LA UE GELA ALFANO: “FRONTEX NON HA I MEZZI PER SUBENTRARE A MARE NOSTRUM”
“E’ UNA PICCOLA AGENZIA SENZA SOLDI, NAVI ED AEREI”… “SONO GLI STATI MEMBRI CHE DEVONO CONTRIBUIRE DI PIU'”
Angelino Alfano lo aveva detto a Ferragosto: l’operazione Mare nostrum finirà a ottobre e subentrerà la Ue con Frontex.
Sulle certezze del ministro dell’Interno e del governo italiano, però, è arrivata oggi una doccia gelata direttamente da Bruxelles.
Frontex, ha detto un portavoce della Commissione, “è una piccola agenzia” senza mezzi e dunque tocca a tutti i paesi Ue “fare di più” sull’emergenza sbarchi e la corsa verso l’Europa di decine di migliaia profughi di guerre e carestie dalle zone più calde dell’Africa e del Medio Oriente.
Anche Ewa Moncure, portavoce di Frontex, conferma in un’intervista al Tagesspiegel: “Allo stato non abbiamo i mezzi finanziari per farci carico dell’operazione Mare nostrum”.
“Siamo in contatto con l’Italia – ha detto il portavoce di Bruxelles, Antony Gravili – e non possiamo che essere d’accordo sul fatto che l’Ue nel suo complesso debba fare di più, abbiamo ripetuto continuamente che gli stati membri devono fare di più contribuendo con mezzi e finanziamenti”.
Noi, ha detto ancora il portavoce Ue, “stiamo facendo tutto quel che possiamo per l’Italia con i mezzi che abbiamo a nostra disposizione”, mentre Bruxelles “riconosce pienamente il magnifico lavoro che sta svolgendo l’Italia” e sta “cercando di vedere insieme” cosa l’Ue possa fare in più.
Il portavoce della Commissione, poi, ha ricordato che “l’Italia ha avuto aiuti senza precedenti”: “L’Italia ha beneficiato di circa 500 milioni di euro di aiuti nel periodo 2007-2013 e sarà il più grande beneficiario nel periodo 2014-2020 con 315 milioni di euro, cifra inferiore dovuta al generale taglio del bilancio Ue chiesto dagli stati membri”.
Poi la dichiarazione finale: “Frontex da sola, così come è oggi, con un piccolo bilancio e senza guardie di frontiera, nè navi nè aerei”, non può intervenire da sola ed è per questo che “per un’operazione di lungo periodo devono essere coinvolti e contribuire tutti gli stati membri”.
L’operazione Mare nostrum costa all’Italia oltre 100 milioni di euro all’anno
Si torna dunque al vecchio, insormontato problema che i governi italiani sollevano da anni: la partecipazione dell’Unione al controllo ordinario e quotidiano di un’emergenza che è Europea, ma che l’Italia continua ad affrontare quasi in solitudine per la propria posizione geografica di porta del continente sul Mediterraneo.
(da “La Repubblica”)
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