LA RAZZISTA KRISTI NOEM, SCELTA DA TRUMP COME SEGRETARIO ALLA SICUREZZA NAZIONALE DEGLI USA, INDOSSA IL GIUBBOTTO ANTIPROIETTILE, SI METTE IL ROLEX AL POLSO E SE NE VA NEL BRONX A FILMARE LE DEPORTAZIONI DI ALCUNI IMMIGRATI
LA FECCIA D’AMERICA LA INONDA DI COMPLIMENTI PER AVER CHIAMATO “IMMONDIZIA” LA GENTE DEPORTATA… E’ QUELLA CHE AVEVA AMMAZZATO A FUCILATE IL PROPRIO CANE “PERCHE’ TROPPO VIVACE”, UN SOGGETTO DA MINICOMIO CRIMINALE
Dopo l’immagine di Donald Trump in borsalino stile Al Capone postata su Truth, è il turno di Kristi Noem versione “Atomic Brunette”. Il nuovo segretario alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti ha partecipato al raid dell’ufficio immigrazione nel Bronx, New York, e pubblicato sul social un video in cui è apparsa all’alba con giubbotto antiproiettile, cappello da baseball della polizia con visiera calata sugli occhi, giubbotto nero, unghie smaltate di rosso e Rolex Daytona al polso.
«In diretta da New York — ha scritto su X — ci sto lavorando». Poi ha pubblicato video di un arresto e immagini di lei seduta in prima fila alla riunione operativa degli agenti, come in un film d’azione: mentre attraversa la strada illuminata dai fanali delle auto della polizia, e in piedi, mani in tasca, mentre guarda lontano. Sui social è stato il delirio dei fans.
“America is Back!”, hanno scritto. Ma anche Hollywood is back: da una settimana la propaganda trumpiana ha riversato su social e tv i volti degli arrestati.
Noem ha compiuto un passo ulteriore: si è presentata come la ministra in azione, un po’ Charlize Theron di Atomic Blonde , un po’ Emily Blunt di Sicario o la Jennifer Lopez di Out of Sight .
«Noi — ha detto ai suoi oltre 600 mila follower su X — stiamo facendo esattamente ciò che il presidente Trump ha promesso al popolo americano: rendere le nostre strade sicure». E poi: «Sacchi di immondizia come questo — ha aggiunto, commentando il video di un clandestino arrestato — li continueremo a rimuovere dalle nostre strade».
Nata a Watertown, South Dakota, 53 anni, sposata, tre figli, Noem si è costruita una fama da dura: a 22 anni, perso il padre in un incidente col trattore, dovette lasciare l’università per guidare l’azienda di famiglia. È diventata allevatrice, cacciatrice, ha partecipato a rodei, è riuscita a laurearsi a 40 anni, come aveva promesso al padre, incarnando la versione pop della donna americana rurale, tutta lazo, cappello da cowboy ma sempre con il rossetto giusto sulle labbra. Prima donna governatrice del South Dakota nel 2019, rieletta con record di voti tre anni dopo, è stata tra le prime a dire no ai vaccini per il Covid e a inviare in Texas soldati della Guardia nazionale nella guerra all’immigrazione clandestina.
Da governatrice ha accusato le tribù di nativi di essere un branco di ubriaconi arricchiti con i cartelli della droga. Gli Oglala Sioux le hanno vietato di entrare nella loro riserva, seguiti dai Cheyenne. Di recente la tribù dei Flandreau Santee Sioux ha revocato la decisione dopo che Noem si era scusata. Appena nove mesi fa l’ascesa della governatrice sembrava essersi esaurita: nella sua autobiografia, No Going Back , per mostrare il suo senso pratico, Noem aveva raccontato di aver sparato a freddo al suo cane da caccia, Cricket, un pointer di quattordici mesi, perché indisciplinato e considerato «inutile».
Inoltre aveva millantato di aver respinto un invito del presidente francese Emmanuel Macron, e di aver incontrato il dittatore nordcoreano Kim Jong Un. I due episodi sono stati smentiti dai due Paesi
(da La Repubblica)
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