ITALIA VIVA SI SFILA DALL’ACCORDO SUL PROPORZIONALE, IL PD FURIBONDO: “LO AVETE SOTTOSCRITTO ANCHE VOI L’8 GENNAIO”
RENZI VUOLE SOLO ABBASSARE LA SOGLIA DI SBARRAMENTO DEL 5%
Pacta sunt servanda. Il Partito democratico sta alzando una cortina di ferro. Dietro è custodito l’accordo sulla legge elettorale, di lì non si passa.
Prevede un proporzionale con premi indiretti di collegio e una soglia di sbarramento al 5%. Italia viva, che inizialmente ha benedetto l’accordo, non ci sta.
La motivazione reale: il sistema previsto penalizza nella ripartizione dei seggi le liste più piccole, e Iv viaggia attualmente su percentuali assai più basse di quelle previste per l’ingresso in Parlamento. La motivazione addotta: l’Italia ha ben altri problemi, e comunque siamo per il maggioritario.
Lo stesso Matteo Renzi è uscito allo scoperto nella sua e-news: “Se vogliono mettere mano alla legge elettorale, per noi di Italia Viva il messaggio è molto chiaro: si faccia una legge maggioritaria, in modo che la sera delle elezioni si sappia chi ha vinto”.
Ma è da ieri che i suoi martellano. Marco Di Maio, capogruppo in commissione Affari costituzionali, dice che “siamo pronti a parlare di legge elettorale, per noi il modello da cui ripartire è quello per l’elezione dei sindaci”.
Peccato che il testo incardinato dica tutt’altro, e in Parlamento si siano già chiuse le audizioni e si debba iniziare con l’esame dell’articolato.
Il Pd è esploso. Michele Bordo, vicecapogruppo Dem a Montecitorio, ha inchiodato gli alleati: “Sulla legge elettorale è utile richiamare alla memoria di tutti noi la nota congiunta di agenzia con cui i rappresentanti della maggioranza lo scorso 8 gennaio annunciarono il raggiungimento dell’accordo su una legge proporzionale con soglia nazionale di sbarramento del 5%”. Nota per di più firmata dallo stesso Di Maio, al quale seguì il 17 un tavolo di maggioranza nel quale si concordò all’unanimità di procedere all’approvazione in almeno uno dei due rami del Parlamento prima della celebrazione del referendum sul taglio dei parlamentari, come da accordo fondativo della cosa giallorossa, così come ricorda Emanuele Fiano: “Questo governo esiste anche perchè c’è quell’accordo”.
“La verità – spiega un esponente del Nazareno – è che la scemenza del sindaco d’Italia è irrealizzabile. Vorrebbe dire ripartire da capo, con tempi lunghissimi e senza intesa di maggioranza. E’ fumo da parte di Renzi perchè punta a un abbassamento della soglia di sbarramento”.
E’ lo stesso punto di vista del Movimento 5 stelle, che su questo marcia compatto con i Dem, al punto che il ministro dei Rapporti con il Parlamento Federico d’Incà si è appellato al “rispetto dei patti”.
Alla Camera c’è fibrillazione. Perchè la mina Renzi, dopo la schiarita con Conte dei giorni scorsi, sembrava disinnescata.
A preoccupare soprattutto i voti segreti previsti a Montecitorio, che mettono qualunque tipo di accordo alla mercè dei franchi tiratori: “Senza un accordo blindato rischiamo l’incidente”, dicono i 5 stelle.
Che sono preoccupatissimi dai contatti tra i colleghi del Pd e quelli di Forza Italia. Il Nazareno spera in un soccorso azzurro nel segreto dell’urna, anche se non tutti nel partito si fidano, temendo una trappola, mentre il Movimento guarda in cagnesco gli abboccamenti con Forza Italia. Lunedì comincerà l’ennesima settimana decisiva per la legge elettorale.
(da “Huffingtonpost”)
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