad ora questa posizione non ha mai costituito un fattore di rottura con le posizioni europee. Non è detto che sia così anche in futuro”.
(da “Huffingtonpost”)
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