LA POLITICA FINITA NEL CESSO
LO SCONCIO ATTACCO DI SGARBI ALLA RAGGI DIMOSTRA A CHE LIVELLO SONO ARRIVATI I SOVRANISTI NEL NOSTRO PAESE… E NESSUNO SI VERGOGNA DI PROPORRE UN SOGGETTO DEL GENERE COME FUTURO ASSESSORE
Passando al cesso più tempo della media – tra una foto ricordo e l’altra – a Sgarbi dev’essergli caduto dentro il cervello.
Non può spiegarsi diversamente lo stupore che l’ha colto quando ieri migliaia di persone l’hanno sommerso di insulti per le volgarità gratuite che ha espresso sulla Raggi. Parole così miserabili da aver trasformato in leoni da tastiera anche i frequentatori dei social più moderati.
Una “tempesta di m…” come l’ha definita lui stesso, provando a scaricarne l’origine sulla regia occulta di Rocco Casalino, che si occupa di altro ma per buttarla in caciara è un nome sempre buono da utilizzare.
Vabbè – direte – niente di imprevedibile: con la stessa prosopopea con cui assegna patenti di stupidità a chi non gli aggrada e certificati di autenticità alle croste, il critico in servizio permanente effettivo sulle tv di Berlusconi ha tirato la catena su ogni tipo di fair play in campagna elettorale.
Il sasso tirato nello stagno però ha schizzato fango.
Un po’ sullo stesso Sgarbi, che ha avvisato i romani su che razza di assessore si ritroveranno se voteranno a destra, e molto di più sulle donne, tutte le donne, e il disegno di far dialogare sinistra e M5S.
D’altra parte, avvelenare i pozzi è una tattica ovvia se si immagina un ballottaggio tra un esponente di destra e chi supererà il primo turno tra la Raggi e Gualtieri.
Virginia Raggi alla fine non ce l’aveva proprio fatta più a vedere il corpaccione di Vittorio Sgarbi defecante e aveva detto a Myrta Merlino: “Roma non ha bisogno di persone che si fanno foto nude o sul water”.
Apriti cielo, l’irascibilissimo critico d’arte è saltato su come ossesso ed ha esternato su Facebook: “Essendo priva di pensiero, la sindachessa Raggi dimentica che anche lei, come tutti, almeno una volta al giorno sta seduta sul water, pensatoio perfetto. In ogni caso – ha scritto ancora Sgarbi -, meglio stare seduti, miti e tranquilli, sul water, che esistere solo grazie alla violenza verbale e ai vaffanculo del padre di uno stupratore di donne. A questa scuola si è formata, e per questo malauguratamente, esiste la Raggi. Se ne stia tranquilla al cesso’’.
Insomma il solito turpiloquio che però questa volta è infarcito di un’evidente sessismo tanto che gli eurodeputati M5S romani hanno replicato astenendosi dal commentare il turpiloquio stesso, ma chiedendosi come mai il candidato delle destre Enrico Michetti taccia chiamando in causa anche Giorgia Meloni e Matteo Salvini perché Sgarbi sarebbe il loro futuro assessore alla Cultura nel caso di vittoria. Ci mancava proprio Sgarbi a gironzolare per Roma, con tutti i problemi che ha la Capitale.
Sgarbi ha dichiarato che se vince la destra, dal suo ruolo istituzionale, “farò di Roma una Louvre a cielo aperto” che non si capisce bene se sia più una promessa o piuttosto una minaccia.
Il fenomeno Sgarbi è colpa di Maurizio Costanzo che portò uno sconosciuto totale alla ribalta televisiva unicamente perché le sue continue polemiche facevano audience nel popolino eccitato.
Perché poi se ci ritroviamo Sgarbi che pontifica e insulta mentre fa la popò con i calzoni tirati giù la colpa è sua.
Se c’è un deputato della Repubblica che si fa fotografare mentre fa la cacca, questo deputato, che rappresenta tutta l’Italia e i suoi elettori – a proposito, che ne è stato della disciplina e dell’onore richiesti dalla Costituzione per esercitare le funzioni pubbliche? – dovrebbe essere cacciato dallo scranno che occupa.
Né si è mai sentita una parola di reprimenda dal suo dante seggio Silvio Berlusconi che evidentemente non prova vergogna per un defecatore iconografico che ci allieta le ore con le sue esibizioni direttamente dalla sala da bagno.
Oltretutto le simpatiche contumelie coprofile sono state scagliate in Rete nei confronti di una donna, la sindaca Raggi, il cui ruolo è stato linguisticamente stuprato dal critico d’arte che l’ha chiamata volutamente “sindachessa” in senso chiaramente dispregiativo e sessista.
E ci chiediamo appunto come un’altra donna, la Meloni, che appoggia Sgarbi, taccia nei confronti di questo indecoroso spettacolo.
Se non dice niente se non prende le distanze allora anche ella sarà complice di questo personaggio
(da La Notizia)
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