LAURA BOLDRINI ELETTA PRESIDENTE DELLA CAMERA: “SIA LUOGO DI ACCOGLIENZA A TUTTI”
ALTO DISCORSO SUI VALORI MORALI DELLA NEOPRESIDENTE CHE RICHIAMA LA POLITICA AI PRINCIPI ETICI… AL SENATO E’ SFIDA TRA SCHIFANI E GRASSO
Secondo e decisivo giorno di votazioni per le presidenze di Camera e Senato.
Laura Boldrini è eletta presidente della Camera. Quando il suo nome è è risuonato per la 316esima volta, l’aula di Montecitorio è scattata in un lungo applauso.
Antonio Leone ha completato lo spoglio mentre i deputati applaudivano il nuovo presidente.
Al termine, Boldrini ha ottenuto 327 voti sui 345 disponibili dalla maggioranza che l’aveva candidata.
«Farò in modo che questa Istituzione sia luogo di cittadinanza per chi ha più bisogno» ha detto Laura Boldrini, presidente della Camera, nel suo discorso di insediamento.
«Il mio pensiero – ha aggiunto – va a chi ha perduto certezze e speranze. Dovremmo impegnarci a restituire piena dignità ha chi ha perduto la certezza e i diritti. In quest’Aula è stata scritta la nostra Costituzione, dobbiamo avere la capacità di saper rappresentare e garantire uno a uno i diritti universali da essa stabiliti».
Ancora braccio di ferro, invece, al Senato dove la sfida è tra Schifani e Grasso.
Sono in corso, secondo quanto si apprende, contatti tra i senatori del Pdl e quelli montiani.
In Transatlantico il capogruppo uscente del Pdl Maurizio Gasparri si è fermato a lungo a parlare con l’esponente di Scelta Civica Mario Mauro.
Sempre secondo quanto si apprende non è escluso che alcuni voti di Scelta Civica possano convergere sul nome di Renato Schifani nell’eventuale ballottaggio in quarta votazione.
Anche se al momento la posizione ufficiale è votare scheda bianca.
Il centrosinistra conta 123 eletti, mentre il centrodestra ne ha 117 e i montiani sono 19.
In caso di ballottaggio Grasso-Schifani i voti di Scelta Civica potrebbero risultare decisivi.
Restano poi i 53 voti del Movimento 5 Stelle (dopo le dimissioni di ieri della senatrice Giovanna Mangili).
Potrebbe esserci infatti qualche novità nell’indicazione del presidente del Senato da parte Movimento Cinque Stelle tra la terza e la quarta votazione.
I “grillini”, che al terzo scrutinio in corso a palazzo Madama stanno votando compattamente il loro candidato, Luis Alberto Orellana, potrebbero decidere di cambiare atteggiamento al ballottaggio tra Piero Grasso e Renato Schifani.
«Noi ci consultiamo sempre tra di noi, e non solo tra noi 53. Votiamo il nostro candidato, ma poi continueremo a discutere e qualcosa potrebbe cambiare», dice una sentarice del M5S parlando con alcuni giornalisti.
Il dibattito comunque è in corso.
E un’altra senatrice spiega che «il Cinque Stelle ragiona in termini di portavoce dei cittadini: per noi Grasso, al di là del giudizio sulla persona, sarebbe comunque il portavoce di un sistema».
Il dibattito dunque è aperto e la decisione sarà presa nel primo pomeriggio, nell’interruzione tra la fine del primo spoglio e le 16, quando inizierà l’ultima chiama per il ballottaggio.
Intanto questa mattina è arrivata anche la nota del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano . «Mi auguro ancora che sia possibile giungere oggi all’elezione dei Presidenti della Camera e del Senato – scrive Napolitano – e successivamente all’attribuzione di tutti gli incarichi istituzionali, in un clima di condivisione della responsabilità di favorire – dopo le elezioni del 24 febbraio e sulla base dei risultati che ne sono scaturiti – l’avvio di una costruttiva dialettica democratica e di una feconda attività parlamentare. Oggi si pone comunque il primo punto fermo della nuova legislatura, nell’interesse generale del paese; così come resta un punto fermo – in una situazione che vede l’Italia esposta a serie incognite e urgenze – l’impegno del governo dimissionario rimasto in carica e in funzione sia pure con poteri limitati».
«È importante che in sede europea, e nell’esercizio di ogni iniziativa possibile e necessaria specie per l’economia e l’occupazione, il governo – prosegue il Capo dello Stato – conservi la guida autorevole di Mario Monti fino all’insediamento del nuovo governo (per la cui formazione inizierò le consultazioni di rito mercoledì 20)». «L’abbandono, in questo momento, da parte del presidente Monti, della guida del governo, genererebbe inoltre – avverte – problemi istituzionali senza precedenti e di difficile soluzione».
«Apprezzo pertanto – conclude la nota – il senso di responsabilità e spirito di sacrificio con cui egli porterà a completamento la missione di governo assunta nel novembre 2011».
(da “La Stampa”)
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