L’INCHIESTA DELLE IENE HA DEMOLITO LA BUFALA M5S DEL DIMEZZAMENTO DELLO STIPENDIO
NON SOLO I TAGLI SI LIMITANO AL 10% DI QUANTO INCASSANO REALMENTE COME PARLAMENTARI, MA ORA SI SCOPRONO I BONIFICI TAROCCATI PER TENERSI I SOLDI
L’inchiesta delle Iene ha fatto a pezzi uno dei principali miti fondativi del Movimento 5 stelle: il dimezzamento dello stipendio con annessa restituzione di una parte delle somme incassate. Insomma, la tanto strombazzata “onestà “.
Non soltanto il dimezzamento è una bufala perchè i tagli si fermano intorno al 10-15% del totale dei soldi incassati (23 su 135 milioni), ma addirittura volti M5s di primo piano, capigruppo e presidenti di gruppo che abbiano visto tutte le sere in tv a fare la morale, fingevano di restituire con bonifici farlocchi, che poi annullavano per tenersi i soldi.
Non si tratta di un semplice ritardo, come ha detto Di Maio, ma del tentativo di fregare la buona fede delle persone.
Sono loro che da anni parlano di dimezzamento dello stipendio, molti elettori li hanno votati proprio per questo.
Ora scopriamo che mentivano, che non avevano alcun problema ad andare in tv ad autoelogiarsi, salvo poi annullare il bonifico per tenersi i soldi.
Questo castello di menzogne è venuto fuori solo grazie all’inchiesta delle Iene, solo grazie alla soffiata di una fonte interna, di un esponente M5s che ha deciso di vuotare il sacco.
Fosse stato per loro, non avremmo mai saputo niente. Cecconi e Martelli, intervistati dalla iena Filippo Roma, hanno continuato a negare anche dopo essere stati scoperti.
Il buco è di alcuni milioni di euro.
Nel Fondo del Ministero sono arrivati 23,1 milioni, mentre il sito cinquestelle parla di 23,4 milioni.
Ma nei soldi arrivati al Mise ci sarebbero, secondo quanto scrivono i giornali, anche i pagamenti dei consiglieri regionali di Emilia, Veneto, Lombardia, Liguria, che in totale fanno 2,4 milioni.
E poi i soldi versati da ex parlamentari M5s, ora al gruppo misto.
Quindi il buco sarebbe di circa 3 milioni che i superfurbetti a cinque stelle hanno dichiarato di aver versato e invece si sono tenuti in tasca.
Ma il problema non sono le cifre, sebbene importanti.
Anche perchè se vogliamo parlare di numeri a proposito del taglio ai costi della politica, ci sono altre cifre ben più imponenti: sono stati eliminati 324 milioni di euro di finanziamento pubblico ai partiti.
Con la legge votata nel 2014, contro il parere M5s, sono stati eliminati 91 milioni di euro annui di soldi ai partiti, ridotti a 27 milioni nel 2015, 13 milioni nel 2016, zero euro dal 2017 in poi.
Centinaia di milioni di euro risparmiati dai cittadini, altro che gli scontrini di Di Maio. Oggi chi vuole contribuire alla politica lo fa volontariamente, con il 2 per mille.
Il problema, quindi, non sono le cifre, ma le menzogne raccontate da questi signori agli elettori.
Hanno giocato sulla buona fede dei cittadini, prendendoli in giro.
E ora sono ricandidati, con seggi blindati decisi dal loro leader Di Maio.
(da “Huffingtonpost“)
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