LA VERA EMERGENZA ITALIANA E’ LA CORRUZIONE: 50 MILIARDI L’ANNO SECONDO LA CORTE DEI CONTI
NON CI SONO MAI DISPONIBILITA’ PER INTERVENTI SOCIALI, SI TAGLIA SOLO, MA OGNI ANNO SPARISCONO 50 MILIARDI DALLE CASSE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI…. LA SANITA’, UNICO SETTORE FEDERALISTA, E’ UN’ORGIA DI SPRECHI E MAZZETTE….E LA MALAVITA FA AFFARI
Capita spesso, in questi commenti, di imbatterci in tante necessità che andrebbero affrontate nell’interesse degli italiani: dalla scuola ai problemi del lavoro, dagli ammortizzatori sociali all’accesso al credito, dalle pensioni sociali all’assistenza sanitaria.
Critichiamo spesso i tagli, il fatto che il governo non scuce mai un euro se non sottraendolo ad altri settori, e qualche lettore si chiede giustamente dove si potrebbero trovare risorse per far fronte all’emergenza della crisi.
Dato che non ci piace passare per “criticoni” per partito preso, facciamo un semplice ragionamento: il provvedimento dello scudo fiscale che praticamente permette di far rientrare capitali sottratti al fisco, pagando appena il 5% della cifra nel più completo anonimato e fatto passare per una misura che permetterà all’Italia di ripartire, sapete quanto renderà nella più rosea delle previsioni? Non più di 3 o 4 miliardi di euro.
Quello che il governo ha speso per salvare Alitalia, o se preferite un terzo di quanto ci costerà la ricostruzione in Abruzzo.
Sapete invece quanti miliardi ogni anno, secondo la denuncia della Corte dei Conti, vengono sottratti alle casse della Pubblica Amministrazione dalla corruzione dilagante? La bellezza di 50-60 miliardi.
Ovvero si tratta di soldi dello Stato, di cui lo Stato non sa garantire un corretto uso, che finiscono in mazzette e corruzioni, concussioni e abusi d’ufficio, appalti taroccati e interessi privati.
Magari gestiti localmente da quegli stessi dirigenti che negli Enti locali, secondo Brunetta, dovranno stabilire qual’è il dipendente da premiare e quale no.
I dati si trovano nella relazione del procuratore generale presso la Corte dei Conti, depositata il 25 giugno scorso, nel capitolo riguardante il “Giudizio sul rendiconto generale dello Stato”.
Un fenomeno, la corruzione, secondo la Corte, “rilevante e gravido di conseguenza in tempo di crisi”, quantificabile in 50-60 miliardi di euro l’anno (secondo le cifre del Servizio anti-corruzione e trasparenza, il Saet, del ministero della P. A., confermate pure dall’Alto Commissariato sulla corruzione che in verità parlava di 70 miliardi).
La Corte dei Conti parla esplicitamente di responsabilità di persone, fisiche o giuridiche, a qualsiasi titolo inserite nell’organizzazione amministrativa dello Stato o di altri enti pubblici.
A parere della Corte, mentre ai tempi di Mani Pulite la corruzione era collegata al finanziamento illecito dei partiti che succhiavano nelle P.A. risorse finanziarie, oggi essa pare più affidata e gestita dai singoli funzionari, con intromissioni della malavita.
A chi parla di federalismo come la soluzione di ogni problema italiano, vale la pena ricordare che proprio l’unico settore “federalista”, ovvero la Sanità decentrata, gestita dalle Regioni, è quella in cui si assiste ( basta leggere i giornali) a un’orgia di sprechi, mazzette, affari sporchi, da Nord a Sud, da regioni governate dalla destra a quelle di sinistra, senza distinzioni.
Quando il federalismo sarà applicato ad altri settori, si moltiplicherà ancora di più la corruzione a dimostrazione che tale panecea conviene forse a qualcuno, non certo agli Italiani.
La Sanità ne è un esempio: sovrafatturazioni, consulenze, assunzioni anomale, retribuzioni non dovute ma pagate, merce pagate più volte in assenza di controlli, mazzette, sprechi, materiale nuovo buttato, una gestione contabile mal organizzata.
E i tempi di prescrizioni spesso aiutano i criminali, non la giustizia.
Ecco perchè se ci fosse la volontà politica di mettere in atto controlli rigorosi e una norma penale da far togliere il sonno a certi maneggioni, lo Stato recuperebbe una cifra immensa ogni anno con cui, invece che tagliare, potrebbe “ricucire” l’economia del nostro Paese, recuperare credito internazionale, rimodernare il Paese nelle infrastrutture, aiutare i meno abbienti, investire in scuola e università .
Ma per fare questo occorre non avere pietà per nessuno, ristabilire la legalità vera, non avere scheletri nell’armadio.
La nostra classe politica chissà come mai interventi in questo settore non ne fa mai.
Forse è già una risposta.
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