LE FALSE PROMESSE DI RENZI: THYSSEN, 537 OPERAI ALLA PORTA, ALTRO CHE ART. 18
IL PREMIER SI ERA IMPEGNATO A RISOLVERE LA CRISI DELLE “TRE T” CON TARANTO E TERMINI IMERESE: LA PRIMA E’ ANDATA…”DEL RIO E GUIDI? APPRENDISTI STREGONI, MEDIAZIONE INUTILE”
Il Jobs Act non è ancora legge dello Stato eppure un’azienda straniera, come la tedesca ThyssenKrupp, può permettersi di inviare 537 lettere di licenziamento nello stabilimento siderurgico di Terni.
Segno evidente che in Italia la facoltà di licenziare è viva e vegeta.
E mentre gli operai hanno iniziato a bloccare la stazione e a presidiare la fabbrica, la prima delle tre “T” indicate da Matteo Renzi come le principali emergenze industriali — Terni, Taranto e Termini — è saltata.
La vertenza delle Acciaierie Speciali di Terni, storico stabilimento siderurgico, polmone produttivo della città che dà lavoro a circa 2800 persone, si trascinava da tempo.
I tedeschi che hanno acquisito gli impianti puntano a ridurre drasticamente i costi di produzione in Italia con l’obiettivo iniziale di risparmiare 100 milioni di euro. All’ultimo miglio però, il tavolo di confronto istituito presso il ministero dello Sviluppo economico alla presenza della ministra Federica Guidi e del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, è saltato in aria.
La mediazione avanzata dall’esecutivo e su cui Delrio ha “messo la faccia” del governo, è stata capace di trovare contrari sia l’azienda che i sindacati.
E così l’Ast ha fatto partire le lettere di mobilità e la disdetta degli accordi integrativi dal 1 ottobre.
“Sono molto preoccupato — ha detto Matteo Renzi — ci sono tre mesi davanti di discussione, cercheremo la ragionevolezza”.
Al Fatto il braccio destro di Renzi, Graziano Delrio spiega che il governo “era riuscito a portare maggiori investimenti per 110 milioni e a ridurre l’impatto della mobilità ”. Invece dei 550 esuberi calcolati dalla Thyssen, il governo ha proposto 290 eccedenze da gestire con procedure di mobilità volontaria e incentivata.
“Abbiamo trovato un’azienda molto rigida ma anche i sindacati Delrio — non hanno capito che la nostra proposta era il ‘male minore’ e avrebbe consentito di affrontare meglio il futuro”.
Sul fronte sindacake, però, i ministri all’opera sono apparsi come “apprendisti stregoni”.
A Delrio, in particolare, si rimprovera di essere arrivato solo alla fine.
Il sindacato, che su questa vertenza appare unito, chiede invece l’utilizzo dei contratti di solidarietà , come avvenuto nella trattativa, esaltata spesso da Matteo Renzi, dell’Electrolux.
“Con i contratti di solidarietà — spiega Rosario Rappa della Fiom, “si sarebbero avuti risparmi analoghi a quelli richiesti senza toccarel’occupazione. Il governo non è riuscito ad avanzare una proposta di politica industriale in grado di spostare l’azienda”.
Anche Delrio ammette le rigidità della Thyssen e alla domanda se Renzi non avesse dovuto interloquire su questo punto con Angela Merkel, come chiede Antonio Tajani di Forza Italia, confessa che di tentativi ne sono stati fatti molti ma che la “rigidità ” non è stata superata.
La “durezza” Thyssen , del resto, si è vista nella rapidità con cui sono state inviate le lettere e con cui si è chiesta la riduzione del 20 per cento dei costi prodotti dall’indotto.
Chi rimprovera l’incapacità dell’esecutivo è Susanna Camusso secondo la quale “il governo è stato a guardare”.
Anche Annamaria Furlan, al primo giorno da segretario Cisl, definisce quella mediazione “inadeguata e insoddisfacente”.
Gli operai di Terni, a caldo, si sono riuniti in assemblea e all’unanimità hanno deciso di bocciare il piano del governo.
Allo stesso tempo sono cominciati i presìdi davanti ai cancelli con l’obiettivo, implicito, di bloccare l’entrata e l’uscita delle merci.
I primi cortei, nel pomeriggio, si sono diretti al Comune e, significativamente, sotto la sede del Pd per poi spostarsi alla stazione dove i lavoratori hanno occupato i binari. Martedì o mercoledì Cgil, Cisl e Uil proclameranno lo sciopero cittadino.
Lo stesso che un anno fa aveva visto scendere in piazza circa ventimila persone e che era finito con cariche della polizia in cui era stato colpito anche il sindaco. Fiom, Fim e Uilm, invece, hanno già promosso una manifestazione della siderurgia a Roma che si terrà nei prossimi giorni.
La “viva preoccupazione” per il fallimento della trattativa è stata espressa dai vescovi umbri che in una nota hanno rivolto “un accorato appello alle parti in causa, ThyssenKrupp, governo, sindacati, istituzioni affinchè riprendano immediatamente il dialogo e le trattative con toni sereni e aperti alla comprensione reciproca per trovare una soluzione equa e dignitosa per tutti, specie per i più deboli della vertenza in atto”.
Salvatore Cannavò
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