LE CARTE SULL’ARRESTO DI MANTOVANI: “ORA ARRIVERANNO A ME”
FAVORI, PRESSIONI E PAURE…. L’APPOGGIO AL DIRIGENTE INDAGATO: “DOBBIAMO LASCIARLO AL SUO POSTO O SI BLOCCA TUTTO”
Le pressioni per non perdere al Provveditorato delle Opere pubbliche di Lombardia e Liguria il suo fedelissimo, Angelo Bianchi, legato all’ex senatore e assessore alla Sanità lombarda, Mario Mantovani, da un “rapporto di sudditanza” tale da rispettare ogni sua direttiva nella gestione degli appalti.
La gara da 11 milioni per il trasporto dei dializzati che avrebbe truccato insieme all’assessore regionale alla Sanità , il leghista Massimo Garavaglia.
I lavori gratuiti nelle sue proprietà realizzati dal suo fidato architetto, in cambio di entrature negli appalti negli ospedali.
Dal ruolo di senatore a Roma fino a quello di assessore in Regione, passando per la carica ricoperta per oltre dieci anni di sindaco di Arconate, il potere di Mantovani – arrestato per corruzione e concussione negli appalti nella Sanità , compresa una gara sul trasporto dei dializzati da 11 milioni di euro – arriva a condizionare le scelte di commissioni di gara e funzionari pubblici, soprattutto nella sanità , manager “in atteggiamenti di sostanziale subordinazione”.
Dodici contropartite.
C’è il restauro di Villa Clerici di Rovellasca a Cuggiono e la ristrutturazione di un fabbricato ad Arconate, la progettazione di palazzine residenziali e la presentazione di un permesso per costruire in sanatoria la casa di riposo Opera Pia Castiglioni Villa La Gioiosa a Cormano.
Il pm Giovanin Polizzi e i militari della Guardia di finanza hanno individuato 12 prestazioni ricevute da Mantovani dall’architetto Gianluca Parotti (indagato), senza che il politico fosse chiamato a sostenere alcun costo.
In cambio, il professionista entra però in contatto con il mondo delle commesse della sanità lombarda.
Con l’ex senatore che promuove “presso stazioni appaltanti pubbliche, il conferimento in favore dell’architetto Parotti degli incarichi professionali”.
Il bando pilotato.
Una “penetrante turbativa” è quella all’Asl 1 Milano per l’appalto da 11 milioni per il servizio di trasporto dei pazienti dializzati.
Una gara che Mantovani e Garavaglia, insieme ad altri indagati, avrebbero turbato per favorire la ” Croce azzurra onlus”, che pure non aveva presentato offerte.
Attraverso il collaboratore di Mantovani, Giacomo Di Capua, il gruppo si attiva e contatta il direttore generale dell’Asl, Giorgio Scivoletto (indagato), per vanificare gli esiti del bando.
Il manager “ometteva così di assumere le delibere conseguenti all’aggiudicazione” e “prorogava le convenzioni alle associazioni che già avevano il servizio, tra le quali la Croce Azzurra”. Il tutto, scrive il gip, “pur di favorire coloro che avrebbero portato consenso politico”.
Telefonate per il fedelissimo.
Le pressioni per tenere Bianchi in servizio al Provveditorato arrivano ai massimi livelli. Prima con Alfio Leonardi, il dirigente che gli riduce il raggio di azione e che denuncia in procura le pressioni.
Poi, Mantovani contatta il neo provveditore Pietro Baratono affinchè Bianchi, già arrestato dalla procura di Sondrio, venga “reintegrato nei suoi incarichi”. Di nuovo, nel 2014, tenta di convincere, senza successo, il dirigente Marcello Arredi a non toccare il suo protetto.
Con lui nega perfino che Bianchi sia stato rinviato a giudizio. “L’importante è lasciarlo lì – dice il politico – perchè se no noi siamo proprio sconcertati che si ferma buona parte di quel grande lavoro fatto”.
L’ospitalità a Silvio.
In una intercettazione dell’aprile 2014, Mantovani chiama Arcore e parla con la segretaria di Berlusconi. Le annuncia che sta per inviargli “un fax con l’illustrazione dell’Opera Pia Castiglioni, che si occupa di solidarietà e assistenza agli anziani, per poterla far valutare da Berlusconi”.
Il politico vuole proporre all’ex premier di trascorrere nella struttura sanitaria di sua proprietà l’affidamento ai servizi sociali. “Però, se riesci a dirgli – dice Mantovani alla segretaria – questa gliela manda Mantovani… stanno realizzando una residenza per anziani… gliela dedicheranno a sua mamma… Lui lo sa, gliel’ho già detto”.
Il fastidio per le indagini.
Le perquisizioni a Parotti, nel luglio 2014, fanno sospettare gli indagati che ci sia un’inchiesta in corso. “Arriveranno anche da me”, confida Mantovani a Claudio Pedrazzini, politico di Forza Italia.
“Ti ricordi – dice Mantovani al telefono – ti avevo detto che sono andati lì dal mio architetto? Che cosa vogliono questi qua, è una roba pazzesca. Io ho portato a casa da sindaco 11 milioni di investimenti. Questo mio architetto ha avuto quattromila euro su 11 milioni…”.
Sandro De Riccardis
(da “La Repubblica”)
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