LA MISSIONE DI MASSIMO: SALVARE IL POPOLO E UN’IDEA DI SINISTRA
L’ULTIMA BATTAGLIA PER RAPPRESENTARE IL MONDO DELUSO DELLA SINISTRA CHE NON SI RICONOSCE NELLE SCELTE LIBERISTE DI RENZI
C’est lui. Massimo D’Alema: “chi sta consegnando il paese a Grillo non è il No, ma è Renzi. Questi sono i dati elettorali. Renzi ha rotto con milioni di elettori di sinistra che non si riconoscono più nel Pd, in quanto lo vedono come il partito che toglie le tasse ai ricchi e fa lo Stretto di Messina”.
Ragion per cui: “spero che la vittoria del no lo renda meno arrogante, lo spero per lui e per il bene del paese”.
C’est lui, toujours.
D’Alema il comunista ateo mai pentito che ha contribuito alla nascita del Pd, “un’amalgama mal riuscito”, che ha aderito alla miracolosa e fallita “terza via blairiana”, il “meno Stato, più mercato”, il “laissez faire” il mercato che ha prodotto diseguaglianze socio-economiche.
Non è stato e non è uno stinco di santo: e alla terza età , da disoccupato, “non ho incarichi politici nè parlamentari”, vivo e vegeto, tutt’altro che rottamato, si permette, “siamo un paese democratico, libero, libero, libero”, di criticare e senza peli sulla lingua il Premier e leader del Pd, Matteo Renzi che “non si dimetterà da presidente del Consiglio: quelli che lo fanno normalmente non sono quelli che lo dichiarano ma quelli che lo fanno. E non mi pare abbia la fisique du role”.
Indubitalement, c’est lui, le President.
Così lo chiamano nel Pse di cui dirige da diversi anni la Feps, Federazione europea di studi progressi, impegnatissima nella ricerca di “una via d’uscita” dal tragico fenomeno dell’immigrazione e integrazione nonchè dalla mina vagante di Daesh e la minaccia terroristica: dal Medio Oriente verso l’Europa, come si intitola l’ultima ricerca presentata a metà settembre a Bruxelles.
Orbene, e se in questo duello, non solo politico e istituzionale, il referendum sulla riforma costituzionale, che, a differenza di Renzi, lo vede schierato apertamente per il No, ci fosse, sottesa, una dimensione culturale sinora poco compresa da “renziani”, fans della “ditta” e ex-dalemiani?
Ossia, il nobile tentativo di salvare dall’autodistruzione il Pd che rischia di perdere la centralità politica e in particolare l’impresa estrema di tener in vita quel popolo, ancora diffuso e consistente, di sinistra deluso dal Pd tanto da essersene allontanato e in generale disaffezionato dalla politica, incapace di dare risposte alle diseguaglianze socio-economiche che si dovrebbero superare con il paradigma neoliberista dominante dei “grandi eventi” o delle grandi opere, come il ponte sullo stretto di Messina, che, per D’Alema, “è un omaggio per gli 80 anni del Cavaliere e questo dimostra la gentilezza d’animo del presidente del consiglio…”.
Carlo Patrignani
(da “Huffingtonpost“)
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