LIBIA, NESSUNA SCADENZA PER LA MISSIONE ITALIANA: IN EUROPA SE LA RIDONO DELLA MOZIONE PATACCA DI BOSSI
IL MINISTRO INGLESE HOPE: “L’ITALIA NON HA RICHIESTO ALCUN TERMINE PER LA FINE DELLE OPERAZIONI IN LIBIA”… E IL FRANCESE JUPPE’ PARLA DI “MESI PRIMA DEL TERMINE DELLA MISSIONE A TUTELA DEL POPOLO LIBICO”… IN PATRIA LEONI, ALL’ESTERO COGLIONI?
Un fondo speciale per i ribelli e un aumento della pressione militare sul regime di Gheddafi per avviare il prima possibile una road map che porti a libere elezioni.
Sono questi gli impegni assunti dal Gruppo di contatto sulla Libia formato da 22 Paesi, sei organizzazioni internazionali e quattro Stati osservatori che ieri si è riunito per la seconda volta a Roma.
«Il tempo sta scadendo per il regime di Gheddafi», afferma il documento conclusivo del vertice anche se, alla resa dei conti, non c`è «nessuna data» per la fine delle operazioni.
Il primo a ribadirlo è il segretario generale della Nato Anders Fogli Rasmussen.
In realtà il vertice di ieri a Roma non ha fatto segnare alcun punto concreto all’attivo degli italiani, probabilmente l’alleato in questa fase maggiormente in difficoltà sulle prospettive belliche in Libia.
Il ministro degli Esteri francese Juppè ha parlato di “mesi” per la fine delle operazioni militari.
Mentre quello britannico Hague ha specificato che l’Italia “non ha alcuna intenzione di stabilire una cronologia” dell’intervento.
Nonostante la mozione che la impegna a fissare una data per la fine dei bombardamenti, nei due incontri bilaterali tra il segretario di Stato statunitense Hillary Clinton e il titolare della Farnesina prima e il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi dopo, l`Italia ribadisce il suo impegno «su tutte le missioni».
Il risultato più importante del vertice è però l`istituzione di un “Meccanismo di finanziamento temporaneo” (Mft): un fondo speciale peri ribelli alimentato da donazioni e prestiti.
Verrà amministrato da un consiglio d`amministrazione composto da cinque membri – tre libici, un rappresentante del Qatar e uno a rotazione semestrale tra Italia e Francia – e «servirà in primo luogo a pagare i salari, acquistare i viveri e medicine e per le cure mediche», spiega il premier del Qatar Hamad Bin Jassim Al-Thani aggiungendo che il suo Paese ha già stanziato 500 milioni di dollari e il Kuwait altri 180.
Un piano molto ambizioso, ammette lo stesso Aithani, ma che può contare come garanzia sul parziale scongelamento dei fondi del regime bloccati all`estero.
La dichiarazione finale parla inoltre di un accordo per «intensificare la pressione militare, economica e politica» contro il regime del Colonnello affinchè si arrivi al più presto a «una transizione politica che rifletta la volontà del popolo libico».
Si tratta della “road map” illustrata dai due esponenti del Consiglio nazionale di transizione (Cnt), l`organo politico dei ribelli, che prevede un` assemblea nazionale per definire una Costituzione da sottoporre a referendum per poi indire elezioni presidenziali e parlamentari.
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