LEGHISTI MESSI MALE, ARRIVANO A MANIPOLARE ANCHE IL SONDAGGIO SU SKY
DISPERATI APPELLI DI SALVINI E MORISI PER VOTARE IN MASSA IL SONDAGGIO TRA LUI E LA TRENTA SU SKY… RISERVATE LE ENERGIE PER QUANDO CI SARANNO LE PREVISIONI SU QUANTI ANNI DI GALERA SI FARA’ IL CAPITONE
“Pazzesco! Il disastro grillino, distrutta la Trenta”, annuncia trionfale il profilo Twitter della Lega, con annesse le crocette a inizio e fine come si usa per le agenzie di stampa con delle notizie sensazionali.
Peccato che di pazzesco non ci sia nulla, visto che il successo nella votazione del sondaggio di Sky Tg24 (“Open Arms, Trenta: non firmo il divieto in nome dell’umanità . Salvini: umanità non è aiutare i trafficanti. Chi ha ragione?”) è stato figlio non tanto del comune sentire degli italiani ma piuttosto del lavoro coordinato della “Bestia”, la macchina di propaganda social del leader della Lega. La quale ha più volte invitato la base su Facebook a votare e far votare per il “Capitano”.
Infatti sul gruppo Facebook “Matteo Salvini leader”, dove tutta la nutrita squadra social di Salvini – la maggior parte di loro a libro paga del ministero dell’Interno – inserisce i contenuti da veicolare per campagne virali ad hoc, per ben quattro volte si è chiesto di diffondere il sondaggio e far votare a favore del vicepremier.
“Amici, avete votato? Tutti per il Capitano!”.
Oppure, Luca Morisi, il dominus della Bestia, “cliccate sul link e votate cliccando l’immagine di Salvini (NON si vota scrivendo nei commenti qui)”, che dà indicazioni precisissime. Tutte condivisioni e chiamate alle armi che trasformano un semplice sondaggio di una testata giornalistica nel campo di battaglia mediatico per far trionfare il leader.
E infatti alla fine stravince Salvini, 71 per cento contro il 29. Gioco facile, siamo pur sempre in agosto e bastano 20-30 mila click ( Salvini ha 3,7 milioni di fan su Facebook) per stravolgere la competizione.
Trenta è diventata il bersaglio fisso, in questi giorni caldissimi, di tutta la propaganda salviniana. Viste le difficoltà del ministro, coi suoi dietrofront, le contestazioni di piazza, la paura di perdere il posto al Viminale dopo dei propri calcoli sbagliati, la decisione è quella di spostare l’attenzione sul tema di sempre: i migranti in mezzo al mare, da rispedire – ovviamente – a casa loro.
(da agenzie)
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