LA RONDA PADANA CI SCRIVE MA SBAGLIA CLAMOROSAMENTE PERSONA: SE I SOSPETTATI LI INDIVIDUANO COSI’ SIAMO A POSTO
REPLICANO AL NOSTRO ARTICOLO SULLA RONDA NOTTURNA MA NON NE AZZECCANO UNA, CI SCAMBIANO PER UN ALTRO, NON ENTRANO NEL MERITO E CI ACCUSANO DI AVERE UNA BELLA GIACCA DA MOTO DA 300 EURO… LA PROSSIMA VOLTA INVECE CHE DALLA DIGOS FATEVI SCORTARE DALLA STRADALE CON LA PROVA DELL’ETILOMETRO
Pubblichiamo la nota che ci ha inviato un responsabile di “Genova Sicura”, in merito alla ronda leghista di cui ha scritto il “Secolo XIX” e che noi abbiamo semplicemente ripreso per un commento. Segue la replica del ns. direttore.
Commento questo articolo per dovere, anche se dovrei passare oltre. Un giornalista che si ritiene tale dovrebbe scrivere con serietà sperando di lasciare sparse nelle parole saggezza, umiltà e cronaca.
La saggezza non è nel suo sangue, ne avesse avuta un po’ non avrebbe scritto cazzate apocalittiche, l’umiltà non credo sappia dove trovarla, lei giudica una persona dall’altezza e dal peso ( lei dovrebbe essere molto saggio), la cronaca l’ha intrisa di considerazioni personali su come ci muoviamo se in autobus o in macchina, fondamentale per una ronda.
Anche un giornalista quotato come lei, invece di un bel cappotto aveva una bella giacca da moto da 300 euro.
Vede, le persone come lei le peso per quello che sono, anche se bello grosso è leggerino, poco convincente; insulta chi intervista. Un conto è dissentire un’ altro e ridicolizzare le persone per la loro altezza e corporatura.
Mi consenta, si trovi un lavoro vero e lasci scrivere a chi davvero sa fare critica.
Cazzola Massimo
Genova Sicura
Caro Cazzola,
mi permetta innanzi tutto di esentarla, qualora ritenesse suo “dovere” replicare una seconda volta alle nostre “cazzate apocalittiche”, dal farlo, ben cosciente che i suoi impegni richiedono la sua essenziale presenza “in prima linea”, laddove la criminalità dilaga, il malaffare impera, la sicurezza della città è messa in pericolo, i barboni dormono per strada e i cani la fanno sul marciapiede.
La sua intemerata attività , la “casuale” presenza di Tv e fotografi alle vostre ronde padane è già di per sè un veicolo commerciale che comprendo non ami venga posto in discussione.
Nel contesto della esigenza di assicurare “la percezione di una maggiore sicurezza ai cittadini”, solo la percezione ovvio, la sicurezza è altra cosa, certe “sceneggiate” rientrano in un certo modo di fare politica. Che è evidentemente il suo, non il mio.
Il senso dell’humor, purtroppo non compreso, ci aveva portato a suggerire in futuro di usufruire di personale che fisicamente rientrasse maggiormente nel ruolo di deterrente alla criminalità .
Lei mi insegna che anche tra le forze dell’ordine vi sono dei canoni estetici da seguire, ivi compresa l’altezza. Non è colpa nostra se il “desiderio di apparire” ha fatto sì che tutti si ritenessero “abili e arruolati”, magari altri sono più idonei a un lavoro di ufficio, che male ci sarebbe.
Visto quanti cittadini ritengono essenziale il Vs. intervento, penso rientri nei vostri progetti istituire un centralino di “pronto intervento”.
Come chiamare il radiotaxi, si chiama la ronda e si dorme tranquilli insomma.
Certo non sempre sarà possibile convocare i giornalisti, le Tv e i fotografi, ma come dice lei, “un lavoro bisogna pur trovarlo”.
Devo però concederle che lei ha dimostrato un incommensurabile involontario senso dell’umorismo quando, pur mai contestando nel merito lo svolgimento della ronda padana cui abbiamo fatto riferimento nel nostro articolo, di cui quindi conferma l’iter, ci accusa di esserci permessi di aver espresso “considerazioni personali” ( un nuovo reato forse?), di non essere saggi e di insultare chi intervista.
E qui temo che la scarsa considerazione per l’utilità di quella ronda emerga tragicamente.
Ma come, avete i cellulari e le macchine fotografiche, siete pronti a immortalare i potenziali pericoli per la sicurezza, nulla vi sfugge, sareste capaci di distinguere a 50 metri un romeno da un albanese e a ricostruirne l’identikit e poi che fate?
Come direbbe Mike Buongiorno “cascate sul pisello”?
Eh sì, perchè non vi abbiamo mai intervistato e non sono “un giornalista quotato che aveva una giacca da moto da 300 euro”.
Sono uno che il mattino si sveglia alle 5 e la sera non posso perdere tempo per le festicciole di carnevale. Mi spiace deluderla ma avete sbagliato foto segnaletiche, non c’ero alla vostra kermesse ludica, non possiedo una moto e tanto meno una giacca da moto da 300 euro.
In verità sono affezionato e giro spesso con un giaccone un po’ datato che non costa che un terzo della cifra su indicata.
Sa, appartengo a quella categoria di persone per cui conta l’essere non l’apparire, la sostanza e non la bella forma e non amo i salotti buoni della borghesia forcaiola a lei tanto cari.
Insomma siamo agli antipodi. Ci divide la concezione dello Stato: per me è lo Stato che deve garantire la sicurezza dei cittadini.
Se vi sono delle ronde, vuol dire che il Ministro degli Interni non sa assicurarla, è lapalissiano.
Ne consegue che Maroni dovrebbe dimettersi, in pratica siete voi i suoi peggiori nemici.
Salvo che, come dice Maroni, le ronde non siano sul modello Angels milanesi, ma non risulta che voi siate partiti carichi di cibo e bevande calde per i barboni…
E’ notizia di pochi giorni fa una dura presa di posizione dei carabinieri contro le ronde che “creano preoccupazione tra i cittadini”, quindi come vedete la nostra opinione è diffusa.
Se viene meno la scorta delle forze dell’ordine, vi suggerirei di chiedere almeno quella della stradale, con prova dell’etilometro: evitereste la prossima volta per scambiarmi per uno “bello grosso”, in moto e con una giacca da 300 euro.
Avete visto troppi film “belli e dannati” forse, ogni tanto un cartone animato riporta alla realtà , date retta a me. Guardatevi Biancaneve e i sette nani la sera e lasciate che della sicurezza si occupino polizia e carabinieri ( magari pagandoli come meriterebbero).
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