LANDINI IN TV FA NERO BERLUSCONI: “LEI OFFENDE GLI ONESTI”
IL CAVALIERE, LIVIDO DI RABBIA, PROMETTE TUTTO, DAL CONDONO ALL’AMNISTIA (PERFETTA PER IL PROCESSO RUBY)
C’è un uomo che ferma Berlusconi davanti alle sue responsabilità di sempre.
È Maurizio Landini, il leader della Fiom.
Che ieri sera, durante la trasmissione Leader di Lucia Annunziata, lo ha messo spalle al muro.
Facendolo diventare livido di rabbia. Sui fatti.
Davanti alle promesse pirotecniche del Caimano di condoni tombali e di tagli draconiani dell’Irap, Landini — con la consueta forza dialettica — ha respinto gli spot elettorali con perdite: “Lei sta parlando a lavoratori dipendenti e pensionati che pagano da sempre le tasse — ha detto Landini — questo è un uno schiaffo a chi paga le tasse e lei, in questo senso, ha delle responsabilità come presidente del Consiglio” . Berlusconi ha risposto inviperito, consapevole del colpo “mediatico” assestatogli dall’avversario “sindacalista, che non ha fatto la Bocconi e a mala pena la terza liceo, ma sa di cosa ha bisogno la gente”: “Non parli a me di tasse — ecco la risposta del Caimano — sono il primo contribuente italiano! Sono molto orgoglioso di esserlo. Il mio gruppo, da quanto è stato fondato, ha versato 8 miliardi di imposte”.
Non è stata una grande serata per il Cavaliere a caccia di centomila voti.
Quelli che gli mancherebbero per conquistare l’ambito sorpasso sul Pd. E per conquistarli è sembrato pronto davvero a tutto.
Persino annunciare di essere deciso a dare il condono “tombale e anche edilizio perchè porta nelle casse dell’Erario molti milioni”.
Oppure a concedere il via libera alle “coppie di fatto, anche se gay” come ha fatto nel pomeriggio di ieri.
Quindi, a puntare sull’amnistia per svuotare le carceri, un provvedimento da fare “nei primi cento giorni”.
E che servirebbe , però, anche a lui. Sarebbe una sorta di salva Ruby nuova di zecca, per cancellare la condanna che teme di più.
Ma intanto, meglio cercare di catturare l’elettorato.
E così eccolo a Raitre privo di supporters solo per poter prendere “tutto per sè” lo spazio della trasmissione.
“Perchè il Milan — si è giustificato — è già in ritiro perchè deve incontrare il Cagliari”. Poi ha aggiunto più serio: “Tutti quelli che avrebbero potuto essere qui sono impegnati nella campagna elettorale”.
Ma il pungolo è rimasto lo stesso: la giustizia.
“Volevo cambiare molte situazioni ma poi i Fini, i Casini e i Follini mi hanno sempre ostacolato e alla fine non ce l’ho fatta. Volevo modernizzare il Paese, volevo fare la rivoluzione liberale, ma non l’ho fatta per due motivi: non ho avuto la maggioranza, non ho convinto gli elettori, e poi ci sono i piccoli partiti che non ragionano mai secondo un interesse generale, ma secondo il loro particolare interesse che si identifica con quello dei loro piccoli leader”.
Però, ha rivendicato “ho portato a termine tutte le promesse fatte”.
Come anche per l’Ici: “Avevo promesso che l’avrei abolita nel 2008 e l’ho fatto nel primo consiglio dei ministri: abbiamo sempre pensato che la casa fosse sacra, nell’Imu che avevamo pensato noi non era prevista la prima casa”.
Dunque, secondo il Cavaliere, la restituzione dell’Imu è “atto simbolico giusto e doveroso per una ricucitura con lo Stato.
Quindi, una “precisazione attesa”: “Se andrò al governo, farò un condono tombale, anche edilizio”.
Quindi il rilancio: l’abolizione dell’Irap per le imprese.
Il tutto, il più presto possibile. Perchè servono i centomila voti, una disperata corsa contro il tempo.
A Berlusconi, più che i condoni e i tagli (impossibili) delle tasse, serve l’amnistia.
È perfetta per il processo Ruby.
Ma il nemico vero è Monti, prima della giustizia da riformare. Prima lo aveva sfottuto: “Lo abbiamo visto quanto sono bravi i professori della Bocconi, Monti ha rovinato l’Italia!”.
Poi, però, davanti all’annuncio del raggiunto accordo a Bruxelles sul bilancio dell’Europa, è andato giù durissimo: “à‰ chiaro che la Germania che ha tenuto il matrimonio tra Monti e Bersani con Merkel e con Schà¤uble come testimone. La Germania ha adottato Monti che fa tutto ciò che dice la Germania, è più tedesco che italiano”.
Sara Nicoli
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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