LA “COSCIENZA” DEI CENTRISTI: UNA SCELTA CIVICA PER BERLUSCONI
ALFANO CHIEDE A MONTI DI NON ABBATTERE IL NEMICO. LUI: “APPELLO ACCOLTO”
Undicesimo comandamento: “Contemperare il rispetto delle regole con la rinuncia alla guerra civile”.
Applicato ai giorni nostri, quelli del voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi, sembrerebbe un atteggiamento complicato da mettere in pratica.
Invece, basta fare come Scelta Civica: mandare avanti — è l’unico eletto in Giunta — uno come Benedetto Della Vedova ed affidarsi poi al voto segreto dell’aula per dare sfogo alle posizioni più “rasserenanti”.
Ora che il centrodestra trema, hanno di fronte un’occasione unica per rifarsi del tragico risultato elettorale di sei mesi fa.
Per il Pdl “fanno i conti senza l’oste” (B.). Loro replicano: “Nessuno dice che deve morire”. O meglio, nessuno deve accorgersi che l’hanno ucciso loro.
Così, è tra i 20 senatori centristi che l’ex premier, dopo il voto della Giunta (pare scontato che sarà a suo sfavore) potrebbe pescare almeno un po’ dei 47 voti che gli servono per salvarsi dalla decadenza: nonostante le richieste di Pd e M5S, in Aula il voto non sarà palese.
Renato Schifani ha tuonato contro i “blitz”, ma il presidente Grasso aveva già fatto salvo il Regolamento del Senato: “Quando si vota per una persona, il voto è segreto”. Dunque è tra le fila di Udc, Montezemolo e Sant’Egidio che il plotone di esecuzione può abbassare le armi.
Tutto è stato chiaro la settimana scorsa, quando Benedetto Della Vedova ha suggerito al relatore Andrea Augello la carta vincente per uscire dal vicolo cieco: Pd e M5S avevano ottenuto che il voto sulle pregiudiziali di costituzionalità richiesto dall’esponente Pdl diventasse il voto sulla relazione stessa.
Significava bruciare i tempi in maniera fulminante. Della Vedova tirò fuori “l’articolo 10, comma 1 del Regolamento” e trasformò le pregiudiziali in questioni preliminari. Il voto tornava ad essere uno spauracchio dei giorni venturi, la tagliola sul governo si rialzava almeno un po’.
“Era la cosa giusta da fare — spiega ora Della Vedova — Che senso aveva scannarsi sulle pregiudiziali?”.
Giusto, che senso aveva? È quello che dai piani alti di Scelta Civica si domandavano tutti. Raccontano fonti interne alla coalizione centrista che “le posizioni più dure” illustrate all’inizio dal senatore eletto in Giunta fossero molto meno condivise del “contributo rasserenante” fornito poi con i “preliminari”.
Perchè la posizione per cui “non ci sono alternative alla decadenza” (quella espressa più volte da Della Vedova, per intenderci) è decisamente minoritaria tra la settantina di parlamentari di Scelta Civica.
Preferiscono parlare di “libertà di coscienza”, dicono che “se tanti giuristi hanno dubbi, non ci sarebbe nulla di male a chiedere un parere alla Consulta”.
Posizioni note al senatore che voterà in Giunta: “Ne abbiamo discusso più volte — dice — ma è tutto chiarissimo. Lo ha ribadito anche oggi Monti: la Severino è una legge della modernità ”.
Già , Monti. Pure lui, nelle scorse settimane, ha evocato la grazia per Silvio.
Ieri era a Caorle, alla festa di Scelta Civica: il ministro Angelino Alfano in videocollegamento ha chiesto di non considerare Berlusconi “un avversario da abbattere”. Monti ha risposto: “È come se avessimo accolto l’appello”.
Pier Ferdinando Casini, invece, si trovava a Chianciano, alla festa Udc. Lì, erano ospiti Enrico Letta, il Pd Nicola Latorre e il Pdl Renato Schifani.
Hanno battibeccato, gli ultimi due. E la platea ha applaudito il secondo.
Scelta Civica ha sempre detto che in una maggioranza con Sel e 5 Stelle non ha intenzione di sedersi. Di poltrone, al governo ne hanno già una discreta serie.
C’è anche quella di Mario Mauro, ministro e senatore. Ieri anche lui ha mandato messaggi: “Credo che il grado di consapevolezza nei singoli parlamentari saprà corrispondere a questo senso di responsabilità ”.
Paolo Zanca
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