LA STRATEGIA DI BERLUSCONI: SOSTENERE MONTI AGITANDO LO SPETTRO DELLA CRISI
PIENO APPOGGIO A MONTI. ANZI NO. O FORSE SI’…COME LE LUCI INTERMITTENTI DELL’ALBERO DI NATALE: UN MOMENTO DI BAGLIORE INTENSO A CUI SEGUE IL BUIO ASSOLUTO
Chi più di ogni altro vuol far capire a Monti che l’interruttore è nelle mani del partito di Silvio Berlusconi è l’ex ministro della Difesa, Ignazio La Russa.
Dalla nomina del nuovo esecutivo ad oggi ha pronunciato almeno una decina di volte il mantra “smettono quando vogliamo”, in varie forme.
La più forte parlando col Fatto quotidiano: “Meno dura, meglio è”.
Ieri è tornato a ricordare al presidente del Consiglio chi comanda: “à‰ corretto lasciare al governo il tempo di operare, ma passato il periodo di luna di miele dovrà guadagnarsi quel certificato di sopravvivenza che gli stiamo assicurando nel bene dell’Italia”.
Insomma, il futuro dell’esecutivo dipende da noi. Ora ci siamo, domani chissà .
Ma se La Russa lancia anatemi, c’è sempre qualcuno pronto a rassicurare.
Salvo cambiare idea il giorno dopo.
Il famoso concetto di “staccare la spina”, del “malato terminale”, — che Monti ha esplicitamente chiesto di non usare più, durante il suo primo discorso al Senato — è stato ripetuto in questi due mesi da molti degli uomini di Silvio Berlusconi e anche da lui stesso, che poi ha smentito l’uso della metafora patologica.
Ma se pur con parole diverse, ieri l’ex premier, collegandosi telefonicamente con la comunità di don Gelmini, ha ribadito il concetto: “Sono ancora impegnato a sostenere la nostra forza di libertà . E quindi sono sempre in pista. I sondaggi ci danno in forte, anzi fortissima crescita, perchè gli italiani sono preoccupati”.
La traduzione del pensiero berlusconiano è arrivata direttamente dall’interpretazione della telefonata di un suo ex ministro, Gianfranco Rotondi: “Non esiste l’ABC, Alfano, Bersani, Casini. Angeli-no Alfano è il leader dell’Italia di domani che Berlusconi sta silenziosamente preparando”.
Infatti l’ex premier ripete continuamente ai fedelissimi la sua idea di una “lista Berlusconi” alternativa e alleata di un Pdl rifondato su basi centriste, guidato dal delfino prescelto, Alfano.
Il voto è l’obiettivo, bisogna solo capire qual è il momento migliore per arrivarci.
Fino ad allora, Monti è avvertito: “à‰ probabile che duri fino al 2013 — ha dichiarato ieri La Russa — ma se ritenesse di essere un governo politico, cioè se si volesse intestare attività governative che non attengono il motivo per cui è stato fatto nascere, non sarà più necessario mantenere un esecutivo di persone non elette dal popolo. Non voteremo più manovre che non ci piacciono”.
Secondo l’ex ministro, dopo aver fatto il lavoro “sporco”, i professori sono pronti per la rottamazione.
A meno che non ci sia bisogno di ulteriori provvedimenti che strizzeranno però sempre più l’occhio agli elettori, pena la mancanza di fiducia dei partiti.
Il primo ad usare un tono minaccioso col nuovo governo era stato il presidente dei deputati, Fabrizio Cicchitto: “O c’è rispetto verso il Pdl o il governo Monti non decolla” aveva detto ancor prima che nascesse.
Per poi ricordare, una settimana dopo, che “Monti è libero di fare politica nel modo che preferisce, ma nel caso in cui il tentativo riesca, come ci auguriamo, lui ha un vincolo d’onore. Sarebbe un presidente del Consiglio rappresentativo di una fase così straordinaria che non potrebbe poi rinnegarla prendendo parte alle prossime elezioni politiche per uno schieramento o per l’altro”.
L’ipotesi era balenata nella testa di un suo collega di partito, Beppe Pisanu, che aveva chiesto a mezzo stampa di ipotizzare una leadership futura per Monti.
Nel Pdl però, l’idea che la fotografia del governo possa essere manomessa con Photoshop, non sfonda.
Con un ritocco qua e uno là ecco Monti leader di un governo di unità nazionale, poi del centrodestra e Corrado Passera del centrosinistra.
Ma la scomposizione e ricomposizione di un esecutivo sostenuto a corrente alternata non sembra nei piani di Berlusconi, più attento a capire che fine faranno le liberalizzazioni e l’asta delle frequenze tv, sempre sondaggi alla mano.
Se le elezioni si allontanano sarà difficile riunire l’alleanza di Vasto per Pd, Idv e Sel. Eppure, laddove si aprisse un varco, l’ex premier si dice pronto.
Di certo nelle riunioni riservate il sostegno al governo tecnico non manca mai.
E nemmeno le contraddizioni. Parola di Monti.
Caterina Perniconi
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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