“L’ASTA DEI DIRITTI TV TRUCCATA DA INFRONT PER FAVORIRE MEDIASET”
I PM “SOLDI IN NERO PER SALVARE LE SQUADRE, INDEBITI FINANZIAMENTI A GENOA E BARI”
Lo scorso campionato di calcio di serie A e B, così come questo in corso, sarebbero stati alterati dall’intervento di Infront.
E’ questa l’ipotesi accusatoria della procura di Milano nel secondo filone di inchiesta, quello che riguarda le iscrizioni delle squadre ai campionati.
Secondo l’accusa, Infront avrebbe effettuato “indebiti finanziamenti”, si legge nelle carte dei pm, ad almeno due società di serie A e B, il Genoa e il Bari, per permettere loro di partecipare al campionato e comunque di evitare penalizzazioni.
Da qui la contestazione mossa ai vertici delle due squadre, alle cui porte ha bussato venerdì la guardia di Finanza, di “ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza”, fattispecie prevista dall’articolo 2638 del codice civile.
Grazie ai soldi “indebiti” di Infornt avrebbero infatti impedito alla Covisoc, la Consob del calcio, di accertare alcuni problemi nel bilancio e provvedere al deferimento alla Federcalcio previsto dalla norma.
Quindici milioni avrebbe incassato il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, in tre tranche da cinque ciascuno.
Si tratterebbe di soldi messi a disposizione da Enrico Silva, patron di Mp Silva, la società leader nel mondo nella distribuzione di diritti televisivi, e Infront tramite Tax &Finance, la società fiduciaria di Lugano di cui è partner Andrea Baroni, il fiscalista arrestato. Silva smentisce.
Mentre le carte confermerebbero il movimento con Preziosi che però prova a ridimensionare la vicenda: parla di un prestito personale a tasso agevolato (4 per cento) che gli è servito, questo sì, per rimpolpare le casse del Genoa e iscriverlo al campionato di serie A.
Il Bari ha invece ricevuto, a maggio dello scorso anno, con un bonifico diretto da Infront, 470mila euro per il secondo sponsor di maglia.
Il presidente Gianluca Paparesta – che aveva ricevuto sempre da Infront e Mp Silva i soldi per comprare all’asta fallimentare il Bari vendendo in anticipo i diritti televisivi – avendo bisogno di soldi per pagare gli stipendi, ha venduto in anticipo a Infront i diritti per la stagione 2015-2016.
Al momento non si è rivelato un buon affare per la società di Bogarelli, visto che per ora il secondo sponsor che c’è sulla maglia del Bari è stato venduto direttamente da Paparesta. Pronto però a scomparire qualora Infront trovi un suo cliente.
Anche per questo la Procura di Milano ritiene che dietro le mosse di Infront non ci sia soltanto business. Ma la volontà di aggirare i controlli Covisoc e favorire alcune squadre. Un problema non di poco conto. Visto che in questa maniera Infront, che essendo advisor della Lega dovrebbe essere garante di tutte le società , favorisce una squadra piuttosto che un’altra, finanziandola al bisogno. “Ma sono ragioni commerciali, il Bari è molto più appetibile di una piccola squadra” spiegano gli uomini di Bogarelli, citando il famoso Lotito che non voleva Frosinone e Carpi in serie A.
Questo enorme conflitto di interessi non sfugge però agli uomini del calcio. Da tempo c’è chi chiede una regolamentazione e maggior chiarezza tra i ruoli. E la serie B nei prossimi giorni delibererà di non rinnovare il contratto con Infront.
(da “La Repubblica“)
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