LA LEZIONE DI CIVILTA’ DEL POPOLO NAPOLETANO: SUGLI SPALTI DEL SAN PAOLO C’ERA L’ITALIA CHE AMA E RISPETTA
LE PAROLE DI DE LAURENTIS, UN PAESE DIVISO E RAZZISTA, UN ESEMPIO DI PASSIONE E DI VALORI
Il gioco del calcio riesce ad esaltare le qualità , sia di una squadra (come collettivo ma anche nella specificità delle singole individualità che la compongono) che dell’intero “popolo” che tifa.
È, anzi, molto probabilmente, uno dei principali strumenti conoscitivi – e, quindi, di analisi – per cercare di tastare il polso della società “civile”. Per carpirne i valori. Per cogliere le cose che non vanno. Per leggerne il “cuore”, la tensione morale, i valori etici che la sostengono.
Perchè quando si tifa non ci sono barriere: grida l’anima. Nel caso, esulterà pure. E se l’anima è arida, gretta, scura e “dannata”, la si vedrà in modo prorompente e drammatico. Senza filtri. Senza scuse…
Il nostro, purtroppo, al di là delle chiacchiere e della sempre più sterile tensione del “politicamente corretto”, è un Paese profondamente razzista, diviso e divisivo. Nord contro sud. Una storia vecchia. Una ferita che, molto probabilmente, non si rimarginerà mai.
Le chiacchiere, la “filosofia” o la stessa “politica spicciola” non servono proprio più. Anzi, rischiano di essere addirittura più offensive del fenomeno stesso.
L’Italia non si è mai compiuta davvero. Resta divisa, frammentata in macro-regioni ideali, e “la cosa” è tale nel cuore di troppe persone, purtroppo.
Solo nei confronti dello “straniero esogeno”, soltanto quando sventola il tricolore, forse, ci si sente un po più uniti. Troppo poco, però. In fin dei conti, per “i più”, è soltanto una finzione…
È triste immaginare che possa continuare ad essere sempre e soltanto questo, sia il nostro presente che il nostro futuro.
Dividersi sulle idee, gareggiare sulle diverse visioni del mondo e della vita, ci sta! Esalta quella diversità che ridicolizza – “già in natura” – quella uguaglianza che i socialisti cercano sistematicamente di propinarci come presunta verità . Farlo per sedicenti superiorità regionalistiche o Nazionali, però, è cosa parecchio triste.
Comunque sia, le parole pronunciate ieri sera – al termine della gara tra Napoli e Real adrid – dal Presidente del Napoli, Aurelio De Laurentiis, sul punto, sono state oltremodo vere e “centrate”. Sono decisamente condivisibili.
Le riprodurrò qui così come sono state dette. Potrei (ri)plasmarle per dare il senso dell’originalità , sia alla narrazione che al relativo risultato concettuale. Ma non è il caso. Almeno questa volta, va bene così…
«Non sono l’uomo delle polemiche, ma dopo dodici anni di calcio sono stufo. Sentire in ogni stadio cantare “Lavali col fuoco” e nessuno dice nulla mi dà molto fastidio: non mi sognerei di dirlo ad altro cittadino italiano. Il pubblico napoletano in questa serata contro il Real Madrid ha dato una lezione di crescita culturale all’Italia (…) I ragazzi hanno giocato un primo tempo esemplare, anche nella ripresa hanno dato il massimo. Loro sono il Real Madrid, sono la squadra più forte al mondo, per noi è già un successo confrontarsi con loro…»
Mi permetto di aggiungere soltanto poche “sfumature”.
Ieri sera il mondo intero ha potuto apprezzare due cose.
Da un lato, una squadra di calcio, il Napoli, capace di dare spettacolo ed anche di mettere sotto, per quasi un’ora, i blasonati Campioni del mondo per club; dall’altro, un meraviglioso spettacolo offerto dal “suo tifo”. Dal suo popolo.
Un popolo d’amore e di libertà . Nel caso, “scusateci se fosse stato poco”.
Qualora vi fosse sfuggito, “era Italia”.
Una entusiasmante “Italia”.
Salvatore Castello
Right BLU – La Destra Liberale
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