LA “GIOVANNA D’ARCO” CHE SFIDA FASSINO: QUESTA E’ TOSTA
CHIARA APPENDINO, MANAGER LAUREATA ALLA BOCCONI, E’ LA CANDIDATA M5S A TORINO
Piero Fassino una volta l’ha definita una “Giovanna D’Arco moralista”, a causa della dura opposizione che gli ha fatto in Consiglio comunale.
“Il Movimento 5 Stelle è l’unica scelta per cambiare. Oggi mi sento di essere la punta di un iceberg, di un sistema di idee, di bisogni e di persone”.
Si presenta così Chiara Appendino, 31 anni, la giovane consigliera comunale che i pentastellati hanno scelto come candidato sindaco di Torino.
Scelta all’unanimità dai 250 grandi elettori del movimento, la sua candidatura è stata presentata al mercato coperto della Falchera, periferia del capoluogo piemontese.
“Non siamo qui per occupare, ma per restituire”, sottolinea la giovane candidata, che lavora nell’azienda di proprietà del marito, dove si occupa di contabilità e amministrazione.
Laurea alla Bocconi, esperta di controllo e gestione, è in dolce attesa, riporta il Fatto Quotidiano: diventerà mamma di Sara a gennaio, in piena campagna elettorale. “Vogliamo costruire un modello di comunità urbana – aggiunge – che unisca questa città . Da settembre i nostri gruppi lavorano sul territorio per il programma”.
“Taglieremo del 30% i costi della politica di Fassino – annuncia l’Appendino – mettendo a disposizione le risorse contro la disoccupazione in città . La colpa più grande di Fassino è quella di non avere il coraggio di raccontare quello che veramente è la nostra città – sottolinea -: c’è una persona su dieci a rischio povertà . Le persone sono sempre più sfiduciate”.
Tuttavia, su di lei arrivano i primi veleni interni. Il capogruppo M5S in Consiglio Vittorio Bertola si aspettava di essere scelto come suo vice.
E invece la Appendino ha fatto sapere che la squadra verrà decisa dopo che sarà pronto il programma. “Mi sarei atteso più trasparenza e democrazia on-line. Temi che il Movimento sta abbandonando, anche per questo mi sento sempre più fuori posto”, ha detto Bertola in un’intervista alla Stampa, dove ha annunciato che non si ricandiderà . I nostri contrasti non sono nuovi. Ma non mi è piaciuto che la scelta sia arrivata da una riunione di partito chiusa, invece che da un’assemblea aperta per lo meno agli iscritti al portale nazionale: forse il risultato sarebbe stato un po’ diverso. I sostenitori di Appendino scrivono un messaggio precotto, con lo stampino, dicendo che mi sono inventato tutto. Ma è solo un modo per nascondersi dietro a un dito, fare muro di gomma. All’assemblea erano cento attivisti, l’apparato – lo so è una brutta parola – appiattito su Appendino, che non ha avuto fiducia in me. C’è chi mi ha sostenuto in privato, ma non ha avuto coraggio davanti a lei. Mi sarei aspettato un grazie e arrivederci, invece ora mi attaccano, ma fanno solo brutta figura”
(da “Huffingtonpost”)
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