L’HAKUNA MATATA DI SALVINI, IN PERENNE FUGA DALLA RESPONSABILITA’
L’IRRESPONSABILITA’ DEL FREGARSENE DI TUTTO, ANCHE DEI PROPRI ERRORI
Mario Draghi riapre l’Italia e Salvini cosa fa? Non fa votare i suoi ministri per cercare di far dimenticare la batosta quirinalizia.
Il Parlamento boccia la forzatura sulla Casellati? E Salvini non riesce ad ammutolirsi come farebbe chiunque e anzi rilancia con dichiarazioni stradali senza un perché: voglio una donna!
L’alleanza di centrodestra si schianta contro il muro della razionalità e il capitano cosa fa? Scrive una lettera senza capo né coda spiegando a Forza Italia che adesso vuole quello che lui stesso non voleva qualche settimana prima.
Salvini decide di votare Mattarella dopo aver inseguito per giorni Giorgia Meloni verso il baratro del “vogliamo un presidente nostro” e cosa fa? Lo sussurra quasi di nascosto.
Perché lui ha scelto la stabilità, ha scelto l’Europa, ha scelto il Governo Draghi ma quasi se ne vergogna.
Fateci caso, ha avuto il coraggio (eterodiretto o meno poco importa) di cacciare Giorgia Meloni all’angolo, ma non ce l’ha fatta a spiegarlo agli italiani. Perché Salvini riesce a fare la cosa sbagliata anche quando fa la cosa giusta. Perché ormai è evidente: Salvini è costretto a essere responsabile, ma ha nostalgia della sua irresponsabilità, di quando poteva dire l’indicibile dall’alto del suo 4 per cento, di quando poteva andare a cena con i camerati di CasaPound, di quando organizzava l’internazionale nera contro l’Europa.
“Salvini ha scelto Draghi, Mattarella, l’obbligo vaccinale per gli over50, il Super Green Pass – si chiede Francesco Bei – oppure ha nostalgia di Orbán e dà ancora retta a Borghi&Bagnai?”.
Un capitano che non comanda più niente. Perché per decidere la rotta dovrebbe rispondere a domande a cui non sa rispondere. E a cui non vuole rispondere.
Stai con l’Europa o no? L’alleanza con Le Pen è ancora in piedi? E con gli estremisti di destra tedeschi? Salvini non risponde mai all’essenziale e si attarda sul marginale. Parla parla mentre a spingere il partito è arrivato il vento del Nord di quella Lega che Salvini voleva accantonare ma che, c’è da scommetterci, lo sta per mandare in soffitta. Questione di pochi mesi.
Perché la responsabilità di Salvini è in realtà quella di Giorgetti. E la sua scelta draghiana è in realtà la scelta di governatori. I mugugni della Lega del Nord si fanno sempre più forti. E lui si fa sempre più insofferente per un ruolo da statista che non sente come suo, che non può essere suo.
Lo si è visto nella frenesia di apparire durante le giornate di votazioni per il Quirinale, nei mille messaggi del suo ufficio stampa ai giornalisti: “Salvini va di qua, va di là, parla qui, anzi no, anzi sì, incontra tizio e caio”.
Lo si è visto nella sciatta trasformazione dell’elezione del presidente della Repubblica in un reality show in cui contava più apparire che decidere. Le maratona di Mentana trasformata nel confessionale del Grande Fratello. Perché come spiega Robert A. Heinlein “tutti sono capaci di farsi notare, ma per passare inosservati serve del talento vero”.
Ecco, Salvini fa parte di quel tutti…
E allora viene in mente quella frase perfida di un ex big della Lega che fu: “A quelli come Salvini non interessa nulla di governare il paese. A loro basta esistere”.
Ed è anche così che si spiega il perché di tanti sbagli, perché quel che conta è esserci. Ed è così che si spiega l’invidia di Salvini per chi può ancora godersi, come fa Giorgia Meloni, l’Hakuna Matata dello stare all’opposizione.
Che poi è l’irresponsabilità “senza pensieri” del fregarsene di tutto. Anche dei propri errori.
(da Huffingtonpost)
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