GENOVA, LUCA BORZANI DICE NO: “GRAZIE A TUTTI, MA NON MI CANDIDO”
IL PRESIDENTE DI PALAZZO DUCALE, PERSONA STIMATA, ERA L’UNICO CANDIDATO DEL CENTROSINISTRA CHE AVREBBE POTUTO METTERE D’ACCORDO QUASI TUTTI PER IL DOPO DORIA
Luca Borzani non si candida a sindaco di Genova.
La conferma a quelle che erano indiscrezioni sempre più insistenti negli ultimi giorni, arriva dal diretto interessato, attraverso una lettera aperta inviata ai giornali e postata sul suo profilo Facebook.
Il presidente della Fondazione Palazzo Ducale di Genova era considerato forse l’unica figura in grado di ricomporre i cocci di un centrosinistra che in Liguria è spaccato dalle Regionali del 2015 (vinte da Toti grazie allo scontro alle Primarie Paita-Cofferati) e ancora più in difficoltà dopo le vicissitudini della giunta uscente guidata da Marco Doria.
Borzani non è disposto a correre, come peraltro aveva confidato agli amici nelle scorse settimane, perchè ritiene che un uomo forte non basti e che serva un programma alto per superare l’inadeguatezza dei partiti: “Nell’arco di questi mesi sono stato nuovamente sollecitato da soggetti politici ma soprattutto da tanti cittadini impegnati nella vita sociale e culturale della città ad avanzare la mia candidatura a sindaco per il centrosinistra scrive Borzani – Ho parlato davvero con tante persone, molte delle quali animate solamente da uno spirito civico e dalla preoccupazione per il futuro di Genova. E ho condiviso con molti che oggi un nuovo impegno civile può ripartire solo dalle città , investite direttamente dai processi di globalizzazione e di austerità , segnate da sempre più crescenti diseguaglianze sociali e povertà morali e materiali. Con questi mutamenti la sinistra, nel suo insieme, non è stata capace di fare i conti. Anzi, ha finito per coincidere con l’autoreferenzialità e l’impotenza”.
Secondo Borzani il centrosinistra deve “partire da un programma elettorale comune che possa essere nella sua concretezza e innovazione una risposta sociale al declino e, insieme, uno strumento per innescare quella voglia di riscossa e di partecipazione ancora viva e diffusa. Un patrimonio di competenze e capacità e non di nostalgie. Nè il centrodestra nè i cinque stelle sono in grado di mobilitare queste energie positive. E’ però necessario uscire da una sorta di cinismo mascherato da politica, bisogna ritrovare responsabilità collettiva e autorevolezza”.
Borzani non si candida ma tratteggia le linee guida di un possibile programma che sarebbe disposto a sostenere: “Non c’è distanza tra difendere e far crescere il lavoro, le eccellenze di Genova – dal turismo, al porto, alle tecnologie – e impegnarsi per valorizzare la scuola e l’università , ridare dignità ad ambienti urbani degradati, combattere l’insicurezza. Tema quest’ultimo centrale, non solo perchè sopra ci speculano gli imprenditori politici della paura, ma perchè l’integrazione non può essere solo declamata ma praticata e la legalità è un bene per tutti ma soprattutto per chi è più debole. Sicurezza praticata sono poi anche i grandi e straordinari lavori avviati per ridurre la fragilità della città a fronte delle alluvioni, così come per ridurre la fragilità economica della città è indispensabile rompere l’isolamento, attrarre lavoro, energie e competenze da fuori”.
In molti nel Pd sino all’ultimo hanno sperato in un suo ripensamento: “Non è estraneo alla mia storia fare scelte di responsabilità e di servizio. Credo di averlo dimostrato negli anni sia come amministratore comunale sia come curatore di Palazzo Ducale. Ma penso davvero, a differenza di molti che, spensieratamente concentrati su sè stessi più che sulla città , si sono autocandidati in questi mesi di vuoto della politica, che la vera responsabilità verso gli altri sia fare ciò di cui si è capaci, essere consapevoli dei propri limiti personali e fisici e non costruire illusioni. Per questo ho continuato a rifiutare la candidatura pur ringraziando davvero tanti per la stima. Vorrei ribadire che nessuno è salvifico ma lo è solo la buona politica. Oggi serve subito un programma elettorale condiviso, una squadra competente e soprattutto la rimessa in moto di energie di cittadinanza che superino l’inadeguatezza dei partiti. Questo devono fare alla svelta sinistra e centrosinistra, superando divisioni interne ed esterne. E a questo sono, fuori dalla candidatura, pronto a lavorare e contribuire. Genova può essere ancora un grande laboratorio civile”.
Adesso il Pd deve trovare in fretta un candidato ma il quadro è assai complicato. In pole position resta il deputato orlandiano Mario Tullo, sul quale però potrebbero non convergere i renziani.
E più a sinistra si dialoga con i fuorisciti dal Movimento 5 Stelle che hanno formato un gruppo nuovo chiamato “Effetto Genova” sul modello Pizzzrotti a Parma. Le Primarie rischierebbero di essere solo una resa dei conti.
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply