INTERVISTA AL SINDACO DI BUDAPEST, IL NEMICO NUMERO UNO DEL SOVRANISTA ORBAN
“IL SOGNO DI ORBAN SI E’ INFRANTO, MA LA MINACCIA SOVRANISTA RESTA”
“L’ascesa dei populisti pone la sfida più pericolosa alle società democratiche, alla democrazia liberale”. È il monito del sindaco europeista e verde di Budapest, Gergely Karà¡csony, leader degli europeisti del Centro-Est e nemico numero uno del premier ungherese Viktor Orbà¡n
Quanto è seria la sfida del summit europeo sovranista? Europa e Stato di diritto sono ancora salvabili?
“Negli ultimi anni i populisti hanno dominato il paesaggio politico in alcuni Paesi europei. L’ascesa di opinioni populiste ed estremiste pone un chiaro pericolo alle società democratiche. Ma cominciamo a vedere i loro limiti. Salvini in Italia e Strache in Austria non sono più al potere, il sogno di Orbà¡n di un Parlamento europeo con populisti in posizioni-chiave non è passato. Eppure la minaccia non è finita. I partiti moderati di ogni colore devono lavorare insieme per proteggere la democrazia”.
Come?
“È successo in Ungheria in ottobre: le opposizioni, insieme, hanno vinto città -chiave alle comunali. Budapest creerà l’esempio di un altro tipo di cultura politica e governance, a livello internazionale. Insieme a Bratislava Praga e Varsavia abbiamo fondato il Patto delle città libere: alleanza per la democrazia dal basso in risposta al populismo di destra”.
In molti Paesi europei – dalla Polonia all’Italia – i sovranisti si dichiarano cristiani, a volte sono appoggiati dal clero. È un pericolo serio?
“I populisti amano atteggiarsi a devoti cristiani, ma non mostrano compassione verso poveri e rifugiati. Specie nelle campagne, il prete è la prima voce di riferimento. È decisivo che i religiosi siano all’altezza dell’insegnamento cristiano. In Ungheria sensibilità sociale e compassione incarnati da papa Francesco sono specialmente necessari. È deplorevole che voci pubbliche schierate col governo cosiddetto democristiano di Orbà¡n definiscano il Santo Padre un vecchio stupido e idiota”.
Non le sembra che democratici ed europeisti, anche sullo sfondo della Brexit, appaiano ai cittadini troppo èlitari, establishment lontani e incapaci di ascoltarli?
“Il futuro dell’Europa a 27 è nei valori comuni di libertà , dignità umana, sostenibilità , eguaglianza, Stato di diritto, giustizia sociale, tolleranza e diversità culturale. Le allarmanti tendenze vanno rovesciate con una democrazia dal basso e con una governance ‘smart’ e inclusiva. La tipologia dei partiti storici diventa sempre meno rilevante. Il sindaco di Varsavia è conservatore, io verde, ma lavoriamo molto insieme nell’Alleanza delle capitali libere del gruppo di Visègrad. La democrazia liberale, insisto, può essere di destra o di sinistra, il populismo che la rifiuta è la sfida piຠpericolosa”.
Orbà¡n, star sovranista, ha esposto a Roma il suo programma di ‘democrazia illiberale’.Europeisti e democratici hanno ancora risposte dopo tanti errori?
“La storia ci ha insegnato che non esiste opzione migliore della democrazia. Chi oggi sostiene di aver inventato un nuovo tipo di democrazia, cosiddetta illiberale o cristiana, tenta solo di dare nuove etichette all’autocrazia. Il peggior errore dei democratici è stato di considerare la democrazia un fatto acquisito. Fukuyama si era sbagliato, il trionfo del liberalismo nei primi ’90 non è stato la fine della Storia. Oggi una parte sostanziale delle società europee non ha esperienze vissute sotto una dittatura: è difficile riconoscere tendenze dittatoriali e respingerle nella loro fase iniziale. Dobbiamo ricostruire la fiducia nella democrazia tornando alle sue radici: partecipazione diretta dei cittadini alle decisioni”.
Che ruolo giocano antisemitismo, razzismo, xenofobia?
“Non dobbiamo mai sottovalutare queste forze. L’ascesa del populismo nel decennio scorso deriva in gran parte dalla crisi finanziaria del 2008. Molti cittadini hanno visto la loro vita cambiare in peggio. I populisti hanno subito offerto ricette ‘bianco o nero’ mentre i democratici combattevano la crisi. Intanto il populismo guadagnava terreno, non possiamo permettere che aaccada di nuovo”.
Cosa chiedete voi europeisti anti-autocrati di Visègrad alla nuova Commissione europea?
“La Commissione deve dare la priorità a obiettivi pan-europei. Io come sindaco mi sono impegnato per una Budapest città green e libera, spero in un appoggio anche finanziario da Bruxelles. Dopo i miei colloqui col responsabile del green deal europeo Frans Timmermans confido in una cooperazione costruttiva: condividiamo gli stessi valori”.
È vero che Orbà¡n vuole bloccare i fondi Ue per Budapest?
“Lo negano invano: ho avuto il piano governativo sul mio tavolo. Spero che cambino idea, e spero in negoziati tra loro e la Ue. Siamo per cooperazione e dialogo. Budapest è il cuore pulsante dell’economia ungherese, continua ad aver bisogno di fondi europei per svilupparsi. Il governo non dovrebbe punire i suoi cittadini per le loro scelte elettorali”.
(da agenzie)
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