LA BADANTE ALBANESE CHIEDE LA RESIDENZA ANAGRAFICA E L’ASSESSORE LEGHISTA LE CONSIGLIA DI FARE PRIMA LA TESSERA DELLA LEGA
FARE LA TESSERA NON E’ SERVITO A NULLA E ORA RIVUOLE INDIETRO I 10 EURO PER ESSERE STATA PRESA IN GIRO… MA LA PROCURA SU QUESTO FATTO NON HA NULLA DA DIRE?
Terezina Shani, ha 62 anni e in realtà , anche se è nata in Albania, è cittadina italiana dal 1997 e ha denunciato ai media una storia molto curiosa
«Ho chiesto aiuto al Comune per avere la residenza anagrafica o la casa popolare ma l’assessore Viale mi ha consigliato prima di fare la tessera alla Lega. Si vede che per iscriversi il “prima gli italiani” non conta così tanto».
Ma la parte più curiosa della vicenda raccontata da Terenzina è che fare la tessera della Lega non le è servito a nulla e per questo vuole indietro i 10 euro: «In mattinata andrò nella sede della Lega di via Macaggi per riconsegnare la tessera e farmi restituire i 10 euro di quota, tanto ho visto che non è servito a nulla. Ci sono già andata oggi (ieri per chi legge, ndr) ma non c’era il signor Dario Pignatelli (il consigliere comunale, ndr) che è lui ad avermi registrato, il 3 dicembre, e incassato i soldi».
Terenzina parla di Giorgio Viale, assessore al personale del comune di Genova.
La storia della signora Shani inizia molto tempo fa, nel 1995, quando, tre anni dopo il suo arrivo in Italia, si trasferisce a Genova. Dopo un matrimonio e un sofferto divorzio, Terezina inizia a lavorare come badante di anziani presso alcune famiglie genovesi, alcune anche molto note.
Il Comune aveva deciso di chiudere l’anagrafe per clochard, persone bisognose, ma anche per soggetti non in carico ai servizi sociali che temporaneamente — badanti, divorziati in difficoltà —hanno necessità di una residenza formale per ricevere notifiche, atti, posta e anche comunicazioni di natura sanitaria.
Oggi si può ottenere la residenza anagrafica dopo essere passati dai consultori ma non si ha diritto ad una casella postale, «mi hanno detto — aggiunge Terezina Shani —»che se la voglio devono andare alle Poste e pagare 100 euro”.
La signora Shani ha iniziato ad andare in Comune: «Il 3 dicembre — racconta — mi sono avvicinata ad un signore giovane, l’assessore Giorgio Viale. Gli ho spiegato quale era il mio problema e lui mi ha detto che se volevo un aiuto mi consigliava di fare la tessera della Lega. E io sono subito andata a farla, quello stesso giorno. Ho ottenuto un appuntamento con l’assessore Fassio il 17 dicembre».
Quel giorno Terezina si presenta a Tursi. «Sono riuscita a parlare con la signora Fassio grazie anche all’interessamento dei consiglieri del Pd Pandolfo e Terrile – ma l’assessora mi ha detto che per la casa non avevo speranza e che mi conveniva tornare in Albania! Ma come, io sono cittadina italiana, ho un lavoro, non sono mica in carico ai servizi sociali».
In merito, l’assessora Fassio, sentita da Repubblica spiega: “La signora mi ha chiesto della casa popolare. Le ho detto che non sono io l’assessore di riferimento, ma non c’entra. Per me non ha i requisiti per essere ai primi posti in graduatoria”.
La badante a quel punto torna da Viale: «Gli ho detto che nessuno aveva risolto i miei problemi e mi ha risposto che la Fassio era entrata da poco tempo nella Lega. Me ne sono andata e ho visto il sindaco Bucci vicino al distributore delle bibite. Mi sono avvicinata e ho spiegato che ero in difficoltà . Lui non si è quasi neppure girato, mi ha detto di scrivere e poi è andato via. Avevo conosciuto Pericu e lui sì che era un sindaco che stava a sentire la gente»
La militanza leghista di Terezina è agli sgoccioli: «Restituirò la tessera e rivoglio indietro i miei soldi. E ho scritto tutto al presidente Mattarella».
Repubblica ha chiesto un commento all’assessore Viale che, però, fino a ieri sera non aveva risposto.
(da “La Repubblica”)
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