LE INSINUAZIONI DEI MEDIA USA E GB SULLA VITTORIA DI JACOBS DIMOSTRA SOLO CHE NON SANNO PERDERE
PARLARE DI DOPING SENZA PROVE E’ DIFFAMAZIONE, SE LORO SONO ABITUATI COSI’ NON ROMPANO I COGLIONI AL PROSSIMO
La vittoria di Marcell Jacobs non ha fatto in tempo a compiere il percorso inverso rispetto a lui, raggiungendo gli Stati Uniti, che ha sollevato immediate polemiche.
La più rumorosa, quella avanzata dal Washington Post, che in un articolo, lancia l’attacco: “Sarebbe ingiusto accusare Jacobs: a lui va dato il beneficio del dubbio, ma all’atletica no”.
L’allusione, nemmeno tanto velata, è che il risultato del velocista italiano – che ha vinto i 100 metri in 9″80 davanti all’americano Fred Kerley, che ha corso in 9″84 – non sia genuino. Un’ombra che evoca volutamente il peggiore dei sospetti: il doping.
Colpa, per il Post, della storia recente dell’atletica mondiale, “disseminata di campioni pop up rivelatisi poi imbroglioni col doping”.
Sulle pagine del giornale statunitense, Jacobs diventa “Obscure Italian from Texas”. Che significa “Sconosciuto”, ma con quell’accezione di oscuro che avanza sospetti anche senza esplicitarli. per quello, il commento è decisamente più chiaro: “Non è colpa di Jacobs se la storia dell’atletica leggera fa sospettare per i miglioramenti così improvvisi e così enormi”.
Un punto di vista che trova sponde soltanto nel mondo anglofono. Quella del britannico Times, ad esempio: “Da Ben Johnson a Gatlin a Coleman, l’arrivo di una nuova stella mette in allerta”, scrive il giornale inglese. Che al commento aggiunge una statistica: delle 50 migliori prestazioni mondiali sui 100 metri, tolte le 14 di Bolt, ne restano 36. E di queste, 32 sono state prodotte da velocisti poi risultati positivi ai controlli antidoping.
E proprio il capo dei corrispondenti sportivi del Times, con un tweet molto dibattuto in rete, solleva dubbi, sebbene non esplicitandoli: “Il nuovo campione olimpico dei 100 metri, Marcell Jacobs, ha rotto i 10 secondi per la prima volta a maggio. È venuto qui e ha corso 9,84 in semi e 9,80 per vincere. Ah bene”.
Come se fosse il primo caso di un atleta che si miglioram in base alla programmazione posta in essere.
(da agenzie)
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