LA BOSCHI SUL SENATO SI GIOCA TUTTO
HA PRESO LE DISTANZE DA RENZI SULLA RIFORMA COSTITUZIONALE, HA LA SPONDA DI FINOCCHIARO NEL PD E ROMANI IN FORZA ITALIA
Congetture, supposizioni e veleni «spariranno con le prime piogge».
È con parole come queste che, tra i collaboratori di Maria Elena Boschi, si prova a spazzare via le «sciocchezze» ferragostane, tra cui il timore di un contrasto ai massimi livelli sul ddl del Senato.
Un disallineamento che opporrebbe la ministra delle Riforme, nonchè del Programma e dei Rapporti con il Parlamento, al presidente del Consiglio, nonchè segretario del Pd.
Il tema aleggiava da settimane a Palazzo Madama, finchè Roberto Calderoli ha confermato i sospetti.
Quel «furbacchione» di un senatore leghista, come lo descrivono i dem del Senato, ha dichiarato che, sulla possibilità di introdurre l’elettività diretta dei senatori, «il ministro sarebbe più rigido rispetto a lui».
Dove «lui» è appunto l’inquilino di Palazzo Chigi e «il ministro» è la Boschi, ormai riconosciuta da molti come il vero «numero due» del governo.
I suoi collaboratori derubricano ufficiosamente la suggestione di un disaccordo con Renzi ad «assurdità », così grossa da non meritare una smentita.
Ma ormai il caso è aperto e il dissidente pd Federico Fornaro prova a far leva sulla «colomba» Renzi: «Più che il gioco delle parti tra rigidi e flessibili bisognerebbe provare a portare a casa il risultato».
Come andrà a finire lo sapremo quando la Boschi sarà rientrata dalla Versilia, dove trascorre le sue brevi vacanze bersagliata dai paparazzi e rifiuta un’intervista via l’altra: «Sono chiusa per ferie».
L’estate del 2015 ha visto scorrere fiumi di inchiostro e megapixel sulla ex ragazza di Montevarchi cresciuta a Laterina, il che sembra aver rafforzato la sua immagine politica.
Fino ad accreditare la pindarica idea di una Boschi che compie il gran volo e, con freddezza e lealtà in egual dose, si affranca politicamente dal leader del Pd.
«Ha ambizioni da Merkel e ucciderà il suo Kohl» è la battuta che gira a Palazzo Madama, dove chi non la ama arriva a insinuare ambizioni così sconfinate da contemplare la poltrona di Palazzo Chigi.
E dove gli amici, glissando sulle impuntature caratteriali, ne lodano serietà e caparbietà e accreditano come il celebre tacco 12 non sia ancora scivolato su una buccia di banana.
Dopo aver portato a casa l’Italicum, l’avvocatessa toscana ha avuto un ruolo da protagonista nelle trattative sulla Rai, giocando di sponda con Gianni Letta e riuscendo a imporre Monica Maggioni contro Simona Ercolani, prima scelta di Renzi. E adesso la partita del Senato si annuncia come un passaggio decisivo per la Boschi, se davvero sogna di passare alla storia come la donna che ha mandato in soffitta il bicameralismo paritario.
«Vuole metterci l’etichetta…», borbottano gli oppositori, per spiegare la presunta rigidità con cui la ministra difende il «suo» ddl da quanti vogliono cambiarlo, siano essi i 25 bersaniani o le colombe di Palazzo Chigi.
E poichè ha fama di «secchiona» sin dal liceo, il test del Senato si annuncia come un altro esame di maturità , per superare il quale la Boschi ha rafforzato i suoi rapporti politici, a destra e a sinistra.
In Forza Italia può contare sulla solida sponda di Paolo Romani, che in più occasioni l’ha lodata anche pubblicamente.
E nel Pd, sin dall’inizio dell’esperienza di governo, la ministra ha trovato l’appoggio di Anna Finocchiaro, che ha riversato su di lei esperienza e consigli.
La presidente della commissione Affari costituzionali non fa mistero di aver preso la giovane Boschi sotto la sua ala protettrice, tanto da aver confidato a una senatrice: «Non posso farci nulla, mi è scattato il maternage ».
Un francesismo per descrivere, fuori dal politichese, quel senso di protezione proprio del rapporto madre-figlia.
Monica Guerzoni
(da “il Corriere della Sera”)
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