LE PRIMARIE ALL’ITALIANA SONO UNA CAGATA PAZZESCA
COME FUNZIONANO NEGLI USA… DA NOI SONO SEMPRE STATE UN BLUFF: DALLA MELONI A CASALEGGIO, DA SALVINI AL PD
In Italia da anni si parla di “primarie” salvifiche contro il “potere dei partiti” nel definire le liste.
Lo spirito anticasta, pur legittimo, ha però generato un altro mostro.
Perchè il nostro Paese, a differenza della madre delle primarie, non garantisce un bel nulla: nè la legalità , nè la serietà , nè il controllo, nè l’indipendenza delle primarie.
Finiscono solo per essere lo specchietto per le allodole al fine di turlupinare in modo diverso l’elettore.
Basta vedere come funzionano negli Stati Uniti quelle “serie”.
Negli Usa e primarie sono un metodo di selezione dei candidati.
Sono definite più propriamente come primarie dirette, in quanto prevedono il coinvolgimento diretto degli elettori nella scelta dei candidati che essi dovranno poi votare.
Il criterio distintivo è quello della registrazione presso le liste di un partito, da non confondere con l’iscrizione ad un partito.
La registrazione in un partito non ha (necessariamente) implicazioni finanziarie o ideologiche. È un atto pubblico, non privato, nel senso che è regolato dalle leggi statali e non dagli statuti partitici.
Il tipo più diffuso è la «primaria chiusa».
Ad essa possono partecipare solamente quegli elettori che si sono anticipatamente registrati in un partito (ad esempio, nello Stato di New York la registrazione deve essere effettuata un anno prima della data prevista per la primaria diretta, nel Connecticut tre mesi prima, in South Dakota quindici giorni prima)..
Il registro è pubblico nel senso che è depositato presso un’autorità pubblica e da quest’ultima è scrutinato (aspetto da sottolineare).
Gli elettori ricevono una scheda in cui sono elencati solamente i candidati del partito in questione che corrono per una data carica politica. Questo tipo di primaria diretta è stato adottato in quindici Stati.
In Italia invece abbiamo assistito a “di tutto, di più”.
Nel centrodestra la Meloni è riuscita a farsi eleggere attraverso primarie dove era lei l’unica candidata (modello Bertolaso), Salvini a chiamare primarie una consultazione alla paesana senza controlli.
Il M5S a fare delle primarie interne via web dove il garante è solo se stesso, per di più lasciando il compito nelle mani del chiacchierato Casaleggio.
Nel Centrosinistra hanno votato alle primarie tutte le categorie “esterne” possibili: cinesi, filippini, rom, esponenti di destra, personaggi vicini alla camorra e alla ‘ndrangheta, con i riflessi giudiziari ben noti.
Il problema di fondo è semplice.
1) Non sono attendibili primarie dove non esista un controllo terzo e indipendente sui risultati. Quindi o si affida a società esterne certificate o pubbliche il controllo dei votanti, lo scrutinio e i risultati finali o queste consultazioni sono solo fantozzianamente una cagata pazzesca.
2) L’esito delle primarie è spesso inficiato da infiltrazioni di capibastone e malavita: le file di estranei al partito che vanno a votare (spesso dietro compenso) annullano la reale volontà popolare della base .
3) E’ assurdo che elettori dell’area avversa possano, andando a votare in massa alle primarie del partito opposto, determinare pure il leader degli avversari, cosa di cui in parte ha già beneficiato Renzi.
A questo punto sarebbe opportuno legiferare in merito e stilare una legge quadro che almeno elimini questi problemi.
In attesa di quanto sopra, nessuno parli più di “primarie” come “espressione della volontà popolare”: si limiti a fare banchetti di beneficienza con le arance tarocco .
Così si rende almeno utile a una causa nobile.
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