LE ORDINANZE DEI COMUNI: ORA NEL MIRINO CI SONO I GIOVANI
PASSATE DI MODA LE ORDINANZA ANTI-LUCCIOLE, CONTRO I VU CUMPRA’ O GLI ZOCCOLI AL MARE, ORA I DIVIETI DEI SINDACI SCERIFFI PUNTANO SUI GIOVANI CHE DI NOTTE VANNO PER LOCALI…. SU 788 PROVVEDIMENTI SULLA SICUREZZA LA MAGGIORANZA RIGUARDA LA VENDITA DI BEVANDE ALCOLICHE, SCHIAMMAZZI NOTTURNI E MOVIDA
C’è un nemico che si aggira nelle strade delle città italiane e disturba il sonno dei giusti: i giovani che non vanno a dormire al tramonto.
La fondazione ricerche dell’Anci, l’associazione dei Comuni italiani, che ha nome Cittalia, ha monitorato in un suo studio tutte le 788 ordinanze emesse nei vari comuni italiani in tema sicurezza, nel corso dell’anno.
Molto è cambiato nell’atteggiamento dei primi sindaci sceriffi rispetto a un anno fa, dove i provvedimenti riguardavano principalmente l’esercizio della prostituzione, il commercio abusivo dei vu’ cumprà , fino al divieto estivo di camminare con gli zoccoli.
In verità misure più propagandistiche che di sostanza, visto che la prostituzione continua ad esserci come prima, magari cambiando lampione, in attesa di una legge nazionale annunciata un anno fa (quella della Carfagna) e che mai ha visto la luce.
Multare i clienti evidentemente politicamente non paga ed è anche difficile da sostenere da parte di un governo il cui premier le fa accomodare in salotto.
Sul tema ordinanze comunque a dettare legge è ancora il Nord, con il 44% di norme emesse (Lombardia e Veneto in testa), ma ora si parla quasi esclusivamente di giovani, del loro tirare tardi la sera, delle loro serate a tasso alcolico, del fatto che in piazza rumoreggiano e disturbano il sonno. Per arrivare ai divieti di vendita degli alcolici dopo una certa ora e alle scritte o disegni sui muri. Vediamo la classifica dettagliata dei divieti più gettonati: al primo posto le ordinanze per bevande alcoliche (17,1%), seguite dal divieto di vendita per alimenti e bevande (14,7%), terzo il vandalismo (12,7%).
A seguire ordinanze per il decoro per disturbo (11,6%), l’abbandono dei rifiuti (10,6%).
Di prostituzione parla solo il 9,6% delle ordinanze, di schiamazzi invece l’8,6%, di accattonaggio il 7,9%.
Gli stessi ricercatori sono rimasti sorpresi dai risultati: trattandosi di sicurezza pensavano a una prevalenza di ordinanza contro il commercio abusivo ( passato invece dal 4,8% al 2,1%) o a misure contro la prostituzione.
Invece a sorpresa i sindaci pensano di interpretare le lamentele e le paure dei cittadini indirizzando la scure verso i giovani, visti come autori di atti vandalici e di schiamazzi notturni.
Che vi possa essere un collegamento tra degrado urbano e aumento della criminalità , con riferimento ai giovani, è teoria tutta da dimostrare.
La movida di giovani che trascorrono la serata in locali o spostandosi all’interno dei centri storici semmai tiene lontana la criminalità : laddove c’è sempre gente in movimento, difficile operare per la microcriminalità .
E’ più tranquillo rientrare a casa la sera se un posto è frequentato, rispetto a una città col coprifuoco, da che mondo è mondo.
Ci sembra una politica “vecchia” quella che criminalizza le fasce giovanili a priori.
Esistono certamente episodi da censurare derivanti dal “malessere giovanile”, ma se si parla di degrado delle periferie non sono forse maggiori le responsabilità di certe amministrazioni che hanno permesso di costruire interi quartieri dormitorio dove il livello dei servizi e della qualità della vita sono quasi inesistenti?
Non è certo coi divieti che si cambia la cultura di un Paese, salvo che l’unico scopo della politica non sia quello di far abbassare il volume della voce o della musica al popolo degli “invisibili”, a quei giovani a cui è più semplice allungare un biglietto da 50 euro, piuttosto che cercare un dialogo e un confronto.
Se si sapesse ascoltare, invece che vietare, forse “crescerebbero” anche gli adulti.
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