LA ENNESIMA BRUTTA FIGURA DI MARONI… RETROMARCIA SULL’OBBLIGO DI DENUNCIA DA PARTE DEI MEDICI
BACCHETTATO DA FINI, MARONI FARFUGLIA E NON SA PIU’ COME USCIRNE… PRIMA I MEDICI AVREBBERO DOVUTO DENUNCIARE GLI IMMIGRATI NON IN REGOLA CHE SI FOSSERO PRESENTATI IN OSPEDALE PER CURARSI… DOPO L’INSURREZIONE DEI MEDICI CHE MINACCIANO RICORSI ALLA CORTE COSTITUZIONALE, MARONI PRECISA CHE NON E’ OBBLIGATORA: MA ALLORA CHE L’HA INSERITA A FARE NEL DECRETO SICUREZZA?
Il Centrodestra riesce da tempo a farsi del male da solo e spesso, nel ruolo di guastatore, c’e’ qualche strampalata proposta di un esponente leghista, in primis il ministro degli Interni Maroni.
Dopo aver compiuto la “grande operazione” con il governo tunisino di far rientrare in patria, nei prossimi sei mesi, appena 500 irregolari clandestini sbarcati a Lampedusa, mentre nel contempo ne sono arrivati in un mese quasi 1.000, e aver fatto la solita passerella uso telecamere, dimenticandosi del milione di romeni che sono ormai stanziati in Italia ( e di cui una minima parte delinque impunemente), ecco che ora riesce a far inimicare al Centrodestra anche la categoria medica.
Nel decreto sicurezza c’è un trucco, dicono i medici, che li obbliga a denunciare i clandestini che dovessero ricorrere alle loro cure.”Non siamo spie -dicono- abbiamo solo il dovere il curare, il Parlamento cancelli quella norma iniqua”.
In effetti, Maroni lo ha alla fine ammesso, in nessun Paese al mondo esiste una legge del genere anche se se ne esce con questa spiegazione: “Esiste una norma che prevede il divieto per i medici di segnalare all’autorità di P.S. un clandestino che va a curarsi. Noi aboliamo questo divieto, non vuol dire introdurre un obbligo”…
Ma come, se era stata la Lega a sostenere che i medici dovevano denunciare i clandestini, ora Maroni ciurla nel manico? Non ha neanche il coraggio di rivendicare questa iniziativa?
E allora che cavolo l’ha inserita a fare nel decreto sicurezza?
I medici giustamente vedono la trappola che consiste nel fatto da un lato di prevedere “la facoltà ” del medico di denunciare un immigrato non in regola che si presenti per cure, dall’altro nel fatto che si introduce il reato di “immigrazione clandestina”.
A questo punto il medico, in quanto pubblico ufficiale, di fronte a un reato, non può esimersi dalla denuncia immediata, se non lo fa si configura il reato di favoreggiamento e non potrà opporre nemmeno il segreto professionale escluso per responsabilità penali.
I medici hanno denunciato la gravità della nuova norma proposta dal Governo che avrà come conseguenza certa che molti non regolari eviteranno di curarsi, con gravi pericoli per il diffondersi di malattie oggi quasi inesistenti, come la tubercolosi.
E i medici dovranno dedicarsi, invece che alla cura dei malati, a redigere verbali ( calcolato di media 1 ora per ogni verbale).
I pediatri hanno anche segnalato che tutti i bambini di genitori privi di permesso di soggiorno non potranno essere registrati all’anagrafe, in violazione della Costituzione e della Convenzione dell’Onu sui diritti dell’Infanzia.
I neonati non potranno essere riconsegnati ai genitori naturali e saranno dichiarati in stato di abbandono.
Ora i medici rischierebbero, in caso di denuncia, 516 euro di sanzione e l’accusa di favoreggiamento. Ovvio che si parli di ricorsi alla Corte Costituzionale, di denuncia ai tribunali Ue, di scioperi.
Fini è intervenuto pesantemente sul tema, schierandosi con i medici e sostenendo che “non si può dar vita a norme che ledono i diritti delle persone e sono immorali”.
Giustamente il presidente della Camera ha sottolineato che i medici sono chiamati a curare, esistono i poliziotti all’entrata dei Pronto Soccorso.
Esatto, aggiungiamo noi: Maroni allora è inefficiente, perchè non fa controllare i documenti da loro?
Faccia fare da qualche collega sobrio una bella circolare di servizio e la finisca di creare danni alla coalizione. Perchè alla lunga la gente capisce la presa per i fondelli di chi urla al vento e fa solo passerelle per i gonzi.
Da mesi si assiste a una sceneggiata, è ora di finirla: si urla “linea dura” e aumentano i clandestini, si rivendicano cose inesistenti, si vende fumo e si dà spazio ai pregiudicati romeni, indesiderati al loro Paese.
Si vuol focalizzare l’attenzione dell’opinione pubblica su Lampedusa ( dove ne arrivano al massimo 30.000 l’anno) per distoglierla dal milione di romeni stanziati ormai nel nostro Paese con seri problemi di ordine pubblico per il quale esiste una legge che ne prevedrebbe il rimpatrio con tale motivazione.
Si toglie 1 miliardo di euro di stanziamenti per le forze dell’ordine che aveva messo in previsione persino quello sgangherato governo di Prodi per poi, dopo mesi di polemiche, stanziare 100 milioni facendoli apparire come chissà quale elargizione piovuta dal cielo.
Nel frattempo si volevano stanziare 100 milioni per finanziare le ronde: per assicurare cosi uno stipendietto a qualche guardia padana in aspettativa di occupazione?
Il centrodestra è una coalizione dove la Lega rappresenta il 20%. L’80% lo rappresentano altri partiti. Se qualcuno non ha le palle per evitare che una minoranza pregiudichi l’immagine di tutti con iniziative insulse, abbia almeno il buongusto di mettere la sicurezza in mano a persone competenti e serie.
Non servono estremismi verbali, rigurgiti razzisti e apologia della reazione di chi urla contro gli stranieri e poi li fa lavorare in nero.
Il centrodestra deve recuperare una linea politica, parlare di meno e fare di più. La linea dura non si annuncia in Tv, la si applica in silenzio, ma con senso della giustizia, rispetto degli esseri umani e senso di solidarietà .
Il nostro è un popolo che sa amare chi sa stare alle regole civili, non vuole diventare un popolo di boia in pectore per far guadagnare uno 0,5% alle elezioni a chi soffia sul fuoco del razzismo.
L’iniziativa di cento parlamentari del PdL, guidati da Alessandra Mussolini, annunciata ieri sera, di critica al decreto sicurezza così come proposto, forse apre uno spiraglio al risveglio di una difesa dei valori etici contro un becero qualunquismo imperante nella coalizione.
Un segnale del malessere che regna nel PdL per l’egemonia immotivata delle tesi leghiste.
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