IL “COLPO DI COTA”: IN EXTREMIS NOMINATI IN REGIONE PIEMONTE SETTE DIRIGENTI
IL SINDACATO AUTONOMO CSA: “SENZA PUDORE”
A poco più di un mese dalle elezioni, con un Consiglio dichiarato illegittimo dal Tar, la Regione Piemonte sarebbe tenuta a limitare la sua attività ai soli «atti indifferibili e urgenti: invece, la giunta Cota ha approvato lunedì una delibera per la nomina di sette nuovi dirigenti, quattro quest’anno e tre nel 2015.
Un provvedimento che sta suscitando dure polemiche e che qualcuno ha già definito «colpo di Cota»: quale urgenza di nominare dei dirigenti?
Ma le limitazioni imposte dai giudici amministrativi non sono l’unico motivo di dubbio. Per le nomine si attingerà infatti da graduatorie vecchie di 8 anni, mentre la legge stabilisce una validità di soli tre anni, con una deroga per gli iscritti a partire dal 2007: quella da cui si pescheranno i nuovi dirigenti è datata luglio 2006.
Per la giunta queste nomine sarebbero «indispensabili, per garantire Ia funzionalità delI’Ente. prevedere un numero minimo di nuove figure dirigenziali in organico»: una necessità difficile da valutare, visto che la delibera non solo non specifica chi sono i nuovi nominati, ma non indica neppure in quali aree dovrebbero assumere il ruolo.
La giunta Cota, nel motivare la decisione, fa inoltre riferimento al piano occupazionale 2014-2018, recepito lo scorso dicembre, che però non faceva il minimo accenno alla nomina di dirigenti, anzi: indicava come prioritari «la stabilizzazione del personale precario in servizio presso l’Ente, e l’attivazione di procedure concorsuali pubbliche».
A stabilire in tre anni la durata in vigore delle graduatorie nelle amministrazioni pubbliche è il Testo Unico sul pubblico impiego.
Tuttavia, nel 2013 è stata concessa una deroga, considerando idonei anche gli iscritti nelle graduatorie pubblicate a partire dal primo gennaio 2007.
Dunque, se anche si volesse assumere, si dovrebbe indire un concorso.
Invece la Regione attinge ad una graduatoria del 2006, mantenuta in piedi prima dalla giunta Bresso e poi dalla giunta Cota, che ne ha sancito la validità «a tempo illimitato»: provvedimenti che, inspiegabilmente, non sono stati impugnati a Roma dal Governo, nonostante sia addirittura la Costituzione (nel famoso, per altri motivi, Titolo V) a sancire che le modalità di assunzione del personale pubblico siano materia esclusiva dello Stato.
«Un’assurdità giuridica», così la definisce il sindacato autonomo Csa Ente Regione Piemonte, che ne ha già chiesto l’anno scorso l’abrogazione con una petizione che, spiega il coordinatore Luigi Serra, «è tuttora ferma nei meandri del Consiglio».
Il Csa è anche il primo a scagliarsi contro la delibera per la nomina dei dirigenti: «Mi dicono – riferisce Serra – che il provvedimento avrebbe avuto anche parere negativo della segreteria di giunta. Nonostante questo, è stata approvata. Non c’è pudore. Gli amministratori, a cui nel corso di questa legislatura nulla è mai importato degli aspetti organizzativi e del ricambio generazionale della dirigenza rinsaviscono di colpo».
(da agenzia)
Leave a Reply