LA GRANDE AVANZATA DEGLI EUROSCETTICI: ECCO I PARTITI ANTIEUROPEI
L’ASTENSIONISMO POTREBBE PASSARE DAL 45% del 2004 al 60%…..IN CRESCITA TUTTI I PARTITI EUROSCETTICI: IN OLANDA IL PVV DATO AL 30%, L’UKIP AL 20% IN GRAN BRETAGNA, IL DF AL 15% IN DANIMARCA, LIBERTAS AL 12% IN IRLANDA, L’ODS AL 20%NELLA REPUBBLICA CECA.…. GLI EUROCRITICI AL 20% IN AUSTRIA, AL 13% IN FRANCIA, AL 12% IN BELGIO, AL 10% IN ROMANIA E SLOVACCHIA, AL 6% IN GERMANIA E FINLANDIA
A ogni turno delle elezioni europee avviene sempre lo stesso fenomeno: aumentano gli euroscettici. Nel 2004 la percentuale di astenuti raggiunse il 45% e quest’anno un recente sondaggio ipotizza addirittura possa arrivare al 66%.
I 357 milioni di cittadini europei che domani avrebbero facoltà di votare evidentemente non sono minimamente motivati.
Molti vedono nel Parlamento europeo un organismo pletorico, con assoluta mancanza di poteri. Altri approfittano di questa occasione per sfogare la propria voglia di protestare contro i tradizionali partiti nazionali. E starsene a casa è solo una delle forme di dissenso.
C’è chi poi preferisce votare per quei partiti dichiaratamente antieuropeisti che in queste occasioni raggiungono percentuali molto elevate.
In passato, in Danimarca, il Movimento popolare antiCee fu il partito più votato in patria, come il Partito dell’Indipendenza che in Gran Bretagna raggiunge la terza posizione con ben 22 eletti nel 2004. Ora è dato addirittura come secondo partito, scavalcando i laburisti, con il 19%. E un 7% viene accreditato ad un altro partito antiCee inglese, il Bnp.
Il risultato più clamoroso comunque dovrebbe giungere dai Paesi Bassi dove arriverebbe primo, con il 30% dei consensi il Partito della Libertà di Geert Wilders.
I suoi slogan: no all’ingresso della Turchia, esclusione di Romania e Bulgaria, abolizione del Parlamento Europeo.
In Irlanda abbiamo poi Declan Ganley che guidò la campagna per il no all’entrata in Europa e che ha creato un partito paneuropeo che si presenta solo a questo tipo di elezioni: si chiama Libertas ed è accreditato del 12% in Irlanda, del 9% in Polonia, del 6% in Germania e del 5% nella Repubblica ceca.
Un dato clamoroso arriverebbe anche dalla Svezia, dove il Partito Pirata conquisterebbe l’8% dei voti, diventando il terzo partito nazionale.
In Polonia accreditato dell’11% vi sarebbe poi anche il Srp e nella Repubblica Ceca l’ Ods con il 20%, in Romania il Rm con il 10%, in Ungheria lo Jobbik con il 10%, in Slovenia il Sns con il 6%, in Austria il Fpo con il 15% e il Bzo con il 5%, In Francia il Fn con il 7% e l’Npa con il 6%, in Belgio il Vb con il 12%.
Un quadro sintetico per indicare che, così come oggi strutturata, l’Europa non convince per nulla e tanto meno l’elezione del Parlamento europeo di 736 deputati ( ridotti di poco rispetto ai 785 attuali).
Unica nota positiva anche per gli euroscettici ( e non solo) è che è stato cancellato il vecchio sistema di stipendi finanziato dagli Stati membri che equiparava i salari a quelli dei parlamentari nazionali.
In base al quale un italiano percepiva 12.000 euro al mese mentre un bulgaro appena 1.000.
Ora per tutti lo stipendio sarà di 7.665 euro al mese, ma vi sono sempre i 17.000 euro mensili che spetta a ciascun deputato per “far funzionare” il gruppo.
State certi che i nostri parlamentari sapranno attingere da questa cassa per “far funzionare al meglio” la propria attività .
In questo restiamo sicuramente maestri…
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