LECCA LECCA: CAZZULO, IL GIORNALISTA-SCORTA DEL ROTTAMATORE
IL NUOVO CANTORE DELLE EPICHE GESTA DI LO-RENZI IL MAGNIFICO
Ci sono cose che voi umani, soltanto semplici e un po’ inutili umani, non potere fare, ma Aldo Cazzullo sì.
Il prossimo vicedirettore del Corriere della Sera (dicono), impaziente erede assieme a Mario Calabresi di Ferruccio de Bortoli, verga con piglio descrittivo: “Sono le dieci di sera, Matteo Renzi prima di cena fa il punto della situazione mentre segue la performance del ministro Guidi a Ballarò”.
Il racconto è di Cazzullo, ripetiamo, ma per evitare equivoci va precisato che non stava scolando i bucatini nel tinello di Palazzo Chigi, ma s’aggirava circospetto nell’appartamento presidenziale con la stessa vitalità di un arazzo.
Il lettore sarà folgorato da queste doti mimetiche di Cazzullo, che segue, scorta e pedina il povero Matteo.
Chissà dove e chissà come era nascosto nella stanza con il premier, magari ridotto a cimice nell’asola della camicia.
Ma nonostante l’abilità di Cazzullo — apprendiamo dal Corriere della Sera — Renzi lo becca in servizio, non se ne cura essendoci abituato, e gli chiede un consiglio per sfruttare la fortunata occasione : “La prossima tappa sarà una campagna on line, tu cosa taglieresti?”.
Più che riportare con adulazione il Renzi-pensiero, il baldo Aldo non può fare nulla e consegna al lettore svariate righe di virgolettati di Renzi, interrotti da affettuosi intercalari del tipo: “La linea è quella di un rinnovamento radicale” (si parlava di nomine nelle società del Tesoro, ma va bene pure per la spesa al supermercato, ndr).
In estasi cazzulliana, Cazzullo lascia a Renzi l’ultima carezza: “Mi spiace per quelli che remano contro: anche stavolta sono rimasti delusi”.
Ma Cazzullo , no: Cazzullo è un solluchero. A breve potrà scalare il Corriere della Sera, grazie alla divisa renziana che gli casca a pennello, e affollare le librerie con un libro-intervista al medesimo Renzi, ovviamente verranno pubblicate soltanto le risposte, le domande sono cose che interessano soltanto ai semplici e un po’ inutili umani, non ai cazzulliani.
Il baldo Aldo sarà emozionato: per cotanta opera editoriale il titolo è volutamente dimesso, “Magari”. L’ultimo l’aveva chiamato “Basta piangere”.
Poi ha incontrato Renzi, e ha smesso.
Ma solo di piangere.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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