LA SEA WATCH CON 47 PROFUGHI A BORDO IN BALIA DI ONDE ALTE SETTE METRI SI MUOVE VERSO LAMPEDUSA, CRISI ISTERICA DELLA ZECCA PADANA
INVECE CHE RISPETTARE IL DIRITTO DELLA NAVIGAZIONE E LE NORME INTERNAZIONALI DI SOCCORSO, SALVINI PARLA DI “PROVOCAZIONE”… MA SE LA FA SOTTO, PERCHE’ SA CHE SE MUORE QUALCUNO STAVOLTA FINISCE A SAN VITTORE IN COMPAGNIA DI TONINELLI E CONTE
Onde alte sette metri almeno per 48 ore, raffiche di vento a 70 chilometri l’ora. La Sea Watch 3, da cinque giorni nel Mediterraneo con i 47migranti salvati che nessun paese vuole, si dirige verso nord e cerca riparo sotto Lampedusa al limite delle acque territoriali italiane
La situazione a bordo è estremamente delicata.
Il comandante deve innanzitutto garantire la sicurezza della nave che fino ad ora non ha ricevuto alcuna risposta alla richiesta di un porto sicuro dove approdare. Da qui la decisione di dirigersi comunque verso l’Italia in cerca di riparo.
La notizia del movimento della nave, arrivata al Viminale, indispone Matteo Salvini che la definisce una “provocazione”
“Ennesima provocazione in vista: dopo aver sostato per giorni in acque maltesi, la nave olandese Sea Watch3 con 47 a bordo si sta dirigendo verso l’Italia. Ribadisco che la nostra linea non cambia, nè cambierà . Nessuno sbarcherà in Italia. Pronti a mandare medicine, viveri e ciò che dovesse servire ma i porti italiani sono e resteranno chiusi”.
Ma stavolta il bullo trema: il diritto della navigazione e le norme internazionali dicono chiaramente che non si può rifiutare l’approdo di una nave in emergenza. Se muore qualcuno, in Italia si finisce in galera, inlatri Paesi davanti al plotone di esecuzione.
(da agenzie)
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