ANCHE GIORGETTI SI E’ ACCORTO CHE NON SI PUO’ CONSEGNARE IL PAESE ALLA MELONI
CENTRODESTRA TRA CONFORMISMO, OPPORTUNISMO E TATTICISMO
Alla fine se ne è accorto anche lui. Anche Giancarlo Giorgetti ha confessato a mezza bocca di non “riconoscersi” più nel progetto sovranpopulista e fancazzista di Matteo Salvini.
Anche Giorgetti, rappresentante fin troppo silenzioso di quella Lega che preferisce di gran lunga parlare alla borghesia imprenditoriale che rincorrere qualsiasi inutile e dannosa ribellione anti sistema, si è accorto che no, non è possibile tenere tutto insieme, che Draghi e Salvini non possono andare per mano, che non si può rischiare (sì rischiare è il temine giusto) di consegnare il Paese a gente come Giorgia Meloni, gente che organizza gazzarre parlamentari contro il greenpass, a gente che – come ha spiegato Alessandro Barbano proprio qui su HuffPost – che preferisce il gusto dell’iperbole alla fatica del governo, lo slogan d’effetto alla decisione efficace. La decisione che invece servirebbe al Paese.
Eppure, anche dopo le dichiarazioni di Giorgetti, quello che dovrebbe essere il dibattito principe sul futuro strategico del centrodestra italiano rimane nascosto in fondo a una palude di conformismo, opportunismo e tatticismo.
Tutti preferiscono far finta di nulla, pure se tutti sanno che non esiste paese europeo che metta insieme una destra liberale e di governo con una destra populista e sovranista, una destra sana con una malata.
E allora ecco che è tutto un argomentare ufficiale su partiti unici, federazioni e patti di ferro: trucchi infantili per tenere insieme ciò che insieme non può e non potrà mai stare.
Serve un atto di coraggio. E di verità. Serve il coraggio di sancire come “mai nata” l’esperienza di questo centrodestra a trazione sovranista e antieuropea. Un aborto politico, ecco cosa è un’alleanza che dice di volere governare l’Italia e contemporaneamente rincorre ogni micragnoso rivolo di ribellismo
La “destra doppia”, come l’ha definita Ezio Mauro, può anche avere il vento in poppa nei sondaggi, ma una volta al governo dell’Italia si andrebbe a schiantare a causa delle sue contraddizioni.
In tanti, in troppi, sanno tutto questo molto bene, sanno che la Meloni non governerà mai a furia di scommettere su gente come Michetti l’imperatore e Mollicone il corridore, sanno che Salvini ormai è una sorta di giullare impazzito che non prenderà mai più una decisione di governo, ma fanno finta di niente per mero attendismo. “Sì vabbè, ma chi ce lo fa fare. Qualcun altro ci penserà…”.
Ma no, la politica non funziona così, la politica non è attesa. Perché a furia di aspettare che qualcuno al posto nostro risolva i problemi c’è il rischio concretissimo che alla fine qualche “mostro” riesca davvero a prendere il sopravvento.
Lo spiega con esattezza geometrica Anne Applebaum, premio Pulitzer per il suo Gulag: “C’è bisogno di una forte destra liberale, moderata. Una destra ‘centrale’ che rispetti la democrazia e le sue regole. Nei Paesi in cui questa destra ‘centrale’ scompare viene a crearsi un vuoto, uno spazio politico, che presto verrà occupato dalla destra radicale”.
Chi risponderà in Italia a questo “bisogno”? Ecco, il futuro politico italiano è tutto nella risposta a questa domanda. E certo non basterà un mal di pancia di Giorgetti per costruire davvero una destra che sia davvero sentinella di democrazia. Serve molto di più.
(da Huffingtonpost)
Leave a Reply