INTERVISTA AL SINDACO DI AMATRICE: “LA RICOSTRUZIONE IN RITARDO DI DUE MESI”
PIROZZI SULLE IMPRESE CHE LAVORANO NELLE ZONE DISTRUTTE DAL SISMA: “POCHI OPERAI, NESSUNO DI DOMENICA. CHI HA VINTO LE GARE D’APPALTO SIA SOLIDALE: MANO D’OPERA IN PIU’ E QUALCHE PICCOLO GUADAGNO DI MENO”
Sergio Pirozzi ha lasciato l’ufficio provvisorio del sindaco, un container nel pratone dei soccorsi di Amatrice, e si è nascosto nell’ultima stanza a sinistra — sono sei in tutto — del Centro operativo comunale.
È solo, circondato dai memorabilia donati da chi è salito quassù. La sciarpa dell’Udinese, la targa della Sampdoria, le magliette del Sassuolo e del Palermo
Sindaco, il moncone della Chiesa di Sant’Agostino è stato ingabbiato: si sta decidendo che farne. È all’ingresso del paese, è il simbolo del terremoto di Amatrice.
“Stanno provando a ricostruirlo partendo da quello che è rimasto. L’intenzione è quella, là dove possibile, di non abbattere chiese ed edifici d’arte”.
Amatrice cambia ogni giorno. La piastra per futuri negozi davanti al prato di atterraggio degli elicotteri, le 143 nuove case da assegnare, molte pronte al Campo Lazio. E i container per 28 negozi sull’altro lato della strada provinciale. L’area food nella zona della scuola: ospiterà otto trattorie.
“Ora è tutto in mano alla Regione Lazio. Il mio compito era quello di trovare le aree dove insediare la nuova, e temporanea, Amatrice. L’ho fatto in un mese, adesso posso solo sorvegliare i lavori degli altri”.
E a nove mesi dal terremoto, come vanno i lavori di ricostruzione?
“Ad Amatrice e nelle sue frazioni ci sono 47 cantieri aperti. Ecco, guardi: “Pavimentazione dei viali pedonali, urbanizzazione primaria alla Rocchetta, demolizione del fabbricato pericolante in via Muzii”. Per ogni cantiere mi sono fatto dare l’impresa aggiudicataria, il direttore dei lavori, il responsabile del procedimento. E tutti i giorni vado a vedere lo stato dell’arte”.
Cosa ha verificato con i suoi controlli?
“Che siamo in ritardo, almeno di due mesi. Due mesi su nove non sono pochi”.
Da che cosa dipende?
“Dal fatto che le ditte, quasi tutte della provincia di Rieti, mandano tre, quattro operai e quasi nessuna lavora la domenica. Qui c’è un’emergenza che ha scatenato una solidarietà mondiale, le aziende che hanno vinto le gare d’appalto dovrebbero farsi carico del loro pezzo di solidarietà : qualche operaio in più, una piccola percentuale di guadagno in meno. E i direttori dei lavori devono venire tutti i giorni. Ho deciso che inizierò a dire pubblicamente chi è in ritardo”.
Amatrice sembra più avanti nella ricostruzione di Accumoli, Grisciano, Arquata. Non parliamo di Pescara del Tronto, monumento alle macerie e all’abbandono.
“Siamo il paese con più morti e quello più conosciuto, i riflettori si sono concentrati qui. Tra pochi minuti andrò a fare una riunione ad Accumoli sulla rimozione delle macerie, proprio per distribuire un po’ di attenzione altrove”.
Le macerie private?
“Si sta sbloccando la gara, anche qui con due mesi di ritardo. Bisogna portare via un milione di tonnellate di detriti. Non serve una particolare bonifica: le polverizzano e tornano ad Amatrice sotto forma di materiale stabilizzato. Serve a rifare le strade, per esempio. Un processo a costo zero”.
I primi negozi nei container apriranno a giugno?
“Così dice la Regione. Chi inizia l’attività entro il 2017, per due anni non pagherà tasse avrà i contributi versati dallo Stato. Sto spingendo per portare la zona franca a quattro anni”.
Sindaco Pirozzi, è vero che nel 2018 si candiderà a presidente della Regione Lazio?
“Punto più alto”, ride. “Presidente del Consiglio o niente”.
(da “La Repubblica”)
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