ISCHIA, LA PEC DELL’EX SINDACO E QUELL’ALLARME IGNORATO
ORA INDAGA LA PROCURA MENTRE SI CONTINUA A SCAVARE
Dopo un’altra notte di ricerche le macerie avevano restituito il corpo dell’ottava vittima del disastro di Casamicciola: è il quindicenne Michele Monti. Mentre si continua a scavare per trovare gli altri due dispersi, la situazione nel cuore del comune ischitano rimane complessa: il sopralluogo effettuato ieri dai tecnici dell’autorità di bacino ha messo in evidenza ” rilevanti condizioni di pericolo di distacco di ulteriori volumi di terreno”. Se dovesse ricominciare a piovere, dunque, la montagna potrebbe cedere ancora.
Muove i primi passi intanto l’inchiesta della Procura. Il pool coordinato dalla procuratrice aggiunta Simona Di Monte ha aperto un fascicolo contro ignoti per frana colposa. Gli inquirenti indagano anche sul caso, raccontato ieri da “Repubblica”, degli allarmi inviati a mezzo posta elettronica certificata alle amministrazioni competenti da un ex sindaco di Casamicciola, l’ingegnere Peppino Conte.
L’ultimo è di martedì 22 novembre, quattro giorni prima della frana. Conte fa riferimento all’allerta meteo diramata dalla Protezione civile e invita “in ottemperanza al senso civico che anima il sottoscritto, ad adottare tutte le iniziative necessarie per la sicurezza e la salute delle persone che operano a valle dell’alveo La Rita”. Si tratta della zona colpita dal terremoto del 2017, a circa un chilometro da via Celario e località Rarone, vale a dire le zone maggiormente investite dalla frana.
In altre segnalazioni, Conte aveva messo in guardia sul pericolo di nuove alluvioni, dopo quella del 2009, e sulla necessità di intervenire per proteggere la popolazione, denunciando una “inerzia della pubblica amministrazione”. Una presa di posizione netta che adesso gli inquirenti sono pronti ad approfondire. Ma non è l’unico filone dell’indagine. I magistrati vogliono capire in che misura la mano dell’uomo abbia influito su quanto accaduto.
” L’area interessata dalla frana è classificata a rischio idrogeologico da colate e da alluvioni ” , sottolinea Vera Corbelli, segretario generale dell’autorità di bacino distrettuale dell’Appennino meridionale. I magistrati acquisiranno la documentazione sulle licenze edilizie e le eventuali richieste di condono delle case costruite nella zona. Il piano stralcio per l’assetto idrogeologico è del 2002, poi aggiornato nel 2015. Per le abitazioni costruite prima del 2002 non sussiste il ” vincolo del rischio”. Ma altri limiti sono imposti dal piano territoriale paesistico del ministero dell’Ambiente e tutti questi aspetti dovranno ora essere valutati dagli investigatori.
“Il vero problema – argomenta la segretaria generale Corbelli è la gestione del rischio. Non si può abbattere tutto, ma si devono mettere in atto azioni per salvare le vite umane e i beni esposti al pericolo “. In questa fase i magistrati hanno deciso, doverosamente, di dare la precedenza alle operazioni di soccorso, ricerca dei dispersi e messa in sicurezza del territorio. Solo quando le condizioni lo consentiranno, sarà valutata la possibilità di disporre un primo sopralluogo soprattutto in via Celario e in località Rarone, dove la frana ha avuto le conseguenze più devastanti
Ma c’è preoccupazione anche per le condizioni del tempo: già da stasera potrebbe ricominciare a piovere e questo potrebbe rendere ancora più complesse le ricerche dei dispersi: con i fratellini Maria Teresa e Francesco, trovati ieri, Michele Monti faceva parte di una delle due famiglie cancellate dalla tragedia si cercano papà Gianluca Monti, tassista, e mamma Valentina Castagna.
Con loro presumibilmente, si apprende dalla prefettura, anche il compagno di Eleonora Sirabella, la 31enne ritrovata senza vita domenica sera, e un’altra giovane donna. Gli sfollati sono 230, ma i numeri potrebbero aumentare.
(da La Repubblica)
Leave a Reply