LA PENSIONE ALLA MOGLIE DEL DEPUTATO MAI ENTRATO IN AULA
FRANCO BISIGNANO FU DICHIARATO “ELETTO” 15 ANNI DOPO LA FINE DELLA LEGISLATURA… L’ARS GLI VERSO’ LIQUIDAZIONE E VITALIZIO, ORA PASSATO ALLA VEDOVA
Anche la vedova dell’onorevole fantasma ha diritto a una pensione.
L’incredibile storia di Franco Bisignano si arrichisce in questi giorni dell’ultimo capitolo. Il quasi deputato missino, che non mise mai piede all’Assemblea regionale siciliana e malgrado ciò prese liquidazione e vitalizio, è da poco defunto.
Ma la più munifica delle amministrazioni pubbliche continua a “premiare” la famiglia. Con un assegno mensile da oltre mille euro per Franca Rosa Baglione, la moglie del candidato messinese scomparso.
Bisogna fare un salto indietro nel tempo, lungo diversi lustri, per raccontare la paradossale vicenda di Bisignano.
Bisogna arrivare esattamente al 1976. Quell’anno, nel collegio di Messina, l’esponente del Movimento sociale corre e sfiora il seggio.
Arriva secondo dietro tal Antonino Fede, “laureato in giurisprudenza e docente di storia e filosofia nei licei”, che con 14.500 voti si iscrive a pieno titolo fra i deputati dell’ottava legislatura.
Resta regolarmente all’Ars cinque anni, Fede, ma con una spada di Damocle sulla testa: i ricorsi fatti da Bisignano, che contesta all’avversario di non avere la residenza in Sicilia. La stessa causa di ineleggibilità che, per inciso, precluderà quasi 35 anni dopo a Claudio Fava la corsa alla presidenza della Regione.
La battaglia di Bisignano si conclude nel ’96.
Quando l’ultimo dei tribunali aditi dal mancato parlamentare si pronuncia a suo favore: scranno conquistato, ma solo virtualmente, perchè intanto la legislatura da lui inseguita si è conclusa da 15 anni.
E l’amministrazione ha pagato in quell’arco di tempo l’onorevole Fede, che teoricamente sui banchi del parlamento non si sarebbe mai dovuto sedere.
L’Ars non si scompone. E per Bisignano, nel 1996, arriva comunque la liquidazione e persino il vitalizio: con un assegno mensile da tre milioni di lire (poi diventati 1.800 euro) preso in anticipo rispetto all’età pensionabile, in virtù di una “inabilità al lavoro” che gli viene prontamente riconosciuta.
E tante scuse per il ritardo.
Voi direte: finisce qui. Macchè.
L’onorevole fantasma, per anni, percepisce a casa – perchè così prevede il regolamento – il vitalizio e tutti i benefit collegati alla gloriosa militanza a Sala d’Ercole, in realtà mai avvenuta.
Bisignano non entrerà mai in aula, farà il sindaco di Furnari facendosi chiamare orgogliosamente “onorevole” e non smetterà di avere un collegamento solido con il parlamento di Sicilia, non disdegnando visite saltuarie agli uffici di un Palazzo che un torto accertato dalla giustizia gli ha impedito di frequentare a pieno titolo.
La morte di Bisignano, avvenuta di recente, non ha interrotto quel legame.
Perchè, sempre in base al regolamento dell’Ars, alla scomparsa di un ex deputato – per quanto solo virtuale – il diritto al vitalizio passa al coniuge.
È la reversibilità , istituto mutuato dal Senato che in Assemblea premia attualmente 113 congiunti di onorevoli passati a miglior vita.
Così, la signora Franca Rosa Baglione ha fatto legittimamente un passo avanti e ha inviato agli uffici di Palazzo dei Normanni la richiesta di avere il contributo.
Ridotto, per carità , a un migliaio di euro al mese. Ma perchè rinunciarvi?
L’istanza è giunta da poco ma sarà certamente accolta, perchè non c’è alcuna norma che possa essere opposta.
Almeno finchè esisterà questo regolamento. Non tocca certo ai funzionari dell’Assemblea porsi un problema di opportunità .
La storia infinita di Franco Antonio Bisignano proseguirà , insomma, sulle spalle degli eredi. Con il suo carico di grottesco.
Un beneficio, all’Assemblea regionale, è come un diamante: è per sempre.
Anzi, per più di una vita. Anche se quel diamante, in realtà , ha brillato solo in seguito alla sentenza di un giudice.
Emanuele Lauria
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