INTERVISTA AL POLITOLOGO REYNIE’: “LA MARCIA DI MARINE LE PEN SI E’ FERMATA, LA RETORICA ANTI-UE NON BASTA PIU’ PER POTER GOVERNARE”
“DAL 2012 NON C’E’ STATO NEL FN ALCUN RINNOVAMENTO DEL DISCORSO POLITICO”… “STA FACENDOSI STRADA L’IDEA DEL VOTO PERSO”
“La marcia trionfale di Marine Le Pen si è interrotta». Per il politologo Dominique Reyniè non ci sono dubbi: «I dirigenti Fn possono rigirare i dati come vogliono, ma dal loro punto di vista è un risultato deludente», spiega Reyniè, esperto di populismi e uno dei maggiori esperti del voto Fn.
Le Pen non vince più come prima?
«In termini assoluti si tratta del migliore risultato nella storia del Fn alle elezioni dipartimentali. Ma nella traiettoria vincente del partito è una frenata. Da quando Le Pen ha preso la leadership ha fatto il miglior risultato alle elezioni presidenziali del 2012, poi alle municipali del marzo 2014 e alle europee del giugno 2014. Questa volta, c’erano già i manifesti pronti con la scritta “primo partito di Francia”. Non è stato così».
È solo grazie al fatto che l’Ump si è alleato con i centristi?
«È quello che dicono i Le Pen, Marine e sua nipote Marion, ma mi sembrano argomenti da perdenti. La verità è che per il Fn c’è una narrazione che si è interrotta. Una sorta di usura dell’ideologia frontista. Dal 2012 non c’è stato alcun rinnovamento del discorso politico. Inoltre, sono convinto che nei potenziali elettori del Fn sia in corso una presa di coscienza».
Quale?
«L’esempio di Tsipras in Grecia sta mostrando che quando un partito anti-sistema vince le elezioni poi non riesce a governare. La retorica anti-Ue svanisce davanti alla dura realtà . Inoltre, il Fn si sta mettendo in un’impasse politica. Anche questa stavolta sarà al secondo turno in alcuni scrutini ma perderà : nell’elettorato si insinua il dubbio che un voto al Fn sia un voto perso».
Sarkozy è riuscito a risollevare le sorti della destra?
«Ha ripristinato l’alleanza con il centro, una strategia politica talvolta contestata. Rispetto al Fn, ha ribadito che non ci sarà nessuna alleanza con l’estrema destra. Sarkozy ha lanciato la sua dottrina in vista delle presidenziali del 2017. Se dovessi fare oggi un pronostico direi che tra due anni ci sarà un ballottaggio tra Ump e Fn».
Sarkozy fa bene a non dare indicazioni di voto per il secondo turno contro il Fn?
«Intanto il cosiddetto “fronte repubblicano” non sempre funziona, anzi. E poi chiedere agli elettori di votare per l’avversario politico, che sia il Ps o l’Ump, è politicamente nefasto. È come far scomparire l’opposizione tra i due principali partiti dell’alternanza, facendo di fatto esistere una sola opposizione, quella del Front National»
La sinistra è ormai fuori gioco?
«Dopo le municipali e le europee si conferma un’esplosione della gauche di governo, del suo apparato di eletti locali. La divisione elettorale della sinistra non è solo nelle urne: è dogmatica. Siamo davanti a un dato ormai strutturale. La sinistra non ha più un’unità ideologica e programmatica. Non c’è più possibilità di andare da Jean-Luc Melenchon (leader del Front de Gauche, ndr.) a Emmanuel Macron (attuale ministro dell’Economia, ndr.). Il risultato delle dipartimentali è la conferma di un processo di evaporazione della sinistra. Con un’altra sorpresa».
Una sorpresa?
«Il tracollo della sinistra del partito socialista. Di fronte al successo del Front National, si poteva prevedere un’ascesa di partiti di estrema sinistra come Tsipras o Podemos. E invece la gauche di protesta in Francia non esiste quasi più. Una parte ha anzi votato per il Front National».
(da “La Repubblica”)
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